Villa San Carlo: da 50 anni la preghiera “trova casa in questa Casa”

Incontri e iniziative per celebrare l'importante anniversario


Villa San Carlo di Costabissara compie 50 anni. Qualcuno in più ne è trascorso da quando, nel 1960, mons. Carlo Zinato decise l’acquisto della struttura e ne dispose la ristrutturazione, accogliendo i consigli di mons. Domenico Passuello, che ne divenne il primo direttore.

Oggi questo incarico è affidato a mons. Giandomenico Tamiozzo, che assieme agli altri preti e alle tre suore delle Figlie di Nazareth che si prendono cura della casa di spiritualità della Diocesi di Vicenza, ha programmato alcune iniziative per celebrare l’importante anniversario (apri la locandina con i programma).

«Il 50° di Villa San Carlo – spiega mons. Tamiozzo – è l’occasione di un grande ringraziamento al Signore per l’esistenza di questa struttura che è casa di spiritualità, di preghiera, di silenzio orante, di ascolto della parola di Dio, di fraternità spirituale a tutto campo, di celebrazione dei sacramenti».

Domenica 1 giugno 2014, come di consueto nella solennità dell’Ascensione del Signore, Villa San Carlo è in festa e aperta a tutti per l’arco dell’intera giornata, ma il momento scelto per celebrare ufficialmente il mezzo secolo di attività è l’8 giugno, festa di Pentecoste, quando il Vescovo Beniamino Pizziol presiederà il Vespro solenne delle ore 16.30.

«Che sia il giorno di Pentecoste l’occasione di tale celebrazione – sottolinea mons. Giandomenico Tamiozzo -, ci stimola a pensare alla missione di questa casa, che si ispira a due icone bibliche: la casa di Betània, ossia la casa dell’accoglienza, dell’incontro, dell’amicizia spirituale, a partire dalla consapevolezza dell’Amicizia di Cristo; e il pozzo di Giacobbe, che è il luogo dell’ascolto del Maestro e della vita, in obbedienza alle ispirazioni dello Spirito Santo».

A ciascuna delle due icone, il direttore di Villa San Carlo pone accanto un versetto della Scrittura. Per l’icona di Betània sceglie il numero 22 del capitolo 4 di Geremia: “Le grazie di Dio non sono finite”. Questa esclamazione, tratta dalle lamentazioni, «dice, appunto, che dopo 50 anni di vita le grazie, riservate dal Signore a quanti vivono e visitano questa Casa per una ricerca spirituale, non sono finite. Dio è fedele e non smette di offrire i suoi doni attraverso lo Spirito Santo».

Per l’icona del pozzo di Giacobbe, il versetto è tratto dal capitolo 6 del vangelo di Marco: “Venite in disparte… e riposatevi un po’”. «Sono le parole che Gesù rivolge ai discepoli presi da tante preoccupazioni, incontri e attività, al punto che non avevano neanche il tempo di mangiare. E questo vale anche per il nostro tempo, così tormentato dall’attivismo…».

Riflette mons. Tamiozzo:  «Ogni cuore umano, ogni spirito, sente il bisogno ogni tanto di fermare la corsa, di sedersi ai piedi del maestro come Maria di Betània. Questo Villa San Carlo lo può offrire. Certamente al meglio non c’è limite, ma anche noi offriamo “i cinque pani e i due  pesci” di cui siamo capaci, affidando l’efficacia delle proposte e degli eventi a Colui che solo può moltiplicare e portare a compimento l’opera iniziata».

“Venite in disparte…”. Gesù invita i suoi a condividere uno spazio di intimità con lui a partire dalla sua stessa esigenza di ritirarsi in disparte per un dialogo intimo con il Padre attraverso la preghiera.

E, come ha scritto mons. Beniamino Pizziol nella Lettera di Pasqua in cui fa memoria del 50° di Villa San Carlo, la preghiera, nelle sue molteplici espressioni, “trova casa” in questa casa. «Il Vescovo – aggiunge mons. Tamiozzo -, ha definito la preghiera come “la parte migliore che mai ci può essere tolta, anche quando ogni altra possibilità ci fosse preclusa. Pregare è accedere alla gratuità dell’amore, sprecare tempo per la bellezza della relazione, concedersi il lusso dell’intimità con chi ci è amico; e chi ci è amico più di Gesù? Pregare è profumare il mondo, contrastando la puzza della violenza, dell’indifferenza, dell’egoismo. Al di là di tutto, le persone cercano questo profumo, sentono una paradossale necessità dell’inutile, proprio in questa società così utilitarista e calcolatrice”».

Proprio alla preghiera sono ispirati i tre appuntamenti che scandiranno il triduo di preparazione alla festa di Pentecoste a Villa San Carlo.

Il primo, alle ore 20.30 di mercoledì 4 giugno 2014, ha per titolo Pregare la Parola.

«La serata è proposta a tutti e in particolare a coloro che in questi anni hanno conosciuto la preghiera di Taizé, come la viveva e proponeva mons. Mariano Lovato, che a Villa San Carlo ha donato gran parte del suo ministero. Don Aldo Martin, biblista del nostro Seminario, offrirà una riflessione sulla Parola di Dio come sorgente di preghiera».

Il secondo incontro si tiene giovedì 5 giugno 2014, sempre alle ore 20.30, e ha per tema “Pregare con il corpo.

«La proposta, rivolta ai giovani e curata dalla Pastorale giovanile diocesana nel coordinamento di don Andrea Guglielmi, vuole evidenziare come la preghiera non è soltanto un’azione dello spirito o della mente, ma coinvolge tutta la persona, anche nella sua fisicità e nelle sue emozioni».

L’ultimo appuntamento è per venerdì 6 giugno 2014, alle 20.30, con la serata dal titoloPregare semplice guidata da don Emanuele Cuccarollo, direttore di Radio Oreb.

«L’intento è quello di recuperare alcune forme di preghiera popolari: si farà qualche momento nei luoghi di preghiera del parco, dove non mancano opere significativa quali i gruppi marmorei della Madonna di Lourdes e di Fatima, le statue del Sacro Cuore di Gesù, di San Giuseppe e di San Francesco… e la natura stessa».

Dopo la grande festa di Pentecoste di domenica 8 giugno, l’ultima delle proposte di Villa San Carlo, coordinate dall’Ufficio pastorale, sarà la Giornata di santificazione sacerdotale, celebrata il 27 giugno, dalle ore 9.30 alle 12.00, sotto la guida della Commissione per la Formazione permanente del clero. Anche questo incontro sarà sul tema della preghiera, ma la preghiera più specifica dei sacerdoti che è la “Liturgia delle ore”, il breviario. A tenere una relazione sull’argomento sarà don Marco Campedelli.

Conclude mons. Giandomenico Tamiozzo: «Nel bisogno di interiorità, di silenzio, di pace, di speranza, di fede, di preghiera, di fiducia in un Dio che ci sia accanto nella quotidianità della vita, nella problematicità delle relazioni, nelle difficoltà familiari, nelle sfide della nostra società, nel lavoro oggi così precario, avere un luogo dove potere fermarsi un po’, sedere al pozzo inesauribile della Parola di Dio in un ambiente accogliente, partecipare a un ritmo di preghiera offerto a chi lo desidera, può essere un aiuto. Papa Francesco, nel messaggio rivolto alla Federazione italiana per gli esercizi spirituali (FIES), che ha celebrato anch’essa il 50º della fondazione, aveva detto queste parole: “Gli uomini e le donne di oggi hanno bisogno di incontrare Dio, di conoscerlo “non per sentito dire” (Giobbe 42,5). Il servizio delle case di spiritualità è tutto orientato a questo e lo fa offrendo spazi e tempi di ascolto intenso della Parola di Dio, nel silenzio e nella preghiera; esse sono luoghi privilegiati per tale esperienza spirituale… Non dimentichiamo tuttavia  che il protagonista della vita spirituale è lo Spirito Santo. Egli sostiene ogni nostra iniziativa di bene e di preghiera”».

Infine, c’è una frase di mons. Giovanni Costantini, cara a don Giandomenico, che sintetizza il senso e la missione di Villa San Carlo: “In questa casa, di silenzio in silenzio mi sprofondo, fino all’intimo mio: qui, cuore tutto, fermo ti ascolto… Soltanto nel pregare, Dio, il tuo volere santo mi libera da me, mi dona altri, mi adegua al far difficile”.


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