Intervento del Vescovo Giuliano Brugnotto Giornata del Creato – “Semi di pace e di speranza” Domenica 5 ottobre 2025 – Risorgive del Bacchiglione, Dueville

Intervento del Vescovo Giuliano Brugnotto
Giornata del Creato – “Semi di pace e di speranza”
Domenica 5 ottobre 2025 – Risorgive del Bacchiglione, Dueville

 

Care sorelle e cari fratelli, amici delle diocesi di Padova e di Vicenza, autorità civili e religiose, volontari, guide naturalistiche, bambini, giovani e adulti, vi ringrazio di cuore per la vostra presenza e per la sensibilità che ci unisce in questa Giornata del Creato, che quest’anno ci trova radunati presso le Risorgive del Bacchiglione, in uno dei luoghi più preziosi e fragili del nostro territorio.

 

  1. Un luogo sorgivo, una coscienza sorgiva

 Ci troviamo in un luogo di sorgiva: qui l’acqua, dopo un lungo percorso nel sottosuolo, riaffiora. In silenzio, senza rumore, ma con una forza vitale inarrestabile. Questo acquifero – tra i più grandi d’Europa – non solo alimenta la vita naturale, ma disseta intere città, come Padova, Abano, la Saccisica. Qui si tocca con mano l’interdipendenza tra gli ecosistemi e le nostre vite quotidiane. E qui si genera anche, vorrei dire, una coscienza sorgiva, un’alleanza tra natura e spiritualità, tra il creato e il Creatore.

Papa Francesco, nella Laudato si’, ci ha ricordato che:

“Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia” (LS 118)

e che “Ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua” (LS 84).

Oggi, immersi nella bellezza di questo bosco, siamo chiamati a convertire lo sguardo: dalla logica del consumo a quella della custodia, dall’indifferenza alla contemplazione, dall’appropriazione alla relazione.

 

  1. Semi di pace, germogli di speranza

 Il titolo di questa giornata – Semi di pace e di speranza – ci provoca e ci impegna. Pace e speranza sono frutti, ma prima ancora sono semi. E i semi devono essere accolti, piantati, nutriti, difesi.

Sappiamo bene che non c’è pace senza giustizia ecologica, perché la crisi ambientale è anche una crisi sociale. Il Papa nella Laudate Deum, pubblicata nel 2023 come aggiornamento della Laudato si’, è stato ancora più chiaro:

“Il mondo che ci accoglie sta crollando e forse si avvicina a un punto di rottura” (LD 2),

e ancora “Ogni danno all’ambiente è un danno all’umanità” (LD 3).

Dunque la custodia del creato non è un dovere accessorio, un impegno da delegare agli esperti o ai volontari – che comunque ringraziamo per la loro generosità – per i cristiani è un compito battesimale. Un atto di fede, un’opera di pace, un gesto profetico.

 

  1. Una terra da ascoltare, non solo da usare

 Questa zona delle Risorgive del Bacchiglione è parte della rete ecologica “Natura 2000”, istituita per garantire la sopravvivenza degli habitat e delle specie minacciate. È un luogo vivo, che respira, che parla. Ma ci chiede silenzio, attenzione, rispetto.

In una cultura che spesso considera la natura solo come “risorsa da sfruttare”, oggi qui testimoniamo un’altra visione: la natura è sorella, è madre, è casa. La Laudato si’ ci invita a recuperare “la mistica della gratuità”, a ritrovare la gioia di sentirci parte di un tutto interconnesso.

“L’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Dunque c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto del povero” (LS 233).

Sì, anche in questa terra umida che abita i nostri colli, anche nei voli degli uccelli migratori che si fermano qui per riposare, ci è dato un frammento di Dio.

 

  1. Custodire è generare futuro

 La biodiversità che qui si è mantenuta, in un tempo in cui tanti ecosistemi sono impoveriti o distrutti, è un dono e una responsabilità. È un’eredità fragile e splendida. E richiede politiche pubbliche illuminate, certo, ma anche stili di vita personali coerenti.

Papa Francesco, nella Laudate Deum, ci ammonisce:

“Le decisioni che sembrano razionali quando sono dettate da interessi immediati si rivelano irrazionali se si guarda al futuro” (LD 30).

Cari amici, il futuro della nostra casa comune si gioca nei dettagli: nel tipo di energia che scegliamo, nei consumi, nelle scelte alimentari, nei nostri modi di spostarci. Ma anche nella capacità di educare, di parlare ai bambini della bellezza della terra, di accompagnare i giovani a non perdere il legame con l’ambiente, a non vivere solo tra schermi e asfalto.

 

  1. Una spiritualità della terra

 Concludo invitandovi a vivere questa giornata non solo come un’escursione ecologica, ma come una liturgia del creato, una celebrazione della bellezza di Dio che si rivela nelle sue opere.

Abbiamo bisogno – come Chiese sorelle di Vicenza e Padova – di una spiritualità della terra. Di una fede che sappia inginocchiarsi davanti alla vita fragile. Di comunità cristiane che imparino a camminare nella sobrietà, nella cura, nella responsabilità.

Papa Francesco ci invita a ritrovare lo stupore:

“Lo stupore è il seme della contemplazione” (LS 11).

Oggi, stupiamoci. Non dei grandi discorsi, ma del silenzio dell’acqua, della tenacia delle radici, della leggerezza degli uccelli migratori, del dono dell’amicizia interdiocesana che oggi celebriamo insieme.

 

Preghiera:

Signore della vita,
Signore delle acque sorgive,
insegnaci a custodire ciò che non abbiamo creato,
a ringraziare per ciò che ci è donato ogni giorno.

Fa’ che l’albero della nostra fede
abbia radici nella terra e rami aperti al cielo.

Donaci occhi per vedere,
mani per seminare,
cuori per sperare.

E nel cammino tra i sentieri del creato
insegnaci a riconoscere la tua presenza viva
nel canto degli uccelli,
nello sguardo dei fratelli,
nel silenzio della terra che attende.

E con frate Francesco donaci di cantare:
Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua,
la quale è molto utile, umile, preziosa e casta.

 Grazie a tutti voi, in particolare a Suor Francesca Fiorese, a don Matteo Zorzanello e a tutti coloro che hanno contribuito alla buona realizzazione di questo evento.

Desidero esprimere la più sincera gratitudine a don Matteo Zorzanello per il servizio svolto come direttore dell’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato che oggi conclude il suo mandato e passa il testimone a Lucio Turra al quale sono grato per aver accolto la mia richiesta.

Che questo giorno sia per noi un nuovo inizio, un seme di pace e di speranza, gettato nella buona terra del nostro cuore.

+ vescovo Giuliano