FESTA DELLA MADONNA DI MONTE BERICO(Vicenza, Basilica di Monte Berico, 25 agosto 2015)

 Carissimi fratelli e sorelle,
 carissimi canonici, presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate, 
 Rev.di Padri Servi di Maria, Signor Assessore, autorità tutte.

 Siamo riuniti, in questo Santuario della Madonna di Monte Berico, per adempiere un voto fatto dai nostri padri e che noi intendiamo confermare, con rinnovata fedeltà, come singoli, come Chiesa e come popolo di Vicenza, rappresentato dalle autorità e dai suoi governanti.
 Desidero ricordare, in modo scarno ed essenziale, alcuni eventi legati alla storia di questo Santuario e lo faccio per un duplice motivo:
1°. perché la nostra spiritualità e la nostra fede è sempre una fede incarnata, una fede nel Figlio di Dio, incarnato. Una fede legata al tempo (storia) e allo spazio (geografia) ;
2°. perché ogni anno c’è sempre qualche fedele che è presente per la prima volta, ma è opportuno ricordare questi eventi anche per coloro che sono assidui frequentatori di questo Santuario.

 La storia della Madonna di Monte Berico risale alle apparizioni di Maria ad un’umile contadina, Vincenza Pasini, su questo monte, il 7 marzo 1426 e il 1° agosto 1428.
Siamo in un tempo in cui la popolazione vicentina è afflitta dal flagello della peste e per ottenere la liberazione da questa piaga viene fatto il voto di erigere un santuario alla Madonna su questo monte. Il 25 agosto del 1428 (587 anni fa) ci fu la posa della prima pietra e noi, oggi, facciamo memoria di quel giorno.
Le autorità e l’intera popolazione si impegnarono, con voto solenne, al ringraziamento, il 25 agosto di ogni anno, alla Madonna di Monte Berico.

 Proviamo a riflettere con quale atteggiamento e con quale spirito i nostri avi, i nostri progenitori, hanno affrontato questa grave pestilenza e così potremo trarre dei buoni insegnamenti per affrontare le nuove “pestilenze” dei nostri giorni.
 Per prima cosa si creò una profonda unità tra il popolo dei fedeli, le guide religiose, in primis il vescovo, e le autorità pubbliche. In secondo luogo i nostri padri si affidarono totalmente alla misericordia del Signore, attraverso la potente intercessione di Maria, la Madre di Gesù. Da ultimo, in questo rinnovato patto di Alleanza tra Dio e il suo popolo, essi hanno stabilito delle clausole, degli impegni: la fedeltà al Vangelo, ai Sacramenti, alla preghiera e come suggello, il voto di costruire un Santuario alla Madonna. Hanno ascoltato e messo in pratica quanto ci è stato annunciato dalla prima lettura, tratta dal libro del Siracide: «Voi che temete il Signore, confidate in lui, sperate nei suoi benefici, nella sua misericordia e nella felicità eterna».
 Il testo biblico pone alcune domande di giusta provocazione: «Forse chi ha confidato nel Signore è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore è stato abbandonato? O chi lo ha invocato è stato da lui trascurato?». Ma quanto è bello e consolante l’invito finale: «Gettiamoci nelle braccia del Signore e non nelle braccia degli uomini, poiché quale è la sua grandezza, tale è anche la sua misericordia».

 Ora chiediamoci: quali sono le nuove pestilenze che colpiscono l’uomo contemporaneo? La scienza medica e l’opera di tanti professionisti e volontari sono riusciti a vincere, seppur con fatica e non completamente, le malattie che aggrediscono il corpo, come l’ebola, l’aids e le altre malattie infettive, ma non riescono a vincere le malattie che colpiscono lo spirito delle persone: la solitudine, la depressione, il rifiuto, la discriminazione, l’odio, il fanatismo religioso, il dogmatismo laicista… e si potrebbe continuare in questa triste catena di mali.
 Alla base di queste malattie “spirituali” sembra esserci un fenomeno diffuso a livello personale, comunitario e sociale: l’individualismo. La visione individualistica dell’uomo, infatti, è la più grave insidia alla ricerca onesta del bene comune e della vita buona delle nostre famiglie, delle nostre comunità ecclesiali e civili. Questo individualismo rischia di polverizzare ogni comunità, ogni aggregazione sociale e politica. Non c’è più la capacità di confidare negli altri, c’è una diffidenza per la dimensione comunitaria e sociale. Così, la stessa libertà – che è il santuario più sacro della persona – rischia di diventare un contenitore vuoto, privo di contenuti preziosi come la retta coscienza, il rispetto delle convinzioni e della storia dei singoli e delle comunità, la dimensione etica in tutti gli ambiti della vita pubblica. La libertà diventa un contenitore vuoto, che posso riempire e svuotare a piacere, secondo i desideri, le passioni e gli interessi del momento. Questo individualismo e questa concezione della libertà sfocia nella solitudine, nell’indifferenza, nella chiusura nel proprio mondo e, ultima analisi, in un egocentrismo che diventa distruttivo e autodistruttivo.

 Ciò che sta accadendo ai nostri giorni dimostra ampiamente che la ricerca del proprio interesse privato – sia dei singoli sia delle comunità nazionali a spese del superiore bene comune, vale a dire la ricerca del bene di tutti e non solo di pochi – lascia dietro di sé macerie di ogni genere.
Dobbiamo alimentare e custodire il patrimonio di fede, di umanità e di relazioni buone e costruttive che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità spirituale. Rilanciamo una sana e rispettosa alleanza tra tutte le istituzioni che sono presenti e operano sul territorio, nella distinzione dei compiti, degli ambiti di intervento, ma tutte tese al servizio dei singoli e del bene di tutti.

Santa Maria, madre dei viventi,
Vergine sotto la Croce,
dove si consuma l’Amore e sgorga la Vita.
Madre dei discepoli,
sii tu l’ispiratrice del nostro impegno a servizio dei fratelli.
Insegnaci a sostare con te presso le infinite croci
dove il tuo Figlio è ancora crocifisso.
Aiutaci a vivere e a testimoniare l’amore cristiano,
accogliendo in ogni uomo un fratello
e a rinunciare all’opaco egoismo per seguire Cristo,
sola luce del mondo.
Vergine della Pasqua, Gloria dello Spirito,
accogli la preghiera dei tuoi servi.
Amen.
 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza