Impegno per i migranti e passione per la storia
Presentato a Roma il volume in onore di Mons. Marchetto

Si è svolta, martedì 12 novembre nella Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini in Roma, la presentazione del volume “Primato pontificio ed episcopato”, miscellanea di studi in onore dell’arcivescovo Agostino Marchetto.
Con questa iniziativa culturale, alla realizzazione della quale hanno aderito con loro interventi ben 26 studiosi di fama internazionale, si è voluto riconoscere l’impegno, profuso in anni di studio e di ricerca, di mons. Marchetto nelle discipline storiche, specialmente in riferimento al Concilio ecumenico Vaticano II, alla sua recezione e alla sua ermeneutica.
In un clima familiare, nonostante l’ufficialità, l’incontro ha visto una nutrita presenza di persone, espressione del mondo ecclesiastico, accademico, politico, ma anche legate da parentela o amicizia all’Arcivescovo.
La serata è stata coordinata dal prof. Giovanni Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”, ed è stata cadenzata da vari interventi con i quali si è voluto manifestare stima nei confronti del Festeggiato e apprezzamento per il suo lavoro.
Prima di dare la parola ai relatori è stata letta una lettera inviata da Papa Francesco a mons. Marchetto, nella quale il Sommo Pontefice, elogiando il lavoro dell’Arcivescovo, arriva a definire il Presule “il migliore ermeneuta del Concilio Vaticano II”.
L’onorevole Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, si è soffermata sull’impegno civile e sociale di mons. Marchetto, riferendosi soprattutto agli anni in cui collaborarono alla FAO ed istituzioni associate e al periodo in cui l’Arcivescovo fu segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti. La Presidente, come del resto anche l’arcivescovo Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, ha messo in evidenza l’impegno deciso e fermo di mons. Marchetto in favore dei migranti, impegno che non sempre trovò accoglienza e sostegno nemmeno da parte dell’autorità ecclesiastica. Un’affermazione forte condivisa dai presenti con un intenso applauso.
Legati al volume presentato sono stato gli interventi di mons. Bruguès e del card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Entrambi, seppur partendo da angolature diverse, hanno sottolineato l’impegno di mons. Marchetto nel mettere in luce, attraverso una rigorosa e puntuale ricerca, il fatto che il Concilio Vaticano II, per essere letto correttamente, richiede un’interpretazione secondo una ermeneutica di continuità e non di discontinuità. E’ questo il grande tema sul quale si riflette e si discute molto nel nostro tempo, ad oramai quasi 50 anni dalla chiusura dell’assise conciliare. Il Vaticano II ha sì creato uno spartiacque nella storia della Chiesa cattolica, ma nella continuità di un cammino bimillenario, nel corso del quale essa ha vissuto periodi di forte cambiamento, dettati dalla volontà di essere fedele al suo Signore. Il card. Koch ha ben riassunto questo pensiero, affermando che l’evento conciliare, frutto del coraggio del beato Giovanni XXIII e della sapienza di Paolo VI, vede abbracciarsi tradizione e rinnovamento, senza che l’una escluda l’altra. Il pericolo, semmai, sta in una acuta osservazione degli anni Settanta dell’allora teologo Joseph Ratzinger, citata dal Porporato. Sosteneva il futuro Benedetto XVI che ciò che ha devastato la Chiesa non è stato il Concilio, ma il rifiuto di accoglierlo.
E’, quindi, intervenuto il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della CEI, il quale, partendo dal tema del Concilio ha sviluppato una riflessione sulla Chiesa, mistero di comunione.
Al termine dell’incontro, ha preso la parola mons. Marchetto, il quale, visibilmente commosso, ha voluto ringraziare tutti, in particolare il Santo Padre per la stima e l’affetto dimostratigli.

Don Massimo Pozzer