“Chiesa viva” compie 50 anni ed è ancora sinonimo di compagnia, umanità, relazione e vicinanza

Chiesa Viva è il piccolo miracolo della diocesi di Vicenza. Quest’anno compie 50 anni di vita, una vita vissuta generosamente, in piena autonomia, grazie all’affetto e alle offerte di migliaia di donne e uomini di buona volontà che contribuiscono al suo sostentamento e la distribuiscono direttamente nelle case dei fedeli. Una macchina rodata, una catena umana di solidarietà e collaborazione che diffonde la parola dei nostri missionari e le novità del seminario vescovile.

Nasce il primo gennaio 1965, per volontà del Vescovo Carlo Zinato, nel formato di 20 pagine per 12 mesi, per sensibilizzare la comunità, le parrocchie alla dimensione missionaria e vocazionale della Chiesa. Da mezzo secolo raccoglie le testimonianze di missionari e preti fidei donum dall’Asia, Africa, America Latina, racconta la loro vita, le sfide, le difficoltà, parla di culture e tradizioni nuove.

È un piccolo miracolo, perché entro il primo anno di vita raggiunge le 45mila copie mensili, negli anni arriva a raggiungere 70mila famiglie della diocesi. Vola nelle mani di tutti i nostri missionari nel mondo, oggi circa un migliaio. Negli anni Sessanta è su abbonamento: basta iscriversi alle Pontificie Opere Missionarie per ricevere una copia ogni mese. Oggi si riceve su offerta suggerita.

Non ci sono redattori assunti, Chiesa Viva è il frutto del lavoro del direttore dell’Ufficio missionario don Arrigo Grendele e delle sue tre collaboratrici che a fine mese riempiono di copie il baule delle loro auto e si dividono il territorio diocesano. La distribuzione avviene parrocchia per parrocchia, zelatrice per zelatrice, collaboratrice per collaboratrice. Da un pacco grande, se ne formano di sempre più piccoli, mano dopo mano fino alle case dei lettori. Un evento straordinario che, al netto delle spese di spedizione internazionali (circa 700 euro al mese), regala ogni anno alla diocesi 140mila euro. È il vescovo Pizziol a decidere la destinazione degli utili: di solito un terzo va alle Opere missionarie in Vaticano, un terzo al sostentamento del Seminario Vescovile, un terzo all’Ufficio missionario e alle nostre missioni.

Le zelatrici – negli anni Sessanta sono un esercito di 3500 volonterose donne-, non sono solo semplici distributrici, sono le amiche che ogni mese suonano il campanello e regalano un sorriso, una chiacchiera. Negli anni, soprattutto per le famiglie che vivono nei paesini di montagna, la consegna di Chiesa Viva è sinonimo di compagnia, umanità, relazione, vicinanza.

«Lo scopo è sempre stato sensibilizzare la comunità, le parrocchie alla dimensione missionaria della Chiesa – spiega il direttore don Arrigo -. La missione non è prerogativa di alcune persone, è la missione di ogni battezzato, la missione è sia qui che oltre Oceano. Dico sempre ai missionari e ai 35 preti fidei donum – continua – di accogliere Chiesa Viva come una nostra cartolina mensile, un dono che parla del loro lavoro e della Chiesa vicentina, della Chiesa che li ha generati e battezzati. Se non ci fosse mancherebbe il collegamento tra missioni, seminario e fedeli».

  Il rischio che pian piano la realtà si spenga c’è, oggi si stampano poco più di 25mila copie – tantissime – , ma nel 2010 erano 29mila e ogni anno si perdono circa 1000 copie. Manca poi il cambio generazionale, sono sempre meno le persone interessate alla distribuzione.

«Viviamo sull’onda del lavoro fatto da due splendidi uomini della nostra Chiesa – continua don Arrigo – ; mons.Marco Faedo e don Giacomo Bravo». Il primo nel 1965 è direttore dell’Ufficio Missionario, il secondo è il sacerdote morto in Sud Sudan (con don Antonio doppio) l’8 febbraio del 2003 il giorno delle celebrazioni di Santa Bakita. Don Bravo, sacerdote da nemmeno sei anni, è direttore dell’Opera Diocesana Vocazioni (Ove), e redattore di Chiesa Viva – il suo primo articolo esce nel marzo 1965 -.  Poi fa carriera in seminario fino a diventarne Rettore, è assistente dell’Azione Cattolica, parroco ad Arzignano, fino al 1996 quando torna al primo amore come direttore dell’Ufficio missionario della diocesi, nominato dall’allora vescovo Pietro Nonis. Esattamente 38 anni dopo quel primo articolo, nel marzo 2003 il mensile pubblica un pezzo dedicato alla sua morte.

Don Arrigo per festeggiare dedica un libro a don Giacomo “50 anni di Chiesa Viva riletti attraverso le parole di don Giacomo Bravo”, che  raccoglie i pensieri, le riflessioni, le esortazioni e i messaggi del sacerdote che ha cominiciato e finito la sua vita con la testa e il cuore sulla rivista.

Marta Randon


Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana