OMELIA nella Celebrazione Eucaristica della memoria del SS.mo NOME DI MARIA
con la Giornata della Speranza dell’UNITALSI
Santuario di Monte Berico, 12 settembre 2025
Letture: Ef 1, 3-6.11-12 (pag. 740); Salmo Lc 1, 46-54 (pag. 723); Lc 1, 39-47 (pag. 750)
Cari fratelli e sorelle, cari amici dell’UNITALSI, cari malati, pellegrini, volontari, sorelle e fratelli nel Signore,
ci ritroviamo oggi in questo luogo di consolazione e di luce, il Santuario di Monte Berico, per celebrare la memoria del Santo Nome di Maria e vivere con l’UNITALSI la Giornata della Speranza.
Due parole risuonano nel nostro cuore quest’oggi: nome e speranza.
Il nome di Maria, che la Chiesa oggi contempla e venera, è un nome che da secoli è sulle labbra dei cristiani nei momenti più difficili. È il nome che si sussurra nelle stanze dei malati, il nome che si affida ai bambini, il nome che si canta nelle veglie e che si piange nei momenti del dolore. È un nome dolce, come diceva san Bernardo, ma anche forte. È il nome della donna che ha creduto, che ha sperato, che ha camminato.
E poi c’è la speranza: la speranza che l’UNITALSI celebra oggi con tutti voi, malati e volontari, con chi soffre e chi accompagna. Speranza vera, concreta, quotidiana. Non illusione, non fuga, ma speranza intessuta di fedeltà, di piccoli gesti, di mani che si stringono nei viaggi della vita, come nei pellegrinaggi verso Lourdes.
Benedetto Dio… che ci ha scelti
San Paolo ci ha donato oggi parole che ci sollevano in alto, ci portano a respirare il cielo:
“Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo”.
Carissimi, Paolo ci sta dicendo che siamo benedetti, non perché abbiamo meriti, ma perché siamo scelti nell’amore.
Maria, prima fra tutti, è la creatura che ha creduto a questo amore. E proprio in questo suo credere, diventa per noi madre della speranza.
La speranza cristiana non nasce dal calcolo o dall’ottimismo. Nasce dalla fiducia nel progetto di Dio, anche quando non ne comprendiamo il senso. Maria non capisce tutto, ma si fida. Non controlla tutto, ma si affida. E in questo, ci mostra il cammino.
Maria si alzò e andò in fretta
Il Vangelo ci ha portati nel cuore dell’incontro tra due donne, Maria ed Elisabetta. E tutto comincia con un verbo semplice e sorprendente:
“Maria si alzò e andò in fretta”.
Maria non resta chiusa nel suo mistero, non si ripiega sul suo stupore. Appena sa della gravidanza di Elisabetta, si mette in cammino.
Questo ci dice qualcosa anche di noi, qui oggi. Anche la speranza si mette in cammino. Anche la fede si alza e parte. Anche l’amore ha fretta.
Quanti di voi, amici dell’UNITALSI, vivono questo slancio ogni giorno: mettersi in viaggio per accompagnare, servire, sostenere. Incontrandovi a Lourdes posso dire che voi siete un po’ l’immagine viva della “fretta di Maria”, di quella carità che si fa vicina, che si mette in ascolto, che porta la gioia anche nei luoghi della fatica e della sofferenza.
Il Magnificat e il nome che consola
E poi arriva il canto. Il Magnificat. Il canto della povera che esulta, della donna che ha fiducia. È un canto che nasce dall’anima e attraversa i secoli. Ogni volta che lo pronunciamo, Maria canta in noi.
E qui, fratelli e sorelle, c’è il mistero del Santo Nome di Maria. Non è un nome magico, non è un talismano. È un nome che racchiude una storia, una fede, una donna viva, la madre del Signore, madre nostra.
Quando diciamo “Maria”, ricordiamo colei che ha creduto nella Parola, che ha accolto la croce, che ha vegliato con i discepoli, che ha custodito la speranza.
E allora oggi, mentre celebriamo in questo Anno Santo la Giornata della Speranza, il nome di Maria diventa per noi parola che consola, presenza che accompagna, carezza di madre.
Conclusione: Il nome e la speranza da portare nel cuore
Vorrei concludere con un’immagine semplice, nello stile della Parola di Dio:
Maria è colei che porta Gesù nel cuore e nel corpo. E quando lo porta, le persone attorno a lei esultano di gioia. Il bambino nel grembo di Elisabetta sussulta, Elisabetta stessa è colmata di Spirito Santo.
Anche voi, cari amici dell’UNITALSI, portate una presenza. Non solo servizi, non solo cure. Ma una presenza di amore, di fede, di compagnia.
Oggi chiediamo a Maria di insegnarci a portare Gesù nella nostra carne, nel nostro modo di vivere, nel nostro modo di soffrire, nel nostro modo di amare.
E quando, nei momenti difficili, non sapremo cosa dire o fare, pronunciamo il suo nome: Maria.
E sarà come dire: “Sì, Signore, credo. Sì, Madre, cammina con me. Sì, Stella della Speranza, rimani accanto a noi”.
PREGHIERA A MARIA
Maria,
nome lieve come respiro,
nome che consola chi trema,
che asciuga lacrime e solleva mani stanche.
Nome che, pronunciato nel silenzio,
riaccende una speranza dimenticata.
Tu che salisti i colli d’Israele
per portare un saluto che fece danzare un bambino,
ora sali anche le nostre montagne interiori,
quelle faticose da scalare,
le montagne del dolore, della guerra, della solitudine.
Maria, Donna del “Sì”,
insegnaci ad abitare le attese senza stancarci,
a credere anche quando la notte sembra lunga,
a sperare anche quando il seme dorme sotto la terra.
Tu che a Monte Berico sei scesa per portare sollievo
a un popolo stremato dalla peste,
ora posa il tuo sguardo materno
su questa umanità affaticata da un’altra terribile pestilenza:
quella della guerra che sembra non conoscere limiti.
Maria, nome che è casa, rifugio, carezza,
raccogli il nostro grido:
dona al mondo la pace.
Una pace più grande della semplice tregua,
una pace che nasca dalle viscere dell’uomo,
che germogli nei cuori e contagi le mani.
Stringi al tuo cuore di Madre
le terre ferite dalla guerra,
le famiglie divise dall’odio,
i bambini nati sotto il rombo delle bombe.
E stringi anche noi,
con le nostre fragilità e le nostre colpe,
ma ancora capaci di amare,
ancora capaci di sognare cieli nuovi e terra nuova.
Maria, speranza che non delude,
non lasciarci soli sulle strade del mondo.
Cammina con noi,
fino a quando ogni nome sarà rispettato,
ogni volto riconosciuto,
ogni uomo chiamato “fratello”.
Amen.
Al termine della celebrazione
L’Anno Giubilare Mariano avrà inizio con la Celebrazione Eucaristica che si terrà nel pomeriggio del prossimo 8 febbraio a conclusione del Congresso Mariologico Internazionale dal titolo: Maria Madre di Misericordia, tra devozione popolare e rinascita delle comunità. Il Congresso si terrà dal 6 all’otto febbraio 2025: lo ricordo perché desidero che alcuni rappresentanti dell’UNITALSI possano partecipare.
La conclusione dell’Anno Giubilare sarà domenica 7 marzo 2027.
Il tema che accompagnerà l’Anno Giubilare sarà quello della Rinascita e sarà ispirato al Cantico del “Magnificat”: L’anima mia gioisce nel Signore. Rinascere nella speranza con Maria.
Nel corso dell’Anno Giubilare sarà possibile accogliere il dono dell’indulgenza alle condizioni previste dalla Chiesa.
Il calendario degli eventi verrà reso noto nelle prossime settimane. Ma anticipo che ci sarà Un appuntamento speciale che coinvolge l’UNITALSI sarà la Giornata del Malato nell’Anno Giubilare Mariano qui a Monte Berico nel giorno della memoria di Nostra Signora di Lourdes il prossimo 11 febbraio.




