FORMAZIONE PERMANENTE DEL CLERO VICENTINO

Padre Francesco Compagnoni: “Giustizia distributiva e sociale per cancellare il volto disumano della crisi economica”

L'intervento del docente domenicano alla Scuola del Lunedì

 
AVVISO: LA LEZIONE DI LUNEDI’ 18 NOVEMBRE 2013 E’ ANNULLATA
La lezione dell’11 novembre 2013 della la Scuola del Lunedì per la formazione permanente del clero, dal titolo “Etica e Finanza: la crisi economica dal volto dis-umano”, è stata tenuta dal padre domenicano Francesco Compagnoni, professore ordinario di Teologia Morale all’Angelicum di Roma dal 1980 al 2011, docente invitato nelle Facoltà di Teologia e Scienze Sociali dal 2011 e docente a contratto di Etica Politica all’Università LUMSA di Roma.

Due le premesse. La prima, a riguardo dell’attuale “crollo dell’economia”, è che tutta la storia umana è costellata di “crolli” (per esempio, il crollo dell’impero romano…). La seconda premessa è che “l’economia non è una scienza esatta”, empiricamente intesa, bensì “una scienza umana”, perciò legata alla psicologia e al comportamento delle persone.

Citando la “Gaudium et Spes” – il documento conciliare che fa da filo conduttore del corrente trimestre di formazione -, padre Compagnoni ha evidenziato che nella Costituzione pastorale si parla di finanza solo in due punti, ma in modo generico ed esortativo. «E’ una predica! – ha detto -. E’ un “vogliamoci bene” attraverso la moneta!».

Più mirate, invece, sono le indicazioni della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, che al numero 25 recita: “Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”.

Di qui, da un lato la considerazione disincantata che in uno Stato sociale non vi è nulla di straordinario, perché «è uno Stato che fa il suo dovere», dall’altro l’amara constatazione che «gli Stati più ricchi hanno rifiutato di riconoscere il diritto allo sviluppo dei popoli».

La considerazioni generali della “Gaudium et Spes” non traggano in inganno, perché la Chiesa non ha mai mancato di esprimersi in modo puntuale nell’ambito dei problemi sociali, anche in rapporto all’economia. In particolare – ha dichiarato padre Compagnoni – le analisi da cui muove la Dottrina Sociale della Chiesa sono tenute in grande considerazione da tutti i Paesi del mondo. Infatti, «nessun governo ha una visione così globale dei problemi sociali come ce l’ha la Santa Sede». Proprio per questo «la Dottrina Sociale della Chiesa non ha solo un valore teologico, ma anche un peso umano».

Compagnoni ha quindi citato le due encicliche nelle quali vi sono chiari riferimenti alle gravi crisi economiche del 1929 e del 2007 che hanno caratterizzato gli ultimi cent’anni: la “Quadragesimo Anno”, del 1931, e la “Caritas in Veritate”, del 2009.

Nella prima, papa Pio XI non solo condanna “la concentrazione della ricchezza” e avverte sulle pericolose “conseguenze che ne derivano”, ma “mette in luce con quali mezzi si possa rimediare a un male così profondo”.

Nella “Caritas in Veritate”, Benedetto XVI analizza perfino “il mercato” e laddove esso si limita a essere soggetto alla sola “giustizia commutativa”, il Pontefice ricorda che secondo la Dottrina Sociale della Chiesa vanno applicate anche “la giustizia distributiva e la giustizia sociale” che generano “coesione sociale”.
 
“Senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca – si legge nell’Enciclica -, il mercato non può pienamente espletare la propria funzione economica. E oggi è questa fiducia che è venuta a mancare, e la perdita della fiducia è una perdita grave”.

Il professor Francesco Compagnoni ha concluso la relazione segnalando alcuni tratti del pensiero di due economisti attenti alle dinamiche sociali: Ferruccio Marzano e Stefano Zamagni. Di quest’ultimo, in particolare, oltre a riferire l’analisi delle cause che hanno comportato l’attuale situazione economica, ha pure evidenziato “gli insegnamenti derivati dalla crisi”.
 
Luca de Marzi
 
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