Sabato 20 giugno la giornata mondiale del migrante e del rifugiato

A Bassano del Grappa un musical per ricordarli

 
Il 2014 è stato l’anno più drammatico per i migranti in cerca di salvezza in Europa, con più di tremilaquattrocento morti in mare, più dei quattro anni precedenti messi insieme. Il 2015 purtroppo si mostra altrettanto agghiacciante: da gennaio all’inizio di maggio risultano morte in mare quasi duemila persone, di cui novecentocinquanta solo nel terribile naufragio del 19 aprile 2015.

Sono molte le persone che si preoccupano fattivamente e quotidianamente dei profughi accolti anche nel territorio berico. Molte anche le iniziative nella diocesi di Vicenza per aiutare a ricordare che i rifugiati si ritrovano ad avere questo status, spesso improvvisamente, ma che non lo scelgono.

Lunedì 15 giugno si è celebrata nella Chiesa di Santa Maria Bertilla in Vicenza una veglia ecumenica per pregare per i tanti, troppi migranti morti. Il pastore metodista William Jourdan, don Gian Antonio Allegri e monsignor Lodovico Furian, vicario generale della diocesi di Vicenza, hanno partecipato alla preghiera aiutando i presenti a comprendere meglio le motivazioni di partenza dei migranti.

“La speranza di cambiamento sono le nuove generazioni che crescono tutte insieme e non si accorgono delle differenze che gli adulti invece sottolineano” ha detto monsignor Furian nel suo intervento.

La veglia è stata una preghiera toccante preparata dal Centro Astalli di Vicenza, dall’Associazione Presenza Donna, dalla Chiesa Evangelica Metodista e dalla Parrocchia di Santa Maria Bertilla di Vicenza.
 
Sabato 20 giugno, invece, al teatro Remondini di Bassano del Grappa, si svolgerà il momento conclusivo dell’iniziativa Una strada verso casa con la messa in scena del musical Frontiere dell’Associazione Scalamusic. Si tratta di un viaggio immaginario tra le drammatiche vicende di uomini e donne che, per ragioni diverse, hanno lasciato la loro patria alla ricerca di un futuro migliore. Questa serata è l’ultima tappa del percorso che i missionari scalabriniani hanno iniziato a proporre il 24 aprile scorso con proposte molto diverse tra loro.

E’ importante far memoria, ricordare in tanti modi questi migranti, i loro nomi, i loro volti, le loro storie, le loro provenienze perché siamo tutti un po’ migranti nelle nostre vite. Tutti infatti siamo chiamati a cambiare qualcosa, a lasciare qualcosa di noi e delle nostre vite, ma a qualcuno non viene data un’alternativa e la nuova direzione è un paese diverso, lontano, spesso ostile e pieno di paura, ma che può essere molto accogliente, se lo sceglie.

Naike Monique Borgo
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