SANTA MESSA DEL CRISMA(Vicenza, chiesa cattedrale, 2 aprile 2015)

Carissimo confratello vescovo Padre Adelio,
 carissimi sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate,
 ministri istituiti, seminaristi,
 cresimandi, amici ascoltatori di Radio Oreb,
 fedeli tutti.

 Un saluto fraterno ai presbiteri della Chiesa Ortodossa.

 Desidero iniziare questa omelia, elevando un inno di ringraziamento a Dio – grande nell’amore e ricco di misericordia – che ci ha dato la grazia di celebrare questa Eucaristia con il nostro presbiterio, la comunità diaconale, il popolo di Dio, con noi, oggi, ci sono anche don Gianantonio e don Giampaolo. La Santa Messa del Crisma dell’anno scorso (era il 17 aprile) l’hanno vissuta, insieme a suor Gilberte, prigionieri nella savana, nel martoriato paese della Nigeria, mentre una preghiera incessante saliva a Dio da tutta la nostra comunità diocesana per la loro liberazione. Il Signore ce li ha ridonati liberi: eterna è la sua misericordia.

 Ritorniamo con il cuore e con la mente alla pagina del Vangelo di Luca che la liturgia odierna ci ha offerto per illuminare questa celebrazione che vede riunito l’intero popolo sacerdotale nella preghiera e nella lode al Signore per il dono del Ministero Ordinato del vescovo, dei presbiteri e dei diaconi.
 Nella sinagoga di Nazareth, Gesù fa proprie le parole del profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,17-20). Queste parole – così antiche e così attuali, così pregate e così desiderate, così vicine e così lontane – trovano in Gesù il loro compimento. In Lui il sogno dei poveri, dei prigionieri, degli oppressi, dei ciechi, si fa vero. Il mondo che soffre si risveglia.
 Gesù, nella sinagoga di Nazareth, annuncia un anno di grazia, un anno giubilare. L’anno di grazia del Signore – nelle parole del Secondo Isaia – annunciava il tempo del ritorno nella terra e della riedificazione della Città Santa. Il giubileo proclamava un cinquantesimo anno che avrebbe visto la remissione dei debiti e l’affrancamento degli schiavi. La terrà sarebbe stata data di nuovo in usufrutto ai poveri, agli afflitti, ai prigionieri, ritornati da Babilonia.
 Nelle parole pronunciate da Gesù: «oggi si è compiuta questa scrittura» (Lc 4,21), diventa proprio Lui il giubileo: la gioia, la libertà, la liberazione, la luce donata ai poveri, agli schiavi, ai ciechi. Con questo spirito vogliamo accogliere – con il cuore colmo di gioia e di gratitudine – l’Anno Santo della Misericordia, annunciato da Papa Francesco a partire dall’8 dicembre di quest’anno, nella memoria del cinquantesimo anno della chiusura del Concilio Vaticano II.

 Carissimi, negli anni scorsi – in questa celebrazione – vi ho proposto una riflessione sulle promesse sacerdotali dell’obbedienza, della povertà e del celibato. Quest’anno, e nei prossimi anni, vorrei riflettere con voi sul significato liturgico-pastorale degli olii che tra poco benedirò e consacrerò.
 Nella Santa Messa del Crisma, gli olii santi stanno al centro dell’azione liturgica, vengono benedetti e consacrati dal Vescovo per tutto l’anno, esprimendo, così, l’unità della Chiesa diocesana con il proprio Pastore.
 Benedetto XVI ci ha ricordato che: «In quattro sacramenti l’olio è segno della bontà di Dio che ci tocca: nel Battesimo, nella Cresima, nel sacramento dell’Ordine e, infine, nell’Unzione degli Infermi. Così l’olio, nelle sue diverse forme, ci accompagna lungo tutta la vita: a cominciare dal catecumenato e dal Battesimo fino al momento in cui ci prepariamo all’incontro con un Dio Giudice e Salvatore».

 La prima unzione che il non-battezzato riceve dal Signore – attraverso le mani del ministro della Chiesa – è l’olio dei catecumeni, che dà inizio, appunto, a un cammino catecumenale che lo porterà alla conoscenza e all’incontro personale con Cristo, dentro la comunità cristiana. Il significato e l’efficacia di quest’olio ci vengono spiegati dalle parole di benedizione pronunciate dal Vescovo. Si tratta di un olio che è segno della forza divina che infonde energia e vigore ai catecumeni perché vengano illuminati dalla sapienza divina e, così, siano capaci di comprendere più profondamente il Vangelo di Cristo e ne assumano con generosità gli impegni della vita cristiana.

 Anche quest’anno nella chiesa cattedrale e in altre chiese parrocchiali della nostra Diocesi, più di venti catecumeni riceveranno i sacramenti dell’Iniziazione Cristiana nella Veglia Pasquale. Accogliamo con gioia questi nostri fratelli e sorelle, ma vogliamo anche pensare ai papà e alle mamme che – avendo avuto il dono di un figlio o di una figlia – hanno chiesto alla Chiesa di Dio il Battesimo per le loro creature.
 Tante nostre comunità parrocchiali, in collaborazione con la Diocesi, hanno formato delle coppie di genitori che si sono messe a servizio con grande generosità e corresponsabilità per la preparazione non solo al sacramento del Battesimo di questi bambini ma per intraprendere un cammino di fede insieme alle loro famiglie. La domanda del Battesimo da parte di persone adulte o da parte di genitori, suscita in ciascuno di noi l’impegno della missionarietà e della testimonianza di una vita cristiana seria e coerente.

 Carissimi sacerdoti, desidero ringraziarvi per il generoso e infaticabile servizio che rendete alla Chiesa diocesana, soprattutto alle persone più deboli, più povere e meno garantite. Esprimo la mia gratitudine e la mia riconoscenza ai presbiteri diocesani e religiosi che festeggiano l’anniversario della loro ordinazione. Un pensiero, grato e affettuoso, va ai sacerdoti “fidei donum”, testimoni del Vangelo di Cristo in Brasile e in Thailandia. Vogliamo ricordare, in modo particolare, i confratelli ammalati e coloro che il Signore ha chiamato a Sé nella sua dimora di luce e di pace.
 Saluto e ringrazio i sacerdoti che prestano il loro servizio alla Chiesa presso gli organismi della Conferenza Episcopale Italiana o alla Santa Sede. Un ricordo speciale per il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.
 E così pure ringrazio i preti provenienti da altre diocesi sorelle, presenti tra noi per servire le comunità di immigrati cattolici. Una preghiera rivolgiamo insieme al Signore per i sacerdoti che hanno lasciato il ministero.
 Vi comunico, con grande gioia, che il Signore ci ha fatto il dono di otto giovani candidati al Diaconato verso il Sacerdozio e di cinque adulti candidati al Diaconato permanente; di sei candidati al presbiterato nella nostra Chiesa diocesana e un candidato dell’Operazione Mato Grosso per la Chiesa di Huari in Perù.

 Prepariamoci ora a rinnovare le promesse sacerdotali fatte il giorno della nostra ordinazione. Le rinnoviamo davanti ai fedeli, ai quali chiediamo di pregare per noi. E voi, sacerdoti e fedeli, pregate anche per me, affinché sia fedele al compito che mi è stato chiesto.

 In questo momento desidero esprimere – anche a nome di tutti voi – la gratitudine e la riconoscenza ai consacrati e alle consacrate in una “speciale sequela di Cristo”. La Vita Consacrata si pone nel cuore stesso della Chiesa come elemento decisivo per la sua missione, poiché esprime la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso l’unione con l’unico Sposo, Cristo Signore.

 Invochiamo l’intercessione materna della Madonna di Monteberico su ciascuno di noi e su tutte le persone che vivono nel territorio della nostra Diocesi.
 A tutti auguro una partecipazione intensa e profonda alle celebrazioni del Triduo Pasquale.
 Amen.

 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza