DIOCESI DI VICENZA
1° NOVEMBRE 2012

Nota Pastorale sulle Esequie Cristiane

 
QUESTO MIO CORPO VEDRÀ IL SALVATORE
 
Con la liturgia cristiana dei funerali «la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la resurrezione dei morti». (Rito delle Esequie – Premesse 1)
 
UNA COMUNITÀ COINVOLTA

Attraverso le diverse tappe celebrative che danno forma al rito delle esequie, tutta la comunità accompagna il defunto, dal letto di morte sino al sepolcro. In alcuni momenti sarà presente il ministro ordinato (prete o diacono), in altri, a guidare le celebrazioni saranno ministri (laici o religiosi/e) incaricati dalla Comunità (ministri della consolazione).

In particolare la celebrazione della chiusura della bara, potrà essere guidata da un “ministro della consolazione” oppure affidata agli stessi familiari. In tal caso il parroco attenderà la salma alla porta della chiesa.

Attraverso questa presenza molteplice, e attraverso le diverse “tappe” (preghiera in casa, veglia in chiesa, chiusura della bara, messa, preghiera in cimitero…) la Chiesa annuncia che la morte è una realtà comunitaria, poiché la persona defunta non è esistita solo per i suoi cari, ma in quanto credente è stata parte della comunità cristiana e come cittadino è stata membro della città degli uomini. Per questo va preferita la celebrazione nella chiesa della comunità a cui si appartiene, piuttosto che nelle cappelle degli ospedali, dei cimiteri e delle case di riposo.

Al momento della morte di un proprio caro, i familiari informino direttamente quanto prima la Parrocchia, anche qualora ci si rivolgesse immediatamente ad una Impresa funebre.


La data e l’ora del funerale vengano stabilite con i responsabili della Comunità cristiana, direttamente o attraverso l’intermediazione dell’impresa funebre, in modo da tener conto anche della vita e degli impegni della Comunità parrocchiale.

NON SOLO… MESSA
 
La famiglia del defunto può scegliere, in dialogo col sacerdote, la celebrazione con la liturgia della Parola o con la Messa, anche in coerenza con la effettiva partecipazione del defunto alla Messa nel corso della sua esistenza. Nell’uno e nell’altro caso la comunità cristiana cura l’intera celebrazione con la presenza di tutti i ministeri che essa è in grado di esprimere (lettori, cantori, organista, ministri della comunione, ministri della consolazione ecc…).

Il funerale con la Liturgia della Parola mantiene tutta la dignità di celebrazione cristiana della Chiesa.

 
LA CURA DEI SEGNI
 
I fiori, posti accanto al feretro, esprimono l’affetto verso il defunto, i legami di amicizia che si prolungano oltre la morte e la speranza che egli possa ritrovare il giardino del Paradiso. Si faccia attenzione, però, agli sprechi; si preferiscano piuttosto autentici gesti di solidarietà a vantaggio di reali necessità. Anche la raccolta delle offerte in chiesa, se viene fatta, come ha stabilito il Sinodo della Chiesa Vicentina (n. 99), va destinata dalla parrocchia a una iniziativa di bene.

Il rito delle esequie prevede la possibilità dell’intervento di una persona che pronunci brevi parole di cristiano ricordo nei riguardi del defunto. Altri interventi e testimonianze, se non sono stati fatti in occasione della Veglia, verranno collocati fuori dalla celebrazione eucaristica (prima o al cimitero). Va evitata l’esecuzione di canti o musiche estranei alla liturgia.

Terminata la celebrazione in chiesa, la salma viene accompagnata al cimitero. Infatti, il rito delle esequie ha il carattere di un ‘accompagnamento’ e pertanto esso termina con la deposizione del corpo nella tomba. Per questo è importante procedere subito verso il luogo della sepoltura.

 
SEPOLTURA E CREMAZIONE
 
La Chiesa cattolica ha sempre preferito la sepoltura del corpo dei defunti come forma più idonea ad esprimere la pietà dei fedeli verso coloro che sono passati da questo mondo al Padre. Tuttavia, in assenza di motivazioni contrarie alla fede, non si oppone alla cremazione. In tal caso la celebrazione liturgica precede la cremazione e si ritiene conclusa solo al momento della deposizione dell’urna in cimitero. La Chiesa è decisamente contraria alla prassi di spargere le ceneri oppure di conservarle in luoghi diversi dal cimitero, luogo della memoria che raccoglie la comunità intorno al ricordo dei propri morti. Tale prassi, infatti, sottintende una concezione privatistica della morte in contrasto con il significato delle esequie cristiane. Le preghiere nel luogo della cremazione e per la deposizione dell’urna in cimitero vengono affidate ai familiari, attraverso un sussidio che sarà fornito dalla Parrocchia.