MARCIA NAZIONALE PER LA PACE. Secondo incontro di preparazione: l’esperienza della Caritas Giordana

 
«La Giordania è uno stato in mezzo al fuoco, circondato da Paesi in conflitto: Iraq, Israele, e Siria. Fortunatamente, però, siamo anche un Paese in pace, dove cristiani e musulmani hanno imparato da tempo a convivere e ad essere ospitali con chi fugge dai conflitti».
 
Sarà la voce di Wael Suleiman, nato ad Amman 41 anni fa e direttore della Caritas giordana, il “piatto forte” del secondo incontro di avvicinamento alla grande “Marcia per la pace”. 
 
  “Non dalla guerra” è il titolo dato all’incontro che si svolgerà,  martedì 9 dicembre alle 20.30 al Centro diocesano “Arnoldo Onisto” di Vicenza (Borgo Santa lucia 51) e che offrirà uno spaccato dell’emergenza profughi che sta vivendo la Giordania.
 
«È da settant’anni che la Giordania accoglie profughi – racconta Wael Suleiman, raggiunto telefonicamente ad Amman:?ha iniziato nel ‘48, con i profughi palestinesi, che hanno cercato aiuto nel nostro Paese anche nel ‘67. Proprio in quell’anno, per rispondere a quell’emergenza, è nata Caritas. Poi, nel 1982 sono arrivati i profughi dal Libano e nel 1991 quelli dall’Iraq. Ora tocca ai siriani».Le stime più recenti parlano di un milione e 400mila profughi, che arrivano con un ritmo di 200-500 al giorno. «Ma all’inizio della crisi siriana arrivavano anche a duemila al giorno», puntualizza Suleiman.

  Con questi profughi sono entrati in contatto Giovanni Zambon, 21 anni di Costabissara, e Tommaso Carrieri, 20 anni di Vicenza, in occasione di un’esperienza di volontariato vissuta la scorsa estate. I due giovani saranno a loro volta portagonisti dell’incontro di martedì sera per presentare il loro progetto “Non dalla guerra”. «Si tratta di un progetto per sostenere una scuola che possa accogliere i bambini siriani fuggiti in Giordania con le loro famiglie», spiega Tommaso. Il loro obiettivo è di raccogliere 23mila euro l’anno per 5 anni, così da provvedere al costo del personale e del materiale scolastico per una trentina di bambini, perché tutti, ragazzi compresi, «non vanno a scuola da quattro anni, a causa della guerra – spiega ancora Wael Suleiman -. Lasciare un’intera generazione senza istruzione sarebbe una catastrofe».

  Per avere ulteriori informazioni sul progetto avviato da Tommaso e Giovanni, è possibile visitare il sito www.nondallaguerra.com

Andrea Frison
(Articolo apparso su La Voce dei Berici del 5 dicembre 2014)