RENDIMENTO DI GRAZIE A DIO PER LA BEATIFICAZIONE DI PADRE TULLIO MARUZZO E DI LUIS OBDULIO ARROYO NAVARRO, MARTIRI IN GUATEMALA(Vicenza, chiesa Cattedrale, 3 febbraio 2019)

 
       Saluto i fedeli che partecipano a questa Liturgia di rendimento di grazie a Dio per la Beatificazione di padre Tullio — dell’Ordine dei Frati Minori — e di Luis Obdulio — terziario francescano e catechista.
       Saluto in modo particolare i fedeli della parrocchia di Lapio, i fratelli e i familiari di padre Tullio e il Padre provinciale, fra Mario, dei cari Frati Minori che, ancora numerosi, sono presenti nel territorio della nostra diocesi, offrendo la bella testimonianza del carisma di San Francesco d’Assisi, in diversi ambiti pastorali, con esemplare spirito di servizio.
       Saluto i consacrati e le consacrate, con i quali abbiamo celebrato ieri la Giornata mondiale della Vita Consacrata.
       Saluto i canonici, i presbiteri, i diaconi e le autorità presenti assieme agli amici ascoltatori di Radio Oreb.
 
       Il 27 ottobre dell’anno scorso, una consistente rappresentanza della nostra diocesi, guidata dal vicario generale don Lorenzo Zaupa, dal parroco dell’unità pastorale Valli Beriche don Lorenzo Broggian (in questa unità pastorale si trova la parrocchia di Lapio, luogo di nascita di padre Tullio) e dal Padre guardiano dei Frati Minori del convento di Santa Lucia di Vicenza, padre Giorgio Cesaro, ha partecipato alla solenne Liturgia della Beatificazione di padre Tullio e del catechista Luis Obdulio a Morales, presso Izabal, in Guatemala.
 
       Domenica 9 novembre dell’anno scorso, Seconda Domenica di Avvento, ho presieduto una solenne Celebrazione nella chiesa parrocchiale di Lapio, celebrazione ben preparata e molto partecipata dai fedeli con la presenza dei fratelli e dei familiari di padre Tullio.
 
       Oggi, domenica 3 febbraio del nuovo anno civile, vogliamo tutti insieme rendere grazie a Dio per la Beatificazione di padre Tullio insieme al catechista Luis Obdulio. La Beatificazione di padre Tullio è un altro grande dono per la nostra Chiesa diocesana, che il Signore continua a rendere feconda di abbondanti frutti di santità. Un altro grano è stato aggiunto a quel “Rosario di santità” che rende sempre più bella la chiesa di Vicenza.
 
       Padre Tullio e il catechista Louis Obdulio sono stati riconosciuti martiri della Chiesa. Le letture della Parola di Dio che abbiamo proclamato e ascoltato mettono in luce l’esistenza cristiana come testimonianza di fede e di amore, fino alla donazione totale della propria vita nel martirio.
 
       Gli Atti degli Apostoli ci presentano una pagina drammatica della vita della prima comunità cristiana, nella città di Gerusalemme: «In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare Pietro, e lo gettò in carcere» (At 12,1-4).
Siamo a pochi anni di distanza dalla morte e dalla Risurrezione del Signore Gesù. Ma anche alla fine del primo secolo, quando si erano già formate numerose comunità cristiane in tutto il territorio dell’Impero Romano nel Libro dell’Apocalisse si fa riferimento ai martiri: «Uno degli anziani si rivolse a me e disse: “Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?”. Gli risposi: “Signore mio, tu lo sai”. E lui: “Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello”» (Ap 7,13-14).
 
       Nel Vangelo secondo Matteo l’ultima delle otto Beatitudini ci parla del martirio: «Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,10). Quanta gente è perseguitata ed è stata perseguitata semplicemente per aver lottato per la giustizia, per aver vissuto, con fedeltà e coerenza, i propri impegni con Dio e con gli altri! Certamente anche Padre Tullio va annoverato tra i perseguitati per la giustizia. Il suo carattere era mite, riservato e timido, amava il servizio, esercitava il suo ministero, la sua impegnativa missione, conservando inalterato il sorriso, segno di una profonda serenità interiore. Egli era a conoscenza delle minacce contro la sua persona eppure decise di continuare il suo lavoro con la gente, nonostante gli fosse stato chiesto di trasferirsi in un’altra missione.
 
