Per quali strade cammina il vangelo oggi? Come accade che la parola di Dio incontri la vita delle persone e quella dei presbiteri? Queste domande hanno aperto i lavori del consiglio presbiterale riunito a villa San Carlo il 2 ottobre. Le risposte dei presenti, che hanno condiviso le proprie esperienze di ministero, hanno evidenziato una serie di “occasioni favorevoli” per l’annuncio nel nostro tempo. A cominciare dalle situazioni relative al passaggio di qualche “soglia” della vita: la nascita di un figlio, la morte di una persona cara, la malattia, il matrimonio, a volte il 18º compleanno. In questi frangenti la vita sembra più pronta a ritrovare il gusto e la direzione che vengono dal vangelo. Sono state menzionate anche le occasioni di incontro spontaneo e gratuito, meglio quando non c’è l’assillo dell’orologio; la fraternità vissuta in canonica e con i fedeli più vicini, la liturgia ben curata, gli incontri con i malati e le persone fragili, la celebrazione della riconciliazione (anche da penitenti), i campeggi, la visita alle famiglie… In queste occasioni il vangelo annunciato si lascia gustare meglio da chi lo annuncia, che non deve dimenticare di essere il primo destinatario della buona notizia.
Alla luce di questa “mappa”, la ripresa pomeridiana ha visto il consiglio riprendere in mano la bozza di statuto del consiglio pastorale unitario, visto come uno strumento per avere comunità vive, generative e missionarie. Il consiglio ha ribadito l’utilità di un documento diocesano che dia le linee guida per la composizione e le funzioni del consiglio pastorale unitario. Numerosi interventi hanno anche evidenziato la necessità di adattare questo organismo in funzione delle diverse situazioni locali: città e paesi, unità pastorali composte di tante o poche parrocchie, presenza o assenza dei gruppi ministeriali… L’orientamento del consiglio presbiterale è di offrire le motivazioni che ispirano la nascita e la promozione del consiglio pastorale unitario, indicandone il valore teologico – pastorale, al fine di motivare le comunità ancora incerte su questa scelta e confermare la scelta di quelle che già ne beneficiano, per arrivare a proporre alcune tipologie di statuto che tengano presenti le diverse situazioni territoriali.