Il Museo Diocesano, grazie al contributo della Fondazione Roi, ha acquisito il Ritratto del vescovo di Vicenza Matteo Priuli (1565-1579). Il dipinto ritorna così dopo molto tempo nella Diocesi di Vicenza che si è impegnata a farlo restaurare.
Quindi, dopo una breve illustrazione della vita del Vescovo Priuli a cura del direttore del Museo Diocesano mons. Francesco Gasparini, il professor Fernando Rigon introdurrà “Il ritratto: presenza di un’assenza”, sottolineando perché sia importante aver recuperato quest’opera per la storia della nostra Diocesi.
«Quest’opera ritorna finalmente “a casa”, in Vescovado e nel Museo Diocesano, e ci restituisce l’immagine di un vescovo che fu decisivo per la vita della nostra Chiesa locale – spiega mons. Franesco Gasparini -. Il ritratto, infatti, ci fa ammirare in tutta la sua fierezza mons. Matteo Priuli, seduto su un’importante poltrona, con uno sguardo intenso e deciso e con la destra appoggiata sopra un orologio, quasi un ricordo di quel “memento mori” che accompagna la fragilità dei giorni e della vita».
Mons. Matteo Priuli indisse ben tre sinodi di riforma e intraprese una serie di interventi in tutti i settori della vita ecclesiale. Preoccupato del rinnovamento del clero e della formazione dei laici, fondò il Seminario Diocesano – uno dei primi al mondo – e compose un Catechismo.
Fortemente provato dalla resistenza del Capitolo della Cattedrale al suo impegno per ripristinare l’autorità vescovile, nel 1579 decise di ritirarsi nella sua casa a Venezia, dove morì nel 1595.