Mercoledì 5 marzo con il Rito delle Ceneri inizia la Quaresima, un tempo dell’Anno liturgico che, con il suo forte appello alla conversione e la sua connotazione tipicamente penitenziale, pare particolarmente indicato per entrare maggiormente nella spiritualità del Giubileo da qualche mese iniziato. Ne parliamo con don Damiano Meda, un dottorato in Teologia Spirituale, dal 2023 direttore dell’Opera diocesana Esercizi Spirituali di Villa San Carlo.
Don Damiano, cos’hanno in comune la Quaresima e il Giubileo?
Per citare una felice espressione del cardinale Martini, direi l’appello a “ripartire da Dio”. Nella prima udienza giubilare, papa Francesco si è rivolto ai pellegrini in piazza San Pietro dicendo: “Guardiamo a quel grande profeta di speranza che fu Giovanni Battista. Di lui Gesù disse qualcosa di meraviglioso: che è il più grande fra i nati di donna.
Capiamo allora perché tanta gente accorreva a lui, col desiderio di un nuovo inizio, col desiderio di ricominciare. E il Giubileo ci aiuta in questo. Come noi oggi attraversiamo la Porta Santa, così Giovanni proponeva di attraversare il fiume Giordano, entrando nella Terra Promessa come era avvenuto con Giosuè la prima volta, ricominciare, ricevere la terra da capo, come la prima volta. Sorelle e fratelli, questa è la parola: ricominciare”. Dunque il Giubileo e la Quaresima sono doni per ricominciare a camminare umilmente con il nostro Dio.
Potremmo definire la Quaresima una sorta di pellegrinaggio interiore o spirituale?
Si, certamente, a condizione che interiore non diventi “intimismo” e spirituale faccia rima con solidale. Talvolta in nome di principi spirituali rigidamente difesi, si vedono persone che evitano di “sporcarsi le mani”. Altre volte si promuovono iniziative di preghiera, ma poi si manca di attenzione verso i poveri che stazionano fuori della chiesa e infastidiscono con la loro petulanza. Capita così che ci si preoccupi più della salvezza della propria anima che della salvaguardia per la Casa comune. La preghiera, il digiuno e l’elemosina, sono come le arcate di un ponte. Esse sostengono il pellegrinaggio quaresimale purché siano pratiche che spalancano il cammino del cuore, nel duplice senso del cammino di Gesù, attraverso il suo mistero di incarnazione passione, morte e risurrezione e anche del cammino del nostro cuore sempre più unito al suo.
Come ritrovare oggi una fedeltà quotidiana alla preghiera?
Per ritrovare il ‘respiro della preghiera’ è necessario darsi dei tempi e farsi guidare. Ricordo due fine settimana proposti a Villa San Carlo. Il primo sono gli Esercizi brevi di Quaresima per catechiste e accompagnatori nella fede, dal 7 all’8 marzo prossimi. Il secondo è il ritiro triveneto della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, guidato da don Paolo Lembo, dal 28 al 30 marzo 2025.
Ma prima di tutto, dicevi, è necessario ripartire dal proprio cuore…
Papa Francesco, nell’ultima enciclica sull’amore umano e divino di Cuore di Gesù parte dall’importanza del Cuore, inteso come “il sé più autentico e radicale”. Gesù nella sua predicazione invitava a “fare attenzione al lievito dei farisei”. Oggi si parla del lievito del clericaligrinaggio.
Alessio Graziani
Articolo tratto da La voce dei Berici





