LITURGIA FUNEBRE PER DON LUIGI BERNARDI(Chiesa parrocchiale di Friola, 3 febbraio 2015)

Nella notte fra giovedì e venerdì della scorsa settimana, don Luigi Bernardi ha concluso la sua esistenza terrena, dopo aver svolto il suo ministero presbiterale per 56 anni.
Ordinato sacerdote dal vescovo monsignor Carlo Zinato nel mese di giugno del 1959 fu assegnato come vicario parrocchiale a Priabona, a Campedello e nella parrocchia della Cattedrale e poi come parroco a Casale, a Valrovina e a Friola. Negli ultimi quindici anni fu collaboratore pastorale a Friola, Pozzoleone e Scaldaferro.
È stato un prete ricco di fede e di pietà profonda. Persona mite, si è impegnato nella vita pastorale soprattutto nella cura dei malati e nella visita alle famiglie. Ha accettato, con spirito di obbedienza, il servizio a parrocchie piuttosto piccole senza aspirare a posti importanti.
Di fronte all’evento della morte di ogni persona – e oggi di fronte alla morte del nostro fratello sacerdote don Luigi – tante domande e interrogativi sorgono nel nostro cuore e nella nostra mente sul senso dell’esistenza umana alla luce della fede. Le letture della liturgia odierna che abbiamo ascoltato ci illuminano e ci aprono alla speranza.

Il brano della lettera agli Ebrei ci invita a pensare la nostra vita di credenti come una corsa verso Dio, tenendo sempre fisso lo sguardo su Gesù che è il principio, la guida e il compimento della nostra fede: «Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede», ( Eb 12,1-2).
Gesù è il nostro traguardo, la nostra mèta, egli è la via che ci apre alla verità e ci fa approdare alla vita vera, la vita in Dio, il Paradiso.

Il nostro fratello sacerdote don Luigi ha speso la sua vita nel nome di Gesù Cristo e ha cercato di seguirlo, con perseveranza e fedeltà, anche attraverso le fatiche e le sofferenze che la vita riserva a tutti coloro che sono chiamati a servire la Chiesa di Cristo.

Il Vangelo di Marco ci rivela Gesù come Colui che ha il potere anche sulla malattia e la morte. Tale signoria si manifesta pienamente quando ci si accosta a Lui con fede aperta, come il capo della sinagoga, di nome Giairo: «Venuto Gesù, egli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: “la mia figlioletta sta morendo, vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva”», (Mc 5,23). È questa la nostra fede. Di fronte alla morte di don Luigi, noi preghiamo il Signore della vita, perché gli doni la salvezza e lo introduca nella sua dimora di luce e di pace.
La fede di Giairo – come la nostra fede – è destinata a crescere nella prova. La nostra fede è sempre fragile, chiusa entro i confini angusti del nostro timore nell’affrontare le situazioni che ci superano, come le situazioni di gravi sofferenze e della morte stessa. Giairo è convinto che Gesù possa guarire la sua bambina che è in fin di vita e continua a credere in Gesù anche quando, umanamente, tutto sembra perduto. E con grande stupore sperimenterà – insieme ai tre testimoni privilegiati fra gli Apostoli – che Gesù è il Signore della vita, il vincitore della morte.

Questa è la nostra fede e questa era la fede di don Luigi, durante la sua esistenza terrena e nel suo ministero pastorale. Il cero acceso accanto alla bara è simbolo di Cristo Risorto, la luce del mattino che sconfigge le tenebre e introduce i figli di Dio nel giorno senza tramonto. Sia pace a don Luigi. La Chiesa onora con l’acqua – segno del battesimo – e profuma con l’incenso i corpi dei suoi figli morti, perché crede che un giorno anche i nostri corpi risorgeranno.

Ora affidiamo il nostro fratello sacerdote don Luigi a Gesù, il Crocifisso per amore, risuscitato dal Padre. Lo affidiamo alla Santa Madre di Gesù, la nostra Madonna di Monteberico, la dolcissima Madre che non abbandona mai i suoi figli per tutti i giorni della loro vita.
E tu, don Luigi, ricordati della nostra Chiesa, che hai servito con dedizione e umiltà, intercedi perché il Signore la benedica con la grazia di vocazioni al Ministero Sacerdotale, alla Vita Consacrata e al Sacramento del Matrimonio. Amen!

 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza