23 giovani vicentini in partenza per la missione

In luglio e agosto in Africa, America Latina e Indonesia

 

Sono in 23, tutti tra i 19 e i 30 anni, pronti per partire. Destinazione? Dipende: Brasile, Mozambico, Burundi, Congo, Equador, Indonesia, Sierra Leone e Caserta. Toccheranno quasi tutti i cinque continenti i giovani di “Insieme per la missione”, il corso di formazione missionaria organizzato all’Istituto missioni estere dei padri saveriani di viale Trento, a Vicenza. Sabato 10 giugno, nella chiesa di Cresole alle 20.30, i 23 giovani riceveranno dal Vescovo il mandato che li porterà a vivere per un mese, tra luglio e settembre, fianco a fianco con i missionari di diverse congregazioni religiose. «Il viaggio corrisponde alla conclusione del primo anno del percorso di “Insieme per la missione” – spiega padre Luciano Bicego, saveriano, responsabile dell’iniziativa -. Il percorso dura due anni. Il secondo anno lo si passa a condividere l’esperienza vissuta e a capire come vivere l’impegno missionario qui, dove viviamo la nostra vita di ogni giorno». L’esperienza di “Insieme per la missione” è un piccolo gioiello della diocesi di Vicenza, forse unico a livello nazionale. «La ricchezza di questo percorso sta nel fatto che è nato su iniziativa di diverse congregazioni missionarie presenti nel territorio della diocesi – spiega Bicego -. Ed è una esperienza che porta una grande ricchezza per la diocesi perché porta ad un impegno sociale e non solo religioso dei giovani che vi partecipano». In 13 anni sono stati 1100 i giovani partiti per le missioni di tutto il mondo. «Nei primi anni della proposta partecipavano al corso anche 70-80 giovani – ricorda padre Bicego -. Ora i numeri sono diminuiti non perché l’interesse per la missione sia venuto meno, ma perché sono aumentate in generale le proposte di questo tipo e perché anche la selezione dei partecipanti è più attenta e il percorso formativo più esigente». Ogni anno, inoltre, si genera un circuito positivo in quanto chi conclude il percorso ha la possibilità di diventare animatore dei giovani che, invece, lo iniziano. «Negli anni è nata qualche vocazione religiosa, ma sono nate, soprattutto, vocazioni laicali alle missioni – racconta ancora padre Bicego -. Ogni giovane ha una sua storia, qualcuno si avvicina anche senza una fede particolarmente convinta. Per tutti, però, il viaggio diventa un’occasione di cambiamento. Non è un’esperienza che li chiama a “fare qualcosa”, perché una volta in missione questi giovani devono semplicemente lasciarsi accompagnare da missionari, vedere la loro vita, la realtà dei poveri e delle persone che seguono. Devono semplicemente andare e vedere. E questo porta molta ricchezza alla loro vita e al nostro territorio». Andrea Frison