       Ecco quanto scrisse a un suo confratello: “Io non sono importante. Nessuno ha qualcosa contro di me. Assisto i contadini con semplicità, essi hanno bisogno che noi rimaniamo accanto a loro, come pastore non posso abbandonarli. Riconosco il pericolo. Ho dovuto andare a difendere alcuni catechisti delle diverse comunità della parrocchia che sono stati espulsi ingiustamente dalle loro terre, alcuni li hanno uccisi. Ma sento che il mio dovere è quello di rimanere accanto ai contadini indifesi. Cosa succederebbe se tutti li abbandonassimo in questo momento così difficile di sofferenza?”.
 
       Voglio ora ricordare l’ultimo giorno della sua vita terrena. La sera del 1 luglio 1981, dopo una giornata di intenso lavoro, padre Tullio si fece accompagnare in macchina da Luis Obdulio, un giovane molto legato alla comunità dei Frati Minori, terziario francescano, per partecipare a una riunione dei Cursillos, chiamata Ultreya, a Los Amates. Sulla strada del ritorno c’erano dei sicari ad aspettarlo.
Sappiamo con certezza che i sicari prima presero Obdulio che cercava di difendere Padre Tullio, lo scaraventarono un po’ lontano, poi presero Padre Tullio, tirandolo per la camicia e lo crivellarono di pallottole quasi contemporaneamente a Obdulio. Uno dei sicari, qualche giorno dopo, sotto l’azione dell’alcol, raccontava ridendo che Padre Tullio ripeteva: “Io vi perdono, io vi perdono!”. Padre Tullio è davvero un martire della Chiesa cattolica, un perseguitato per la giustizia. Egli ha testimoniato con il sangue la sua fedeltà al Vangelo di Cristo, alla scelta preferenziale per i poveri, allo sviluppo integrale della persona.
 
       Ma cosa dicono alla nostra chiesa di Vicenza la vita, la missione e il martirio di Padre Tullio?
La Beatificazione di Padre Tullio è un’ulteriore conferma della dimensione missionaria che appartiene al patrimonio spirituale e pastorale della nostra diocesi. Numerosi uomini e donne, singoli battezzati laici e famiglie, consacrati e consacrate, diaconi, sacerdoti — alcuni poi diventati vescovi — sono partiti dalle nostre parrocchie, dalla nostra Chiesa, e sono andati in missione in tanti paesi del mondo per annunciare il Vangelo, accompagnato sempre dalla testimonianza della carità, dalla promozione umana e dalla scelta preferenziale degli ultimi, dei poveri.
L’evangelizzazione e la promozione umana sono tra loro intimamente connesse. L’uccisione di Padre Tullio ci fa capire che il martirio è una dimensione intrinseca nella vita e nella missione della Chiesa e di ogni singolo cristiano. Il martirio ha una sua fecondità nella nostra vita e nella vita della Chiesa; è nota a tutti l’affermazione di Tertulliano: “Il sangue dei martiri è il seme di nuovi cristiani”. L’esistenza di ogni cristiano è chiamaa a diventare testimonianza in qualsiasi luogo e in qualsiasi modo essa si compia: in famiglia, nella comunità, in tutti gli ambiti dell’umana esistenza, in ogni parte del mondo.
 
       La testimonianza di Padre Tullio fa risplendere nella nostra Chiesa diocesana e nel nostro mondo il singolare carisma di Francesco d’Assisi. Il saluto francescano “Pace e bene”, racchiude in sé la pienezza del messaggio evangelico. L’augurio è quello di vivere e di realizzare una pace integrale: con Dio, con i fratelli e con il creato. Il bene riguarda Dio, ‘nostro sommo bene’ e l’amore verso i fratelli, che solo è capace di generare il bene della giustizia e della pace. Voglio ancora una volta ringraziare i Frati Minori francescani per la loro preziosa e feconda presenza nella nostra Chiesa diocesana, in modo particolare la comunità di Santa Maria della Pieve, a Chiampo, che per tutti noi è un faro di santità.
 
       Concludo riproponendo la preghiera di Colletta, con cui abbiamo iniziato la Celebrazione: “O Padre, che hai donato ai martiri Tullio e Luis Obdulio la beatitudine promessa dal tuo Figlio ai perseguitati a causa della giustizia, concedi anche noi di operare a favore della pace per essere chiamati tuoi figli ed ereditare il Regno dei cieli”. Amen.

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza