“Il Vangelo della Creazione” Don Vivian alla Scuola del Lunedì

[Aggiornato con la registrazione audio] Il rapporto tra essere umano e creato

 
 Ancora una volta la relazione di don Dario Vivian – ospite il 22 febbraio alla Scuola del Lunedì per il ciclo di incontri sulla Laudato sì – si è rivelata brillante e ricca di spunti. Il teologo vicentino, esperto in particolare in antropologia teologica, ha tenuto una conversazione sul tema “Il Vangelo della creazione”, soffermandosi soprattutto sul rapporto tra essere umano e creato. 
 
“Nella prospettiva biblica – ha esordito don Vivian – in principio non vi è il caso e neppure la necessità materialistica, ma la libertà che Dio immette creativamente in tutta la realtà. Dio crea il mondo conferendo ad esso una piena autonomia da sè stesso. Crea “ritirandosi”, così come il mare crea la spiaggia arretrando rispetto ad essa”. Tale prospettiva, se presa seriamente in tutte le sue conseguenze, obbliga ad alcuni interrogativi: come dobbiamo pensare l’onnipotenza di Dio dopo la creazione? E’ possibile passare di “disegno intelligente” senza sminuire l’autonomia del creato dal suo Creatore? e ancora, esiste un “principio antropico” secondo il quale tutto tende alla realtà dell’uomo?
 
“Dalla biologia possiamo mutuare – ha spiegato don Vivian in una interessante prospettiva interdisciplinare – il modello dell’attrazione verso la vita, che si manifesta in forme sempre più significative e che è animata da un principio di cooperazione in funzione della vita stessa.
 
In tale modello di una creazione continua, una sorta di work in progress, all’uomo – secondo la Scrittura – viene affidato il compito di “coltivare e custodire”, ovvero viene affidata una responsabilità nei confronti della vita perchè questa non abbia a perdere la propria autonomia e creatività. 
 
L’affermazione dell’auonomia del creato e della libertà dell’essere umano, nonchè il problema della presenza del male che insidia la vita, pone inoltre la questione seria del rapporto di Dio con il mondo che la Bibbia afferma come reale e definisce nei termini di “alleanza”. In altre parole, il “ritirarsi di Dio” al momento della creazione – e questo è il messaggio della fede ebraico-cristiana – non produce un “disinteresse” da parte di Dio rispetto a ciò che ha creato.
 
“Teologi come Rahner e Teilard de Chardin – ha detto don Vivian-  hanno, in epoca contemporanea, approfondito la natura di tale relazione che deve evidentemente tenere in una tensione positiva il rapporto tra trascendenza e immanenza. La fede cristiana nel Dio Trinità, relazione d’amore tra Padre, Figlio e Spirito, offre la possibilità di pensare uno spazio infinito, distinto e al contempo abbracciato da Dio,  in cui il mondo può essere creato come altro e diverso, ma in relazione costante con il suo Creatore”.
 
don Alessio Graziani
 
 
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