“La Chiesa non ha nel cuore che la pace e la fraternità tra i popoli” Le parole di Giovanni XXIII e l’opera di Francesco

La storica notizia della riapertura di rapporti diplomatici tra Cuba e gli Stati Uniti grazie alla mediazione di papa Francesco, riporta al cuore e alle memoria le parole del Radiomessaggio con cui Giovanni XXIII il 25 ottobre 1962 scongiurò la minaccia di un conflitto atomico. Sono parole vibranti, ancora attuali, augurio e impegno per questo Natale e per la prossima Marcia nazionale per la Pace che si terrà nella nostra città. La Chiesa  non ha nel cuore che la pace e la fraternità tra gli uomini, e lavora, affinché questi obbiettivi si realizzino.
 Noi ricordiamo a questo proposito i gravi doveri di coloro che hanno la responsabilità del potere.
 E aggiungiamo: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: Pace! Pace!”. Noi rinnoviamo oggi questa solenne implorazione. Noi supplichiamo tutti i Governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. Eviteranno così al mondo gli orrori di una guerra, di cui non si può prevedere quali saranno le terribili conseguenze.
 Che continuino a trattare, perché questa attitudine leale e aperta è una grande testimonianza per la coscienza di ognuno e davanti alla storia.
 Promuovere, favorire, accettare i dialoghi, a tutti i livelli e in ogni tempo, è una regola di saggezza e di prudenza che attira la benedizione del cielo e della terra.
 Che tutti i Nostri figli, che tutti coloro che sono segnati dal sigillo del battesimo e nutriti dalla speranza cristiana, infine che tutti coloro che sono uniti a Noi per la fede in Dio, uniscano le loro preghiere alla Nostra per ottenere dal cielo il dono della pace: di una pace che non sarà vera e duratura se non si baserà sulla giustizia e l’uguaglianza.
 Che a tutti gli artigiani di questa pace, a tutti coloro che con cuore sincero lavorano per il vero bene degli uomini, vada la grande benedizione che Noi accordiamo loro con amore al nome di Colui che ha voluto essere chiamato “Principe della Pace” (Is 9,6).