OMELIA nella Celebrazione Eucaristica in San Giovanni in Laterano,
con il Pellegrinaggio giubilare diocesano – Memoria di San Vincenzo de’ Paoli
San Giovanni in Laterano, 27 settembre 2025
Letture: Zc 2,5-9.14-15; Ger 31; Lc 9,43-45
Cari fratelli e sorelle,
eccoci qui, radunati come popolo in cammino, nella cattedrale del Vescovo di Roma, il Santo Padre, nella memoria luminosa di san Vincenzo de’ Paoli, e dentro il cuore pulsante del Giubileo: Pellegrini di speranza.
Abbiamo lasciato le nostre comunità, le nostre abitudini, i nostri volti familiari, e siamo giunti fin qui, da Vicenza a Roma, per dire con il corpo e con l’anima: “la nostra fede cammina”, la nostra speranza cerca la luce, il nostro amore vuole diventare più concreto.
“Pellegrini” nella Parola: Dio che cammina con noi
Il profeta Zaccaria oggi ci ha offerto un’immagine che colpisce: “Ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te”. Dio non è lontano, non è immobile, non è spettatore. È pellegrino con noi.
E in questo Giubileo, il Signore ci chiama non a guardare da fuori, ma a entrare nel suo passo, a lasciarci coinvolgere dalla sua venuta. Il Giubileo non è prima di tutto un “evento religioso”, ma una visita del Signore, una sua carezza sul nostro tempo fragile.
Il Vangelo, breve ma tagliente, ci mostra un Gesù che, lungi dal cercare applausi, annuncia il mistero della croce: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato…”. E i discepoli non capiscono, e hanno paura di chiedere.
Forse è la fotografia anche di noi Chiesa oggi: affaticati, disorientati, impauriti di fronte al mistero del male, del dolore, della sofferenza delle guerre.
Eppure, proprio qui ci è consegnata la speranza vera: Dio non ci salva dal dolore, ma dentro il dolore. Dio non ci evita la croce, ma la abita. E allora anche il pellegrinaggio, anche le nostre fatiche – e penso agli ammalati che sono tra noi, e li ringrazio perché sono la nostra forza nascosta – diventano luogo di incontro con Lui.
San Vincenzo de’ Paoli: il santo della carità concreta
Non potevamo celebrare questo giorno in memoria di un santo come san Vincenzo de’ Paoli, padre dei poveri, uomo della speranza incarnata. Vincenzo non ha mai separato la fede dalla storia, la preghiera dalle mani, la liturgia dal servizio.
Lui ci insegna che la vera Chiesa è quella che si lascia ferire dai poveri. E oggi, noi pellegrini – affaticati da mille sfide, dal calo delle vocazioni, dal disorientamento culturale – riscopriamo la nostra missione guardando i piccoli, i malati, gli scartati.
Il Giubileo ci chiede non solo di passare una porta santa, ma di diventare noi stessi porte aperte, case accoglienti, comunità che sanno condividere il pane e la speranza.
Una diocesi in cammino: da Vicenza a Roma, da noi a tutti
Questo pellegrinaggio è diocesano: siamo qui come popolo di Vicenza: vescovo con i nostri preti, i diaconi, i laici, i consacrati. Questa comunione è un dono immenso. E non è scontata.
In un tempo in cui tutto si frammenta – relazioni, parrocchie, generazioni – il cammino insieme diventa profezia. Non si cammina da soli. Non si crede da soli. Non si ama da soli.
E oggi, davanti alla cattedra del Papa, siamo chiamati a rinnovare la nostra comunione con lui, successore di Pietro, padre e fratello nella fede, guida di una Chiesa che vuole essere – come ricordava spesso papa Francesco – ospedale da campo, comunità sinodale, madre che accompagna.
Qui, nella sua cattedrale, diciamo il nostro “sì” alla Chiesa tutta intera. Non quella che ci piace. Non quella che ci assomiglia. Ma quella che il Signore ci ha dato: santa e ferita, luminosa e umile, sposa amata.
Quattro consegne
E allora, fratelli e sorelle, portiamo con noi quattro piccole consegne, come semi da custodire:
- Restiamo pellegrini: non persone sedute, ma uomini e donne che cercano, ascoltano, si lasciano cambiare.
- Scegliamo i poveri: non per generosità, ma perché lì c’è Cristo.
- Viviamo la comunione: con il Papa, nella Chiesa universale e nella nostra Diocesi, nelle nostre famiglie.
- Preghiamo secondo il desiderio di Papa Leone: che tutte le nostre parrocchie e comunità cristiane diventino “Case di Pace”.
Preghiera giubilare: Tu sei la nostra speranza (ispirata a Tu sei il Cristo di San Paolo VI)
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo, / luce che non tramonta,
speranza che non delude, / fuoco che arde nel cuore dei pellegrini.
Tu sei il nostro Giubileo, / la Porta che si apre sul Regno,
la strada che riconduce alla casa del Padre, / il volto del Dio misericordioso,
il cuore che batte per ogni uomo.
Tu sei la nostra comunione, / la pietra che ci tiene uniti,
il fondamento della Chiesa, / il legame che ci unisce al Papa,
voce viva del Vangelo in mezzo a noi.
Tu sei la nostra pace, / che disarma le mani e apre le braccia,
che consola chi soffre e rialza chi cade,
che asciuga le lacrime e semina il perdono.
Tu sei per noi tutto, o Cristo: / compagno nei giorni oscuri,
gioia nei ritorni, / forza nei deserti, / luce nei passi incerti.
Noi ti cerchiamo, / noi ti annunciamo, / noi ti amiamo.
Tu ci sei necessario, Signore. / Tu ci sei necessario
oggi, per vivere; / domani, per sperare; /sempre, per amare. Amen.




