Il vescovo Giuliano nella veglia di Pentecoste: “Più ci riconosciamo dono aperto a tutti, più saremo testimonianza in questo nostro mondo”

Durante la veglia 67 laici hanno ricevuto il mandato come nuovi membri di gruppi ministeriali

Una preghiera intensa e anche un po’ di commozione hanno accompagnato la veglia di Pentecoste in cattedrale venerdì 17 maggio, durante la quale il vescovo Giuliano ha conferito il mandato a 67 laici come nuovi membri di gruppi ministeriali da tutta la diocesi. La veglia è stata promossa dalla consulta diocesana per le aggregazioni laicali. 

Dopo aver pregato in ascolto della Parola di Dio, in particolare con brani tratti dagli Atti degli Apostoli, e stralci di documenti del Magistero sul ruolo dei laici, Annarita e Riccardo Manea hanno proposto una breve testimonianza sull’esperienza che stanno vivendo, perché “la vita ci bussa alle porte e chiede”, hanno detto. Come famiglia hanno aderito alla richiesta dell’Azione Cattolica di ospitare per una settimana un ragazzo ucraino. L’AC di Vicenza ne ha accolti 26, gli altri 24 sono stati accolti dall’AC di Bologna. I giovani sono arrivati l’1 gennaio grazie al progetto promosso dalla Pastorale Giovanile della Chiesa greco cattolica dell’Ucraina. A casa di Annarita e Riccardo è arrivato Daniil, diciassettenne proveniente da una zona di confine con la Russia, tra le prime ad essere invase e che subiscono da allora una sorta di russificazione, cioè una costrizione all’uso della lingua russa e all’adozione di leggi russe. Tra queste vi è anche il servizio militare al compimento del diciottesimo anno di età. Dopo una settimana di “respiro” e tranquillità, i giovani ucraini ripartono. Annarita e Riccardo decidono di sentire quotidianamente Daniil temendo per la sua vita, fino a quando la mamma stessa di Daniil chiede che lo aiutino a venire in Italia: il ragazzo avrebbe compiuto di lì a poco 18 anni e sarebbe stato costretto a prestare servizio militare. Dopo giorni di indecisione, Annarita e Riccardo si sentono dire “ci siamo anche noi” da un’altra coppia di Azione Cattolica, Gina e Giampaolo. “In quel ci siamo anche noi, abbiamo sentito nascere il sogno di un’accoglienza condivisa, in rete, tra famiglie”, hanno raccontato Annarita e Riccardo. Facendo rete tra loro, sono riusciti a mantenere gli equilibri familiari, a far arrivare Daniil in Italia e ad accogliere la vita che bussava alla loro porta.

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato come “anche a noi sorgono dubbi sulla reale efficacia del Vangelo.  A volte sono dubbi che attraversano la stessa vita della chiesa dove ci sono percorsi carsici in direzione opposta a quella indicata da Papa Francesco. Sembra che a molti la fede cristiana e la relazione con Dio non interessi più di tanto”. Proseguendo l’omelia mons. Brugnotto ha indicato alcuni germogli di vita che lui stesso ha percepito in questi primi mesi di ministero episcopale proprio andando a visitare le realtà laicali della diocesi. “Lo Spirito Santo ci fa camminare insieme, mettendoci in ascolto gli uni degli altri per ascoltare il soffio dello Spirito”, ha detto il Vescovo, che continuato: “Il movimento che Papa Francesco, ispirato dallo Spirito, ha aperto con il cammino sinodale ci sta conducendo a riconoscerci tutti feriti nell’amore, bisognosi di una forza che non proviene dai nostri muscoli, bensì dal cuore trafitto di Gesù dal quale uscì sangue ed acqua. È un cammino che ci sta coinvolgendo nei vicariati, nelle parrocchie e nelle unità pastorali per comprendere dove è il Signore e come riconoscerlo presente e vivente nei piccoli e nei poveri, negli ammalati e negli esclusi. Comunità più piccole ma con la fiamma dello Spirito che arde nell’ascolto della Parola di Dio e nell’accoglienza del grande Mistero di Amore che è l’Eucaristia”.

Verso la conclusione della veglia, mons. Brugnotto ha conferito il mandato a 67 laici provenienti da tutta la diocesi e che sono stati individuati e scelti per diventare nuovi membri dei gruppi ministeriali. E’ stato un momento di commozione e gratitudine, per un cammino compiuto, quello di preparazione, ma anche per quello che si apre con una responsabilità nuova nella propria comunità parrocchiale. Non sono mancati gli abbracci di gioia, i sorrisi d’intesa, le strette di mano d’incoraggiamento reciproco!

Al termine della veglia, il Vescovo ha ringraziato sentitamente quanti hanno dato la disponibilità per assumere un nuovo ruolo nella propria comunità parrocchiale, ma ha anche chiesto di continuare a invocare il dono della pace chiamando accanto a sé Daniil, il ragazzo ucraino accolto dalla famiglia Manea. “Ora che abbiamo conosciuto anche lui non possiamo non impegnarci a pregare ancora per questo dono importante, perché alle notizie di guerra ci si può abituare, ma è bene mantenere una certa sensibilità per queste vicende”, ha concluso mons. Brugnotto.

Naike Monique Borgo