Partecipare ad una GMG è una chiamata

Le testimonianze dei giovani dopo l'incontro di Padova del 17 giugno

“Andare ad una GMG è una chiamata”. Enrica, 26 anni, di Rovigo, ha sintetizzato così le motivazioni che le hanno fatto scegliere la sua seconda Giornata Mondiale della Gioventù, “nonostante la fatica incredibile”. Ha proseguito spiegando che all’altra (Cracovia 2016, ndr) doveva decidere quale università scegliere, “questa volta cosa fare della mia vita”. Enrica è stata una degli oltre 1.800 partecipanti al primo incontro triveneto degli iscritti alla GMG realizzato sabato 17 giugno a Padova. Dopo la preghiera festosa animata dal coro di Vittorio Veneto nel duomo patavino, i giovani delle 15 diocesi trivenete insieme ai 7 vescovi presenti si sono spostati in pellegrinaggio verso la Basilica del Santo per incontrare sant’Antonio, originario proprio di Lisbona, dove nella prima settimana del prossimo agosto si ritroveranno giovani da tutto il mondo per la prima GMG post covid.
“Mi aspetto di ritrovare un punto di incontro nella mia fede perché è un’esperienza fuori dalla mia comfort zone e riconosco di avere qualche difficoltà nel credere”, ammette Caterina, 22 anni, della diocesi di Treviso, pronta all’avventura portoghese e alle sue sorprese. Le sue parole sono in perfetta sintonia con quelle di don Davide Brusadin, coordinatore triveneto di Pastorale Giovanile, che a Padova ha detto ai partecipanti cosa non lasciare fuori dallo zaino: “Porta via tutte le tue domande e tutti i tuoi dubbi, i tuoi sogni, i tuoi desideri… anche quelli più profondi! Non lasciarli a casa! Un’occasione di risposta ci sarà anche per te!”.
Edoardo, 17 anni, di Pieve di Soligo, tra i più giovani partecipanti, a Lisbona si aspetta di poter fare una bella esperienza con i suoi amici. Nella giornata patavina è stato molto colpito dal racconto a tappe sulla vita di sant’Antonio, proposto con domande e appunti da scrivere sugli immancabili smathphone.
Il clima nel duomo di Padova è stato di grande partecipazione e coinvolgimento, anche nei confronti a gruppetti, nei quali i ragazzi si sono consegnati motivazioni e dubbi, anche di fede. La preghiera è stata proposta in più lingue senza vivere il disagio di non comprendere tutto: era importante esserci, condividere e sentirsi parte di una Chiesa più grande in partenza per un’esperienza indimenticabile.
Tra i gruppi colpiva quello molto affiatato della diocesi di Adria-Rovigo, al quale partecipano Maria e Simone, giovani “oltre barriere” in partenza con le loro carrozzine, che si mettono in gioco per superare alcune paure grazie ai loro amici. “Mi aspetto di crescere nella mia fede e nella relazione con Gesù, oltre che con gli altri ragazzi”, ha esplicitato Maria. “Voglio vivere momenti di preghiera e di fraternità a misura di giovane, come oggi a Padova – le ha fatto eco Simone – Abbiamo iniziato a vivere i primi disagi, come le code sotto il sole che, a Lisbona, immagino saranno quotidiane. Bisogna attrezzarsi”, ha concluso con un sorriso disarmante.
“C’era un’energia incredibile, che mi ha profondamente commosso” ha ammesso don Riccardo Pincerato, delegato di Pastorale giovanile per la diocesi di Vicenza. “E’ stato un momento particolarmente significativo, che credo ricorderemo a lungo”, ha raccontato a fine incontro con soddisfazione il vescovo Lauro Tisi di Trento. Dal Triveneto partiranno per Lisbona 7.000 giovani in pullman, aereo, bici… disponibili a lasciarsi interrogare da una fede che desidera raggiungerli e da una Chiesa che ha bisogno di loro per continuare a rinnovarsi, come chiede papa Francesco.

Naike Monique Borgo

 

Crediti foto: Diego Strazzabosco