Lo scalatore vicentino Mario Vielmo racconta la sua esperienza in Nepal

"Un popolo molto dignitoso e ricco di spiritualità"

 
“Sono molto contento che in diocesi ci sia questa colletta per il popolo del Nepal e invito tutti a dare il proprio contributo con generosità. Questa gente poverissima esprime una dignità straordinaria e vive una profonda spiritualità: li ho visti pregare per noi e sono sicuro che fanno del bene alla nostra anima”. Con queste parole commosse Mario Vielmo – scalatore vicentino, originario di Lonigo e profondo conoscitore del Nepal  – accoglie la notizia della raccolta di fondi per i terremotati del Nepal che domenica prossima 17 maggio si terrà in tutte le parrocchie d’Italia e che il vescovo di Vicenza ha voluto particolarmente incoraggiare per la nostra diocesi.
 
Il 25 aprile scorso, al momento del sisma, Vielmo si trovava proprio in Nepal. Lo scalatore aveva programmato da tempo la scalata di un  8.000 (come sono chiamate in gergo le cime  del massiccio dell’Everest)  quando si è trovato nel mezzo di questa  catastrofe umana ed ambientale.
Si definisce “vivo per miracolo” davanti a tutto quello che ha visto a causa del terremoto.

“Il Nepal è un paese molto povero, situato tra India e Cina, – racconta lo scalatore – che ora rischia di perdere anche la sua unica risorsa economica: il turismo. E’ un paese completamente in ginocchio non solo per la grande perdita di vite umane, ma anche perché ha perso buona parte della sua cultura. Molti edifici e monumenti legati alla storia locale, alle tradizioni ed alla religione buddista sono stati distrutti dal terremoto. E’ un dramma nel dramma, ma si tratta di una popolazione molto dignitosa. Non chiedono aiuto, ma lo sperano. Non sono fermi e bloccati dalla paura, ma si sono rimboccati subito le maniche per aiutarsi gli uni gli altri”.
 
“Scendendo verso valle – continua Vielmo – ci siamo trovati al monastero buddista di Phunzhok dove accolgono anche bambini che, provenendo da famiglie molto povere, entrano in monastero per poter sopravvivere alla fame e poi iniziano anche un percorso spirituale.  L’immagine che mi resterà sempre impressa,  è quella di questi monaci bambini che hanno aperto il loro giardino per metterlo a disposizione di tutti gli sfollati e preparavano da mangiare per tutti. E’ stato toccante vedere un gruppo di bambini e adolescenti che si prendeva cura degli adulti sfollati cucinando e adoperandosi in ogni modo”.
 
Alla domanda se intende ritornare, Mario Vielmo risponde con sicurezza che “sì, appena possibile tornerò, anzi, tutti dovrebbero andare perché l’unica risorsa del Nepal è il turismo. Adesso è necessario pensare subito alla ricostruzione, perché è il periodo dei monsoni è vicino e le tende di emergenza  non saranno più adeguate”.
 
Naike Borgo
Alessio Graziani
 
Guarda la Fotogallery che ci ha gentilmente inviato Mario Vielmo