III SETTIMANA DI AVVENTO: VIVIAMO CON GIOIA

 
III° Domenica di Avvento: 13 Dicembre 2020 Scarica le pagine del sussudioDomenica 13 dicembre 2020: IIIa Domenica di Avvento  celebrazione in famiglia  DIALOGO INIZIALESignore apri le mie labbra
e la mia bocca canterà la tua lode.
Dio fa’ attento il mio orecchio
perché ascolti la tua Parola.
Benedetto il Signore Dio, il Dio d’Israele
egli solo compie meraviglie
benedetto per sempre il suo Nome di gloria
tutta la terra sia piena della sua gloria.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo…
ALLA TUA PRESENZA SIGNORE

Mostraci il tuo volto, Signore,
vieni a visitarci nella pace!
Come il volto del padre e della madre
il tuo volto risplenda su di noi,
di pietà e di amore risplenda.
E guardando te saremo perdonati.
Come il volto dell’amico del cuore
il tuo volto risplenda su di noi,
di bontà e di fiducia risplenda.
E guardando te saremo consolati.
Come il volto del maestro che ama
il tuo volto risplenda su di noi,
di verità e di sapienza risplenda.
E guardando te saremo illuminati.
Come il volto dello sposo fedele
il tuo volto risplenda su di noi,
di tenerezza e di gioia risplenda.
E guardando te saremo raggianti.
Mostraci il tuo volto, Signore,
vieni a visitarci nella pace!

 

ASCOLTIAMO LA TUA PAROLA

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
 
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
 

 COSA VUOI DIRCI, SIGNORE?

Il Vangelo di oggi ci presenta la figura di Giovanni il Battista.
Le scritture lo descrivono come un uomo vestito di peli di cammello che si nutriva di locuste e miele selvatico (Mt 3,4), una vita interamente votata all’annuncio del Regno di Dio, spesa per preparare la strada al Messia di cui parlavano i profeti. Ma come può una vita così umile e misera dare testimonianza alla luce che verrà? (Gv 1,8) Eppure l’annuncio di Cristo è un messaggio di gioia, di speranza, di rinascita per un popolo piegato dalle ingiustizie! La sua predicazione deve essere stata solare, carismatica, dirompente. Raggiunse un consenso tale da spingere addirittura i sacerdoti a domandarsi se fosse lui il Messia. Se pensiamo alla gioia di essere testimoni di fede, risuonano ancora nelle nostre orecchie le parole di papa Francesco durante la GMG 2016 a Cracovia. Nella veglia a Campus Misericordiae, ha ricordato gli apostoli nel giorno della Pentecoste, timorosi di affrontare il mondo, minacciati da un ambiente che li perseguitava e che li costringeva a stare fermi, paralizzati, in una piccola abitazione. Una paura sconfitta dallo Spirito Santo che si posò su di loro: “Mi piace chiamarla la paralisi che nasce quando si confonde la felicità con un divano: kanapa! Gesù non è il Signore del conforto, della sicurezza e della comodità. Per seguire Gesù bisogna avere una dose di coraggio, bisogna decidersi a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate!”. Spesso ci capita di identificare la felicità con il riposo, con la filosofia del “vivi e lascia vivere”. Il messaggio che arriva dai social network e dai media è che “chi meno fa”, va incontro a meno problemi e vive con più serenità. Gesù, invece, ci chiede di alzarci dal divano e di darci da fare, anche quando  questo comporterà qualche sacrificio, o porterà a delle scelte non convenzionali. “La libertà non è star sopra un albero (…) libertà è partecipazione!” cantava Gaber. La testimonianza di Giovanni parla anche a noi, come individui e come coppia. Riusciamo a metterci in gioco ogni giorno, rispondendo a quello che  Dio ci chiede di fare? Oppure viviamo con pesantezza l’etichetta del cristiano al giorno d’oggi? Giovanni ha sacrificato la sua vita per l’annuncio della verità, saremmo disposti a fare altrettanto? Sicuramente non è un compito facile, anche perché il mondo sembra andare nella direzione contraria al vivere cristiano, ma Gesù ci ricorda che la nostra consolazione sta nell’essere saldi nella fede: “Sarete perseguitati per causa mia, ma rallegratevi perché la vostra ricompensa è nei cieli.” (Mt 5, 11-12).
(Emanuele e Chiara)
 

IN QUESTA SETTIMANA VIVIAMO …

Nella settimana che ci aspetta, vogliamo vivere le cose che abbiamo sempre rimandato per paura, timidezza o pigrizia. 
La telefonata alla persona con cui abbiamo un rapporto difficile, il messaggio o l’augurio a chi ci vuole bene ma fatichiamo a corrispondere.
 
PREGHIAMO COME TU CI HAI INSEGNATO, SIGNORE

Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male.

 
LITURGIA DELLA CASA
 
L’albero di Natale
Quella dell’albero è una delle usanze natalizie più popolari nei Paesi occidentali, ove si affianca oramai al tradizionale presepe. Non a caso Giovanni Paolo II a partire dal 1982 volle che in occasione delle festività natalizie in piazza San Pietro, accanto al presepe, fosse collocato un alto e robusto abete, finemente decorato con palline color oro e argento e con luci bianche e gialle. Un gesto di ecumenismo quello compiuto dal grande Papa, volto a sottolineare l’unità del mistero dell’Incarnazione, pur nella molteplicità delle tradizioni elaborate nelle varie parti del mondo cristiano per esprimerlo. “L’abete sempre verde – ricordava Giovanni Paolo II – esalta il valore della vita, perché nella stagione invernale diviene segno della vita che non muore”. Facilmente l’albero natalizio si presta ad essere associato a Gesù Cristo, fonte, per noi cristiani, della vita che non muore. Le luci e le palline colorate, a loro volta, richiamano Cristo, luce del mondo, venuto a diradare le tenebre del peccato e della morte in cui è avvinta l’umanità.

 
Preghiera davanti alla porta di casa, mentre si appende la ghirlanda:
 
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Chiediamo a Dio Padre di benedire noi che siamo qui,
attorno a questo albero.
Signore nostro Dio, ti ringraziamo per la luce della creazione,
per il sole, per la luna e le stelle che illuminano la notte,
per questo albero attorno al quale preghiamo che ci ricorderà la bellezza
di stare insieme nella nostra casa.
Ti ringraziamo per Gesù, tuo Figlio: egli è l’Emmanuele,
il Dio con noi, il Principe della pace.
Dio del cielo, amico degli uomini, scenda su di noi la tua benedizione,
così come le luci di questo albero.
Coloro che guarderanno queste luci
siano pieni del tuo Santo Spirito di amore e di gioia
e attendano con speranza la venuta di Gesù, tuo Figlio,
nostro fratello e salvatore.
Te lo chiediamo nel suo nome,
lui che vive e regna con Te nello Spirito per i secoli dei Secoli.
Amen.
 
PER LA PROSSIMA DOMENICA …
prepariamo il presepe nelle nostre case.