Memoria liturgica di Santa Cecilia patrona della musica sacra

Le proposte dell'Istituto Diocesano Ernesto Dalla Libera

 In occasione della memoria di Santa Cecilia martire, giovedì 22 novembre, l’Istituto Diocesano di Musica Sacra e Liturgica propone a tutte le Corali parrocchiali della diocesi di celebrare a livello vicariale una Santa Messa per ringraziare Dio del servizio svolto e per rinnovare l’impegno ecclesiale esercitato nella pratica della musica per la liturgia. Coloro che intendessero organizzare questo prezioso evento possono essere coadiuvati dall’Istituto sia per l’aspetto celebrativo che per l’organizzazione. Il suggerimento che diamo è di aver particolare attenzione per il canto del Salmo responsoriale. In tal senso speriamo possa esservi utile la melodia composta dal maestro Massimo Donadello che trovate di seguito.             In collaborazione con l’Ufficio Liturgico desideriamo anche annunciare che a maggio, verosimilmente sabato 25, avremo l’opportunità di celebrare in Cattedrale con il vescovo Beniamino, un incontro diocesano con la celebrazione della Messa. In vista di questa occasione faremo pervenire a tutti i vicariati alcune proposte musicali. Quanti fossero interessati ad avere maggiori informazioni a riguardo possono contattare l’Istituto scrivendo a info@idmsl.it. Veniteci a visitare anche all’indirizzo www.idmsl.it per scoprire le attività in corso di svolgimento e per farci prevenire suggerimenti, proposte, richieste.  Scarica il salmo musicato Alcune note su santa Cecilia. Il 22 novembre, la Chiesa festeggia Santa Cecilia, giovane martire al tempo di Urbano I (222-230), il cui culto risale al V secolo, e patrona della musica, dei musicisti e dei cantanti. Secondo la tradizione Cecilia, nata da una nobile famiglia romana, era promessa sposa al giovane pagano Valeriano. La fanciulla, però, la notte delle nozze, rivelò allo sposo che un angelo di Dio custodiva la sua verginità, invitandolo alla conversione. Valeriano quella stessa notte si recò sulla via Appia, dove al terzo miglio incontrò il santo papa Urbano, il quale istruì e battezzò Valeriano che tornò a casa, vedendo Cecilia prostata nella preghiera con l’Angelo che da sempre vegliava su di lei. Ormai credente convinto, il giovane pregò affinché anche il fratello Tiburzio ricevesse la stessa grazia e così accadde. I due fratelli, ormai convertiti, si diedero a seppellire le vittime della persecuzione, ma vennero denunciati e condannati alla decapitazione, per poi esser sepolti nelle catacombe di Pretestato. Anche Cecilia, dopo la loro morte, venne chiamata dinanzi al giudice Almachio che ne ordinò la morte ma i carnefici, non osando eseguire la sentenza in pubblico, cercarono di soffocarla con i vapori del bagno nella sua stessa casa, ma venne salvata da una celeste rugiada. Fu poi mandato un littore a decapitarla, ma non riuscì a recidere il suo collo, nonostante l’avesse colpita tre volte. La fanciulla morì dopo 3 giorni di agonia, durante i quali convertì tutti i suoi famliari al Cristianesimo e fu proprio papa Urbano I, sua guida spirituale, a renderle degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto, riservandole un posto d’onore, accanto alla “Cripta dei Papi”. La Legenda Aurea narra che papa Urbano I, che aveva battezzato Valeriano ed era stato testimone del martirio, consacrò la casa di Cecilia, trasformandola in una Chiesa, come lei gli aveva chiesto. 600 anni dopo, nell’821, il papa Pasquale I, grande devoto della Santa, trasferì le sue reliquie nella Cripta della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere, costruita in suo onore. Nel 1599, durante i restauri della Basilica ordinati dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati, in occasione dell’imminente Giubileo del 1600, venne ritrovato il sarcofago che, aperto, rivelava l’ottimo stato di conservazione del corpo della Santa, avvolto in un abito di seta e d’oro. Il cardinale allora commissionò a Stefano Maderno una statua che riproducesse il più possibile l’aspetto e la posizione del corpo di Cecilia così com’era stato ritrovato. Oggi questa statua si trova sotto l’altare centrale della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. Ma perché la Santa è legata alla musica? Si tratterebbe di un’errata interpretazione di un brano della Passio in cui, descrivendo il suo matrimonio, si dice: “Mentre gli strumenti suonavano (cantantibus organis) Cecilia in cuor suo rivolgeva il suo canto al Signore”. Nella prima antifona delle lodi che si cantano in onore della Santa le parole “in cuor suo” sono state soppresse, lasciando così immaginare che Cecilia cantasse per davvero, accompagnata dal suono di organo. Data anche l’assoluta carenza di santi musicanti, il passo che la rese patrona della musica fu brevissimo. Già nel famoso dipinto di Raffaello “L’estasi di Santa Cecilia” la vergine martire viene raffigurata con un organo portativo in mano e strumenti musicali si piedi. Ad invocarla protettrice, i musicisti romani della Concregrazione a Lei intitolata, ma anche i colleghi d’oltralpe dato che dal XVII secolo tutta l’Europa scrivee musica in suo onore. Attorno al 1830 sorse in Italia, Francia e Germania un Movimento Ceciliano i cui aderenti, musicisti e studiosi, si prefissero di restituire dignità e rilievo alla musica sacra, sottraendola all’influsso stilistico del melodramma. In nome di Cecilia sorsero scuole, associazioni e periodici dediti allo studio e alla diffusione della musica sacra.   Scarica il salmo musicato