Omelia del Vescovo Giuliano nella celebrazione Eucaristica per il 25° anniversario della Croce del M.A.S.C.I. – A.G.E.S.C.I. Santuario di Santa Maria Panisacco – Valdagno, 11 ottobre 2025
Omelia del Vescovo Giuliano nella celebrazione Eucaristica
per il 25° anniversario della Croce del M.A.S.C.I. – A.G.E.S.C.I.
Santuario di Santa Maria Panisacco – Valdagno, 11 ottobre 2025
Letture: Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28
Cari fratelli e sorelle, cari adulti scout, amici del M.A.S.C.I. e dell’A.G.E.S.C.I., oggi il Signore ci convoca ai piedi di una Croce, segno semplice e potente, piantata sulla terra delle vostre montagne, che guardano verso il cielo.
Una croce che da venticinque anni custodisce silenziosamente la memoria di tanti cammini, la fatica di salite condivise, la gioia di incontri, la speranza di chi, come voi, crede che la fede si vive in cammino, non in poltrona.
“Sarà il Signore a giudicare tutte le genti” (Gl 4,12)
Il profeta Gioele ci ha fatto ascoltare parole grandi e tremende: Dio convoca le nazioni nella “valle della decisione”. È un’immagine severa, ma anche piena di promessa: il Signore entra nella storia, non la lascia in balìa dei potenti, non resta lontano. Il mondo non è abbandonato al caos o alla violenza, ma attraversato da una giustizia che nasce dal cuore stesso di Dio.
Voi, come adulti scout, conoscete la fatica di prendere decisioni giuste, di scegliere ogni giorno la via del servizio, del rispetto, della custodia della terra. Anche la vostra Carta di Comunità, che oggi deponete ai piedi della croce, è un modo per dire a Dio: “Vogliamo essere parte di questa valle della decisione, vogliamo che la nostra vita si lasci giudicare e orientare dal tuo Vangelo”.
Non c’è fede adulta senza responsabilità, senza la capacità di lasciarsi misurare dalla Parola di Dio.
“Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio” (Lc 11,28)
Nel Vangelo, una donna esclama: «Beato il grembo che ti ha portato!». Gesù risponde: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano».
È un rovesciamento delicato ma radicale: non basta ammirare Gesù, bisogna seguirlo. Non basta portarlo nel cuore come un ricordo affettuoso, bisogna lasciarsi trasformare dalla sua Parola.
È questa la beatitudine che oggi vogliamo accogliere ai piedi della Croce: essere ascoltatori obbedienti della Parola. L’adulto nella fede non è colui che sa già tutto, ma chi continua a mettersi in ascolto, come un esploratore che ogni giorno riprende il sentiero.
Il vero cammino spirituale non è quello di chi conquista nuove cime, ma di chi sa fermare il passo per ascoltare il vento dello Spirito.
Forse la Croce sul colle di Panisacco, con il suo acciaio che non si consuma, ci dice proprio questo: che la fede non arrugginisce quando resta esposta al vento, alla pioggia, al sole, quando non è rinchiusa ma lasciata vivere all’aperto, nel mondo.
“La terra che abitiamo non è nostra, ma dono di Dio”
Mi colpisce il gesto che compirete oggi: portare ai piedi della croce un pugno di terra del vostro territorio. È un gesto semplice, ma profondo. La terra non è nostra proprietà: è memoria di generazioni e promessa per chi verrà dopo di noi.
È la terra che Dio affida alle nostre mani perché la custodiamo, non perché la dominiamo.
Il vostro cammino scout nasce da qui: dal rispetto per la terra, per i fratelli, per la Parola.
Questa terra, mescolata sotto la croce, diventa simbolo di unità e di comunione: le diverse comunità del Veneto che si riconoscono parte di un’unica avventura evangelica, quella di “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.
Ma c’è di più: la terra che deponete oggi è anche segno di speranza incarnata.
In un tempo segnato da guerre, da muri e da paure, voi portate qui un frammento di pace, un desiderio di fraternità concreta. È come dire al Signore: “Ecco, noi crediamo ancora che l’amore è più forte, che la pace è possibile, che la speranza non delude”.
Il segno della Croce: verticale e orizzontale
Ogni croce è fatta di due direzioni: una verticale, che unisce la terra al cielo; una orizzontale, che abbraccia l’umanità intera.
Vivere la fede adulta è stare al punto d’incontro tra queste due direzioni: con i piedi ben piantati nella realtà, nei problemi, nella storia; ma con lo sguardo rivolto in alto, aperto al Mistero, fiducioso nel Signore che guida ogni cammino.
Il vostro essere scout adulti significa questo: essere uomini e donne che non fuggono dal mondo, ma lo abitano da credenti; che non si rifugiano nel passato, ma costruiscono futuro; che non parlano soltanto di Dio, ma vivono in Dio dentro la quotidianità.
Conclusione
Cari amici, questa croce d’acciaio, segno di una fede “perenne”, non è solo memoria di venticinque anni passati: è invito a ripartire. Ogni volta che salirete su questo colle, lasciatevi attirare da Cristo Crocifisso e Risorto, che vi dice: “Non temete. Io sono con voi”.
Ripartite da qui con cuore leggero, con lo zaino pieno di gratitudine e lo sguardo pieno di futuro.
E ricordate: la vera forza di un adulto credente non sta nel possedere certezze,
ma nel restare in cammino, insieme a tante altri uomini e donne, alla luce di quella Croce che continua a indicare la via.