OMELIA nella Celebrazione Esequiale di don LUIGI CASTAGNA Bolzano Vicentino, 8 maggio 2025

OMELIA nella Celebrazione Esequiale di don LUIGI CASTAGNA

Bolzano Vicentino, 8 maggio 2025

Letture: At 8,26-40; Sal 65; Gv 6,44-51

Don Luigi è stato attirato da Dio Padre all’incontro con Gesù. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato – abbiamo ascoltato nel vangelo di Giovanni. Queste parole di Gesù hanno un seguito: e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Noi siamo qui per salutare in modo cristiano il nostro don Luigi. E subito la Parola di Dio ci indirizza a rivolgere lo sguardo verso la risurrezione. Don Luigi ha scritto alcune parole spirituali il giorno di pasqua dell’anno scorso. La pasqua di Gesù lo attirava con parole di profonda gratitudine.

«Ormai prossimo alla fine dei tanti giorni che il buon Dio mi ha donato – egli scrive – non ho che da dirgli un vivo “grazie” per l’amore dimostratomi chiamandomi alla “Fede cristiana” e pure alla “missione sacerdotale”».

Una gratitudine che si estende ai genitori Angelo e Margherita “ricchi di Fede e di impegno cristiano” e pure ad uno zio sacerdote, fratello della mamma, don Mauro Maule. Questo zio sacerdote si è preso cura di don Luigi ancora da piccolo e lo rese attento alle “chiamate del Signore”.

Per ascoltare queste chiamate che il Signore rivolge anche a noi è necessario essere docili agli insegnamenti di Dio come ricorda Gesù nel vangelo citando il profeta Isaia: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Un insegnamento che non è fatto solo di idee, di pensieri astratti, di nozioni dottrinali. È un lasciarsi ammaestrare da Dio nutrendosi del pane vivo, disceso dal cielo che è la persona di Gesù nella quale abita tutta la nostra umanità e tutta la santità di Dio. Nutrirsi della Sua Parola, del Suo Corpo eucaristico, del Suo Corpo ecclesiale, della Sua Carne presente nei poveri… è ciò che dona vita. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.

Don Luigi ha avuto l’umiltà di lasciarsi istruire da Dio. Dobbiamo riconoscere che non è per nulla scontato assumere l’atteggiamento di coloro che si sentono “ignoranti” nel senso di non conoscere se stessi, il prossimo, il mondo e le realtà che sono significate in questo nostro mondo. Ponendosi davanti a Dio con totale trasparenza, don Luigi, nelle sue ultime volontà scrive: «Pur riconoscente al buon Dio per la sua misericordia, non posso non ritenermi un debole peccatore: ho ricevuto tanto bene dal suo amore, ha ho risposto per lo più “debolmente”. Penso, infatti alla “povertà” del mio servizio pastorale, alla scarsa attenzione ai “fratelli” e “sorelle” più poveri, in particolare a quelli più lontani da Dio, dalla fede cristiana».

Vogliamo pregare per don Luigi, perché il Signore che lo ha chiamato a seguirlo e al quale ha risposto con docilità, lo accolga nel suo regno. Questo è stato il desiderio di don Luigi: vivere un rapporto intimo con il Padre istruito dall’intimità di Gesù che si ritirava notti intere per vivere la familiarità con Dio Padre e discernere la sua volontà buona su di sé e sull’intera umanità. Come gli apostoli anche don Luigi deve aver chiesto: “insegna anche a noi a pregare così come tu ti rivolgi con tanta familiarità a Dio chiamandolo Abbà”.

Comprendere, accogliere e realizzare il volere buono di Dio. Questa è stata una delle missioni che sono state affidate a don Luigi.

Abbiamo ascoltato nella prima lettura Filippo come il Signore gli abbia chiesto: Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta – Gaza un nome tristemente noto ai nostri giorni. Incamminandosi su quella via Filippo incontra un funzionario della regina di Etiopia che in viaggio sta leggendo profeta Isaia, seduto sul suo carro. Capisci quello che stai leggendo? Chiede Filippo! In questa domanda possiamo raccogliere un compito tanto importante quanto raro al tempo in cui venne chiamato il piccolo Samuele a seguire il Signore e tanto difficile pure oggi. Molti ragazzi e giovani attendono qualcuno che chieda loro: “capisci quello che leggi nella tua vita?”; “sei in grado di comprendere ciò a cui sei chiamato nella tua vita?”; “hai compreso qual è il tuo posto nella vita che sia all’altezza dei desideri che Dio stesso ha posto in te?”.

Don Luigi ha svolto il ministero di prete a Pianezze S. Lorenzo, a Caldogno, a S. Maria in Colle e qui a Bolzano Vicentino, ma desidero sottolineare il servizio che noi oggi chiamiamo di “discernimento vocazionale”. Lo ricorda lo stesso don Luigi nel testamento: «Il Seminario diocesano divenne anche per me una casa, una “famiglia ideale” nella quale ascoltare ed accogliere “le chiamate” del Signore». Per 13 anni ha accompagnato gli adolescenti del Seminario come padre spirituale. L’adolescenza è una delle stagioni più affascinanti della vita, ma anche tanto delicata se non si incontrano le persone giuste. Don Luigi fece tesoro di quanto lui stesso aveva vissuto ed era stato aiutato a comprendere – in famiglia e con lo zio prete -, divenendo così strumento nelle mani di Dio per aiutare tanti ragazzi a scoprire la chiamata di Dio e il Suo volere buono su di loro.

Ringraziamo il Signore per il dono della lunga vita di don Luigi, 98 anni, di cui 71 pienamente dedicati al ministero presbiterale, ultimamente con la preghiera e l’offerta della propria vita.

Egli ricorda nel testamento la «Beata Vergine Maria, l’unica Creatura esente dal peccato di origine, l’Immacolata, che Dio ha voluto quale Madre di Gesù, il Figlio dell’Altissimo». Devoto della Madonna di Pompei la cui memoria ricorre oggi, Madonna che noi veneriamo a Monte Berico possa riposare in pace anche sotto il suo manto.

+ Vescovo Giuliano

 

Al termine della celebrazione, prima del Rito del commiato, desidero leggere un passo del Testamento di don Luigi nel quale esprime la sua gratitudine alla Comunità di Casa Novello.

«Desidero ringraziare i tanti Confratelli che condivisero con me la missione pastorale.

In questi ultimi anni mi fu consigliata “Casa Novello” – R.S.A, in Vicenza, nella quale si accolgono in particolare anziani e malati che possono trovare l’assistenza per provvedere sia alla salute fisica, che allo spirito dei Sacerdoti.

Tutto ciò è possibile grazie alla “continua” assistenza giorno e notte, di personale qualificato – uomini e donne – preparati e attenti, generosi nei loro compiti anche dove gli interventi richiesti possono costare molta attenzione, competenza e fatica.

… ritengo giusto e doveroso ringraziare la Direzione della Casa nel suo aspetto economico, e in particolare il Sacerdote mons. Giuseppe Bonato per la sua attenta e generosa opera quotidiana nel rapporto con i Sacerdoti ospitati, fra i quali sono contento di trovarmi anch’io da alcuni anni.

Da circa otto mesi mons. G. Bonato ha ricevuto quale aiutante per la Liturgia quotidiana un valido Confratello: don Roberto Castegnaro… è un confratello che, pur non godendo di tanta salute, trasmette bontà, spirito di fede e serenità».