Convertitevi e credete nel Vangelo. Con queste parole verrà posta un po’ di cenere sul nostro capo all’inizio del tempo quaresimale.
Il gesto dice che noi siamo fatti di terra. Humus. E non possiamo vantarci di nulla, ma considerarci con tutta umiltà. Davanti a Dio e davanti agli uomini. Terra, come tutti gli esseri viventi e tutto ciò che è stato creato. Siamo poca cosa. Ed è abbastanza strano che data la nostra condizione umana di precarietà vi sia qualcuno che pretenda di imporsi sugli altri, magari con violenza fino al punto da mettere in pericolo l’esistenza dello stesso pianeta con la minaccia di una guerra nucleare. Ma anche le violenze nel nostro piccolo non meno gravi, quelle nelle famiglie. E pure quelle dei ragazzi fatte di bullismo anche con i social. Siamo fatti di terra, fragili, precari.
Eppure siamo anche unici. Perché questa nostra umanità è uscita dalle mani di Dio e solo nell’uomo e nella donna Dio ha trasmesso quel soffio che ci fa stare in vita nella libertà. Siamo una terra amata da Dio. Ciascuno di noi è una perla preziosa e unica agli occhi di Dio.
Per questo il gesto è accompagnato dalle parole convertitevi e credete nel Vangelo. Convertitevi, cioè cambiate rotta. Fate una inversione di marcia. Non inseguite più il vostro bisogno di possesso sfrenato sulle cose, il bisogno di esercitare potere sul prossimo, il bisogno di visibilità e riconoscimento ad ogni costo da parte degli altri. Seguiamo piuttosto la strada indicataci da Dio in Gesù suo Figlio. Torniamo a quelle mani dalle quali siamo stati plasmati. Torniamo a Dio che ha condiviso con noi tutta la nostra condizione umana in Gesù. Laceratevi il cuore – ha suggerito il profeta. Il cuore, la profondità della nostra esistenza. Ascoltiamo la coscienza laddove Dio sta parlando con il suo Santo Spirito. E confidiamo nella Buona e Bella Notizia: l’Evangelo. Diamo credito all’insegnamento di Gesù, alle beatitudini, ai consigli evangelici, alle sue parabole. Come Marta e Maria ospitiamolo nella nostra casa e accogliamo i suoi gesti di guarigione, perdono, risurrezione. Lasciamoci istruire con la delicatezza e la tenacia con le quali Gesù ha accompagnato i suoi discepoli. Mettiamoci una volta di più alla scuola del Vangelo per ritrovare la via della vita vera.
Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. L’apostolo Paolo invita anche noi a non restare indifferenti nei confronti di Dio. L’indifferenza crea lontananza e impossibilità di creare una relazione. L’indifferenza fa rimanere noi nel nostro isolamento e lascia Dio altrove, lontano da noi stessi. Ma Dio ha preso l’iniziativa per venirci incontro e costruire con noi una relazione che nasce proprio dal perdono. Lasciamo che Dio ci offra il suo perdono su tutte le iniquità personali e sociali compiute. Lui non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva.
Ci viene offerto un tempo speciale. Possiamo con totale libertà accogliere il desiderio di Dio di costruire ponti laddove noi ci siamo divisi, portare tenerezza laddove noi ci siamo imposti con la forza, aprire la porta al calore dell’incontro laddove noi ci siamo voltati dall’altra parte con fratelli e sorelle migranti che bussano con insistenza nelle nostre numerose case vuote.
L’ascolto orante della Parola di Dio si intensifichi in questo tempo e le nostre parole non siano vuote bensì gravide di Spirito Santo contenuto in quella Parola.
Il nostro cibo sia essenziale, per ciò che nutre il corpo e non la gola. Possiamo così, con le nostre piccole scelte quotidiane invertire la rotta delle ingiustizie presenti nel mondo laddove le ricchezze della terra sono concentrare nelle mani di noi paesi ricchi.
Il tempo forte della quaresima ci è donato anche per accompagnare più da vicino con la nostra preghiera i fratelli e le sorelle che hanno incontrato la bellezza del Vangelo e chiedono lo splendore di una vita segnata dal battesimo, dalla cresima e dall’Eucaristia. Saranno qui con noi in Cattedrale con la preghiera dei vespri. Fin da ora sentiamoli parte della nostra comunità ecclesiale.
† vescovo Giuliano




