Battezzati e inviati per la vita del mondo

Lettera Pastorale alla diocesi di Vicenza di mons. Beniamino Pizziol

Ai fratelli e alle sorelle della Chiesa di Dio che è in Vicenza ai giovani e alle giovani ai consacrati e alle consacrate ai diaconi e ai preti che la servono.

“Rendo grazie a Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia, a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo”

(Fil 1,3-5).

Carissimi, carissime

il cammino della nostra Chiesa diocesana, proteso a realizzare una nuova presenza nel territorio, con un nuovo volto e un nuovo stile, esige in ciascuno di noi e in ogni nostra comunità cristiana, un’autentica conversione pastorale. Si tratta di dare una prospettiva missionaria – di in­carnazione nel nostro territorio – alle scelte operate in questi anni: unità pastorali, fraternità presbitera­li, diaconato, presenza femminile, ascolto e parteci­pazione dei giovani.

Condividiamo il sogno di papa Francesco: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adegua­to per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missio­narie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastora­li in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. Come diceva Giovanni Paolo II ai Vesco­vi dell’Oceania, «ogni rinnovamento nella Chiesa deve avere la missione come suo scopo per non cadere preda di una specie d’introversione ecclesiale» (EG 27). Se­condo EG 27, ogni comunità cristiana è invitata a rivedere, a cambiare il suo stile, il suo modo di fare, perché sia realmente più sinodale, e a cambiare il suo linguaggio, perché sia più essenziale, ma anche più ospitale e inclusivo. Ormai, la fede non può più essere data per scontata.

Come sempre ci lasciamo illuminare dalla Parola di Dio, riflettendo sul brano conclusivo del Vangelo secondo Matteo (28, 16-20).
 
 
08/09/2019