Don Gianantonio Allegri, 57 anni, è il nuovo parroco di Santa Bertilla, a Vicenza. È stato nominato dal vescovo Pizziol dopo nove mesi di collaborazione pastorale. In precedenza è stato parroco a Magrè e prima ancora ha vissuto un’esperienza importante in Africa come prete missionario fidei donum: 11 anni nel nord del Cameroun dal 1991 al 2002 nella diocesi di Maroua-Mokolo, dove è tornato nel 2013 per un periodo culminato con il rapimento da parte di un gruppo fondamentalista legato a Boko Haram, nell’aprile 2014.
A Santa Bertilla don Gianantonio prende il posto di don Luigi Simioni, 75 anni, parroco della comunità vicentina per 14 anni, che diventa collaboratore pastorale a Quinto Vicentino.
Una nomina prevedibile che diventa effettiva il primo settembre; la celebrazione con il passaggio di consegne avverrà un sabato di metà settembre.
«Quest’anno mi è servito per guardarmi attorno – dice don Gianantonio -. Santa Bertilla è una parrocchia viva, attenta alla catechesi, ai giovani, alla liturgia. Molto è stato fatto, devo solo mettere qualche puntino sulle “i”».
«Quest’anno mi è servito per guardarmi attorno – dice don Gianantonio -. Santa Bertilla è una parrocchia viva, attenta alla catechesi, ai giovani, alla liturgia. Molto è stato fatto, devo solo mettere qualche puntino sulle “i”».
Due le sfide per il nuovo parroco: «Di certo quella dell’Unità Pastorale con la parrocchia di San Carlo; la vita fraterna tra noi preti diventa fondamentale; penso a don Simone Bonello, che sarà mio collaboratore, a don Mariano e don Dario. La seconda è quella con i laici, è necessaria una forte collaborazione ricca di responsabilità che don Luigi ha già approfondito bene e che devo tenere viva».
Don Gianantonio vuole mettere la Parola di Dio al centro: «Vorrei curare l’evangelizzazione degli adulti e mi piace l’idea del decentramento della parrocchia con la creazione di piccole comunità, gruppi d’ascolto, con formazione, preghiera e attenzione agli ultimi. Non bisogna dire solo “Venite, venite, venite” bisogna anche “andare”. A Magrè, come parroco, è stata un’esperienza importante: lì ho provato a portare il Vangelo nelle case».
«Il mio grande timore è quello di dimenticare le quattro parole forti che, con don Gianpaolo Marta e suor Gilbèrte Bussière, ho trovato come risposta al rapimento in Cameroun: Parola, Preghiera, Fraternità e Spoliazione. Le coniugherò nei diversi aspetti della vita pastorale che condividerò con i preti, la gente, in tutte attività parrocchiali. Non voglio che la struttura parrocchia si possa ingabbiare in parole ed espressioni come “compromesso” o “si è sempre fatto così”».
«La parrocchia di Santa Bertilla ha anche dei gruppi caritatevoli ben strutturati – conclude il parroco fresco di nomina-. Penso ad un coordinamento di Caritas. Aspetto, poi, le indicazioni pastorali del Vescovo. È importante che tutti i preti seguano la stessa strada, il cammino di iniziazione cristiana deve essere condiviso. A volte, purtroppo, ho l’impressione che ognuno faccia quello che vuole».
Marta Rasotto
Articolo da La Voce dei Berici di questa settimana