Scuola del Lunedì: la relazione del prof. Grillo introduce lo studio dell’Amoris Laetitia [Aggiornato con la registrazione audio]

Una brillante prolusione del prof. Andrea Grillo ho inaugurato lunedì 17 ottobre il ciclo di incontri sull’Amoris Laetitia proposto dalla Formazione Permanente del Clero. Il noto liturgista ha mostrato gli elementi di continuità e discontinuità tra la recente esortazione di papa Francesco e l’enciclica di Giovanni Paolo II Familiaris consortio (1981) egualmente dedicata alla famiglia, inserendo però la sua analisi in una storia più vasta. Il prof. Grillo ha ricostruito infatti i passaggi fondamentali dell’insegnamento del Magistero ecclesiastico su questi temi arrivando fino alle allocuzioni di PIO IX (1852) e mostrando come nell’Ottocento sia prevalsa la visione giuridica del matrimonio e della famiglia che ha finito per ingabbiare – anche per buona parte del Novecento – l’azione pastorale della Chiesa entro schemi troppo rigidi e perfino disumanizzanti. Amoris Laetitia esce dal giurisdizionalismo ottocentesco per recuperare l’antica sapienza pastorale della chiesa che nel valutare le situazioni concrete e le persone coinvolte ha sempre raccomandato di tener conto non solo della legge oggettiva, ma anche delle circostanze soggettive e del contesto culturale in cui ci si trova. Ecco perché i tre verbi dell’atteggiamento “nuovo” proposti da papa Francesco sono accompagnare, discernere e reintegrare. Verbi di movimento, che non giudicano lo “stato” di una persona, di una coppia o di una famiglia, ma danno valore alla loro storia e li aprono ad un cammino di grazia. Si compie così il cambiamento di prospettiva operato dal Vaticano II per cui la storia non è il luogo in cui semplicemente si dipana l’azione della Chiesa, ma è riconosciuto come vero e proprio locus theologicus in cui Dio agisce e si rivela oltre i confini del codice e dello status quo. Coerentemente – ha sottolineato Grillo – il Magistero non si comprende più come autorità onnisciente e onnicomprensiva, ma come realtà che in determinati ambiti (e tra questo proprio la famiglia) necessità dell’aiuto e del contributo di altri. Familiaris Consortio e Amoris Laetitia sono dunque accomunate da una rottura rispetto alla visione chiusa e blindata del matrimonio che veniva dal Magistero precedente, ma che era frutto della cultura giuridica ottocentesca e non dell’antica tradizione della Chiesa. Entrambi i documenti parlano della necessità di discernere le varie situazioni in modo credibile ed efficace. Papa Francesco ha evidentemente più coraggio, parlando anche dell’importanza del sentimento nella vita matrimoniale e soprattutto riconoscendo che determinate “cure” di situazioni che non rientrano nella “normalità” non solo sono difficilmente praticabili, ma neppure convincenti. L’idea – ad esempio – che per i divorziati risposati la strada sia quella dell’unione casta e fraterna o viceversa del digiuno eucaristico perpetuo, nasconde una antropologia debole se non disastrosa. “Non è negando la realtà che si risolvono i problemi – ha concluso il prof. Grillo – ma cercando soluzioni che passano non già attraverso atti puntuali, ma per cammini, a volte anche faticosi, ma umani e liberanti”.

Don Alessio Graziani 
 
 
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