Anno della Vita Consacrata: in viaggio tra le comunità religiose della nostra diocesi

Le Piccole Sorelle del Vangelo a Debba

 
In occasione dell’Anno della Vita Consacrata, ogni mese incontreremo e racconteremo la vita di una comunità religiosa della nostra diocesi
 
Sono cinque sorelle che unite lavorano e funzionano come le dita di una mano. No, non parliamo delle “Piccole Donne” del romanzo per ragazzi, ma delle Piccole Sorelle del Vangelo di Debba.
La comunità religiosa, che si ispira al carisma di Charles de Foucauld, è presente  a Debba dalla fine del 2000. «Cercavamo un posto dove andare- racconta suor Nadia Rizzardi responsabile della comunità- dopo venti anni a Foggia, sede della nostra prima comunità in Italia. Alla fine del duemila  ci hanno accolto qui- continua-  inizialmente  solo con due sorelle e poi  con un ricambio fino ad oggi». Le piccole sorelle sono in cinque (al momento in tre perché due sono ritornate momentaneamente alle proprie famiglie di origine) suore che vivono nella canonica del paese. Suor Nadia, suor Giuliana, suor Maria Cristina, suor Gabriella e suor Lidia  sono come una piccola famiglia, divise tra le necessità quotidiane legate alla casa ed al lavoro e a quelle di chi bussa alla loro porta.
«Noi non abbiamo uno schema fisso per lo svolgimento delle nostre giornate – spiega suor Nadia- lavorando fuori ci dobbiamo adattare. La giornata si apre con le lodi, ed il lavoro fuori o dentro casa. Le sorelle che restano a casa rispondono delle necessità sia della casa che della canonica, o anche- aggiunge –  a quelle di chi ha bisogno e bussa  alla nostra porta». La quotidianità con le sue necessità ed anche con i suoi imprevisti si va ad unire a momenti di riflessione o di preghiera che ogni sorella cerca di conciliare a livello personale anche individuale. Debba è un piccolo centro e le suore però le conoscono in molti, ed anche se la canonica è nascosta rispetto alla strada principale, non c’è la possibilità di non trovarle. «Io sono qui dal 2008- racconta suor Nadia- fin dall’inizio le sorelle hanno cercato di conoscere le persone del paese, facendo visita alle famiglie o anche partecipando agli incontri organizzati dalla diocesi in città. Ognuna di noi ha un dono– aggiunge la piccola sorella- e ci si  rende disponibile alla comunità ognuna in modo diverso: chi andando in visita alle famiglie, chi tenendo degli incontri su tematiche legate alla scrittura ed al vangelo.  Nessuna di noi è uguale ed il suo impegno è diverso».
 
I fronti su cui le piccole sorelle partecipano della vita della comunità sono diversi: il lavoro, l’attività di volontariato ma anche regalando a chi lo chiede un momento per essere  ascoltati. «Ascoltare le persone, quello che vivono, saper vedere- spiega suor Nadia- è molto importante. Oggi c’è necessità  di ascolto sia per chi ha bisogno  (ed in quel caso cerchiamo di accompagnarlo verso  centri che possano sostenerlo), ma anche chi ha un vissuto familiare difficile. Anche al telefono, – aggiunge- questo lo fanno le sorelle che vivono in casa». 
 
Ma come è sentirsi sorelle oggi? «Ci sono le stessi basi- sottolinea la religiosa- secondo me quando si incomincia si idealizza molto la vita comunitaria. Poi- prosegue – si fanno i passaggi al realismo in quel momento ti rendi conto prima delle tue fragilità, di quello che sei. Non esiste una vita comunitaria sulle nuvole, ecco perchè- prosegue- ci sono dei luoghi di riconciliazione, perchè vivere insieme è una sfida e non sempre è semplice. La chiamata è un collante  comune, non siamo noi a sceglierci».
 
Leandra Pelle