Viaggio a Lampedusa – 5

Il racconto di venerdì 5 aprile: ultimo giorno di viaggio

Siamo già giunti all’ultimo giorno di un viaggio rivelatosi intenso, che ha fortemente scosso le nostre coscienze e aperto le nostre menti.

Le testimonianze che abbiamo potuto raccogliere sono state molte, e spesso ci hanno raggiunto in modo spontaneo ed imprevisto, anche camminando per le vie di Lampedusa, negli incontri fugaci ma significativi con chi vive la ferialità di questo luogo.

Nel cuore di questo quinto giorno due sono le esperienze che ci hanno particolarmente segnato. La prima è stata quella di provare ad avvicinarci a piedi all’hotspot, pur sapendo che sarebbe stato impossibile entrarvi. Una volta giunti davanti al cancello non abbiamo potuto fare altro che tentare di scorgere qualcosa dalle recinzioni, ed essere riusciti anche solo ad udire le voci di chi vi si trova all’interno è stato per noi tutti significativo.

Nel pomeriggio suor Angela ci ha accompagnati in un molo Favaloro deserto, ma in cui i segni del passaggio dei migranti sono stati ben visibili. Mentre osservavamo i relitti di alcuni barche, i vestiti impregnati d’acqua salata, le coperte termiche e alcuni oggetti abbandonati sul molo, come un pupazzetto abbandonato tra le immondizie, riecheggiavano nella mente alcune parole consegnateci da una volontaria: “se io non riconosco la dignità di un essere umano a perdere la dignità sono io”. Quello vissuto oggi è stato un tempo di consapevolezza, per tornare sulle molte parole ascoltate e su ciò che abbiamo visto accogliendo la trama di senso che tutto questo può offrire alla nostra vita, affinché nulla di questo viaggio ci sfugga dal cuore.

don Emanuele Billo e don Loris Faggioni