RIFLESSIONE ALLA PROCESSIONE DELLA MADONNA DI MONTEBELLO CHIAMATA “LA SOLENNE”
Montebello, 4 maggio 2025
Lettura: Gv 21,1-19
La Madonna di Montebello è stata accompagnata in questo giorno per le vie del paese. E lo abbiamo fatto in modo Solenne come viene tradizionalmente chiamata questa esperienza spirituale.
Ci fermiamo qualche istante in meditazione. Tornando all’inizio del cammino.
Ad aprire il nostro passo è stato l’ascolto del racconto evangelico. Era l’alba di un giorno nuovo. Pietro e gli altri apostoli dopo la morte di Gesù sono ritornati all’antico mestiere di pescatori. Tutta la notte hanno lavorato senza pescare nulla. Una notte ben poco fruttuosa. Rientrati a riva incontrano un uomo affamato – non sanno chi sia – che chiede loro se hanno qualche cosa da mangiare. La loro risposta è chiara: “no”.
Sconosciuti ne incontriamo molti anche noi. Ci chiedono tendendo le mani: “avete possibilità di aiutarmi?”, la risposta è “no”. “Sono straniero, avete la possibilità di accogliermi?” La risposta è “no”. “Ho figli piccoli e sto cercando una casa: ne avete una?” La risposta è “no”. Talora ci sembra che anche il vangelo sia una raccolta di “no”. Qualcuno pensa che la chiesa sia una serie di “no”… non fare questo, non fare quello…
Ma le prime luci dell’alba facevano presagire qualche cosa di diverso rispetto a quei “no”. Infatti quel “bisognoso” di cibo lungo la riva invita a tornare a pescare gettando la rete dalla parte destra della barca. Nel salmo 109,31 si dice che Dio si è nesso alla destra del misero per salvarlo da quelli che lo condannano. Dunque la parte indicata nella quale pescare è quella di Dio. Ed è stata una pesca abbondante.
Se ci mettiamo in ascolto degli inviti del Signore, così come ha fatto Maria accogliendo le parole dell’arcangelo Gabriele, tutto cambia. La nostra vita sarà trasformata. Da una vita fatta di “no”, diventerà una vita costellata di “eccomi”, di “sì”. È anche da Lei che gli apostoli hanno imparato ad ascoltare e accogliere le parole di Gesù, spesso misteriose, altre volte impegnative. Maria la donna del “sì”, fino a sotto la croce del Figlio, fino al giorno di Pentecoste per accompagnare la Chiesa nascente ad essere la Chiese del “sì”.
Ed è a partire da questo cambiamento di vita che la vita rinasce. La pesca diventa abbondante. L’esistenza ritrova il sapore e la bellezza. Se ci pensiamo bene ogni giorno dal momento in cui ci alziamo per affrontare un nuovo giorno fino al termine della giornata sono molti più i “sì” che diciamo rispetto ai “no”. Li diciamo forse un po’ per abitudine o senza una grande consapevolezza. Nella vita familiare per gli sposi. Nel lavoro quotidiano. Nell’andare a scuola o all’università i ragazzi e i giovani esprimono il proprio “sì” alla vita e alla crescita per un futuro ricco di speranza.
È possibile anche per noi quello che ha provato Pietro quando Gesù gli ha chiesto “Mi vuoi bene?” per la terza volta! Pietro rimase addolorato di questo nuovo “sì” da ripetere al suo Signore, il Cristo risorto.
Qui si comprende bene ciò che Maria ha imparato da Gesù: il “sì” a Dio e alla vita nasce dall’amore e passa anche attraverso il dolore. Il dolore della Madre sotto la croce. Il dolore di tutte le madri che hanno perso un figlio, o lo vedono morire di fame, come sta accadendo in questi giorni infernali nella striscia di Gaza a causa di un conflitto pieno di orrori. Orrori generati dai molti “no”: “no” ad aprire vie diplomatiche, “no” ad aprire la strada per il passaggio degli aiuti umanitari ad una popolazione stremata dalla fame, “no” alla riconciliazione e alla pace.
Quegli stessi orrori sono accaduti in mezzo a noi: ci basti ricordare l’eccidio compiuto proprio in questi giorni 80 fa a Forni, Settecà e Pedescala con la strage di 80 persone tra cui un bambino di 4 anni.
Con questa solenne processione noi vogliamo rinnovare con Maria il nostro “eccomi” e con Pietro il nostro “Ti voglio bene”, per metterci a servizio del prossimo, dal più vicino al più lontano. La Chiesa, nata dallo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, è la comunità di coloro che dicono “sì” a Dio Padre perché si compia il suo volere buono su di noi.
Alla Madonna di Montebello, affidiamo tutta la nostra fatica nel seguire il Signore. Lei, Madre premurosa tocchi i nostri cuori spesso indifferenti alle chiamate di Dio e ci aiuti a “fare ciò che suo Figlio ci dice”. Lei doni consolazione alle madri e ai padri che hanno perso un figlio. Ci insegni a pregare uniti alla Chiesa ogni giorno perché sia in mezzo all’umanità strumento di pace e di riconciliazione.
Invochiamo l’aiuto alla Madonna di Montebello perché, come Lei ha sempre fatto, i cardinali che si riuniranno in conclave mercoledì prossimo, accolgano la voce dello Spirito, e scelgano un nuovo Papa che accompagni la Chiesa di questo tempo ad essere la comunità di coloro che ogni giorno dicono “sì – eccomi” a Dio e al prossimo.