Bertilla Antoniazzi venerabile

Il Vescovo: "Una testimonianza semplice e forte per chi è nella malattia."

Papa Francesco, nel corso dell’udienza di giovedi 19 gennaio 2023 al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione dei Decreti riguardanti il riconoscimento delle virtù eroiche di sei Servi di Dio che così diventano Venerabili.

Si tratta di Miguel Costa y Llobera, Gaetano Francesco Mauro, Giovanni Barra, Vicente López de Uralde Lazcano, Maria Margherita Diomira del Verbo Incarnato e la laica vicentina Bertilla Antoniazzi.

Il vescovo Giuliano ha sottolineato l’importanza di questo passo significativo nel processo di canonizzazione della giovane vicentina con queste parole: “E’ motivo di grande gioia per tutta la comunità diocesana  vicentina che papa Francesco  abbia riconosciuto ufficialmente le virtù eroiche della Serva di Dio Bertilla Antoniazzi  Questa bella notizia mi ha raggiunto al termine della celebrazione della festa di San Bassiano a Bassano del Grappa. Bertilla, fedele laica nata il 10 novembre 1944 a San Pietro di Mussolino e morta dicianovenne il 22 ottobre 1964 in seguito a lunghi anni di malattia., ha risposta alla chiamata del Signore ad essere partecipe del Suo Amore offrendogli le sofferenze di una malattia diagnosticata quando aveva solamente otto anni. Mi auguro che ben presto si giunga alla beatificazione di questa nostra sorella diocesana. La sua testimonianza semplice e forte potrà sostenere il difficile tempo della malattia delle persone soprattutto giovani”.

La Serva di Dio Bertilla Antoniazzi è vissuta appena vent’anni, tra 1944 e il 1964 in Veneto. Ricoverata ad appena nove anni nell’ospedale di Vicenza per una grave dispnea dovuta ad endocardite reumatica, fu accompagnata dalla malattia che la costrinse a stare sempre in casa: dotata di grande forza d’animo, comprese quindi che la sua missione era quella di consolare chi soffriva e di riavvicinare i peccatori e le anime a Dio attraverso l’offerta della vita e dell’infermità. Mai si chiuse in sé stessa: con i medici e gli infermieri stabilì rapporti di amicizia e con le altre ammalate un’intensa corrispondenza epistolare. In totale affidamento a Dio nella preghiera, non si lamentava mai, neanche negli ultimi due anni di vita trascorsi a letto quando comparvero le piaghe da decubito, il cuore andò in insufficienza valvolare e i polmoni in edema. In pellegrinaggio a Lourdes nel 1963, alla Madonna non chiese la guarigione, ma la santità.

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