Sale della Comunità: problemi o risorse? Sabato 6 dicembre al centro Onisto l’Assemblea diocesana dei cinema parrocchiali

 
 Quando nel 2011 si iniziò a parlare di inevitabile passaggio alla proiezione digitale, sembrava che il destino di molte sale parrocchiali fosse oramai segnato. In realtà a distanza di tre anni ben 19 sale su 22 della diocesi di Vicenza sono riuscitea dotarsi del nuovo proiettore, anche grazie ai contributi erogati dalla Regione Veneto a sostegno del piccolo esercizio cinematografico.
 
 I problemi non sono comunque finiti, in particolare a causa di una ancora difficile reperibilità del prodotto cinematografico e delle condizioni imposte da alcuni distributori locali.
 
Anche a fronte dell’impegno economico profuso, i responsabilie e i volontari delle Sale della Comunità sono dunque chiamati a riflettere profondamente sul senso del proprio servizio, realizzando sempre più la trasformazione dei vecchi cinema parrocchiali in Sale della Comunità, ovvero in veri e propri centri di animazione culturale e pastorale.
 
Su tutto questo si rifletterà durante l’Assemblea diocesana dell’ACEC che si terrà sabato 6 dicembre dalle 10 alle 12 al Centro Pastorale Onisto di Vicenza.
 
Quattro gli  ingredienti fondamentali per una Sala della Comunità:
 
• Avere un progetto: il progetto ci è dato dalla Nota pastorale della CEI del 1999 La Sala della comunità: un servizio pastorale e culturale. Già al numero 2 si dice: “Con sala della Comunità non si definisce solo uno spazio fisico, ma si indica una precisa attitudine della comunità cristiana a diffondere il messaggio evangelico, coniugandolo con le diverse espressioni culturali e utilizzando i linguaggi propri della comunicazione moderna”. La SdC si propone pertanto come vero centro culturale per il territorio in cui è inserita, affiancando al cinema (che resta l’attività principale e continuativa) altre proposte di teatro, musica, letteratura… . Tutto questo per: far crescere lo spirito di comunità tra chi già frequenta la parrocchia; aiutare a comprendere il mondo in cui viviamo; valorizzare il buono e il bello che ci sono tra noi. Una SdC ha dunque una missione di socializzazione e intrattenimento, ma anche di dialogo e approfondimento culturale e, non da ultimo, un intento propriamente pastorale. Nessuna di queste dimensioni deve a mio avviso essere trascurata.

• Far crescere un bel gruppo di volontari: sono la vera forza della Sala. Un gruppo sufficientemente numeroso e coeso rende possibile l’apertura e l’animazione della Sala, cose che non possono ricadere su una o due persone. Il gruppo deve sentirsi motivato e apprezzato per quello che fa. L’età dei volontari può andare dai 15 ai 90 anni. Nella SdC chiunque può trovare qualcosa da fare e come valorizzare le proprie capacità. In Veneto abbiamo degli esempi bellissimi di gruppi composti da diverse decine di persone. E’ opportuno nominare un direttivo composto dai responsabili dei diversi settori: cinema, teatro, cultura, manutenzioni, pulizie, maschere, affitto della Sala… . Dotarsi di uno statuto interno può mettere al riparo da tanti problemi. La gestione diretta da parte della parrocchia è al momento la più consigliabile.

• Considerare la Sala soggetto di azione pastorale: il volontario della SdC non è da meno di quello della Caritas o del catechista. Il gruppo responsabile della SdC deve essere rappresentato in Consiglio Pastorale e nel CPAE. La SdC può essere opportunamente valorizzata per specifici incontri formativi soprattutto nei tempi forti dell’anno liturgico. L’attività della Sala può essere fatta conoscere attraverso i media parrocchiali e soprattutto diventare riferimento per un territorio più ampio (Vicariato o zona pastorale)

• Rimanere uniti all’Associazione: l’ACEC dal 1948 offre alle SdC appoggio e consulenza. E’importante rimanere collegati all’associazione nelle sue diverse articolazioni (diocesana, regionale, nazionale) sia per un supporto tecnico e amministrativo, che per la circolazione di idee e l’adesione a progetti di tipo culturale e pastorale. L’ACEC offre ogni anno momenti formativi, consulenze gratuite di vario tipo, occasioni di incontro per i volontari e mette a disposizione dei fondi per la promozione di iniziative culturali. Tutto questo per le Sale in regola con il pagamento delle quote Associative, unici proventi della nostra Associazione.
 
don Alessio Graziani
Delegato ACEC Triveneta