DRAMMATICO

Youth – L’ultimo film di Sorrentino

Riflessioni profonde, ma pervase da un sottile senso di vuoto

 
Un albergo esclusivo in un luogo isolato è un microcosmo al cui fascino pochi registi e romanzieri sono riusciti a sottrarsi. Paolo Sorrentino ambienta il suo ultimo film Youth (Italia, 2015) in un lussuoso centro benessere tra le alpi Svizzere. Qui si ritrovano due anziani amici: Fred, compositore e direttore d’orchestra ormai ritirato (interpretato dal bravissimo Michael Caine) e Mick, regista alle prese con la sceneggiatura del suo ultimo lavoro, una sorta di “testamento artistico e morale”.
 
Attorno a loro ruotano come in un caleidoscopio gli altri personaggi: i figli di mezza età (ma ancora alle prese con dinamiche adolescenziali), un giovane attore californiano che legge Novalis, Miss Universo, Diego Armando Maradona, un monaco tibetano e alcuni bambini che osservano e interrogano con i loro sguardi questo curioso spaccato di umanità.
 
Paolo Sorrentino sembra compiere un decisivo passo in avanti rispetto al vuoto estetismo de La grande bellezza. Alcuni dialoghi esprimono una grande profondità sui temi della vecchiaia, dell’amore e dello scorrere del tempo. La fotografia e i movimenti di macchina sono come sempre raffinati e coinvolgenti. Le colonne sonore davvero emozionanti.
 
Eppure anche stavolta si esce dal cinema con l’idea che qualcosa sia rimasto inespresso e con un sottile senso di amarezza e malinconia.

Alessio Graziani