LITURGIA FUNEBRE PER DON LUIGI BRAZZAROLA(Chiesa parrocchiale di San Bonifacio, 29 novembre 2014)

Don Luigi Brazzarola è morto nel mentre l’Anno Liturgico della Chiesa volge alla fine e la Parola di Dio ci ammonisce continuamente ad essere vigilanti, perché il Signore viene e noi non conosciamo né il giorno né l’ora. Siamo qui, nella chiesa della sua parrocchia di origine, per congedarci da lui, affidandolo a Dio, Padre buono e misericordioso.
Don Luigi fu ordinato sacerdote a Vicenza il 29 giugno 1946 dal vescovo monsignor Carlo Zinato, fu vicario cooperatore ad Altavilla e a Roncà, quindi parroco a Fusine, a Carturo e a Vigardolo per 21 anni. Don Luigi trascorse gli ultimi anni presso il Centro OASI di San Bonifacio e la RSA Novello di Vicenza, dove è morto mercoledì scorso. Prete umile e fedele al suo servizio, ha lasciato a Vigardolo un buon ricordo e così anche, negli ultimi anni, all’OASI di San Bonifacio.
Ho scelto per questa liturgia due letture, una del profeta Isaia, che ci parla di colui che è stato scelto dal Signore e consacrato con l’unzione per annunziare la Parola di Dio al suo popolo, ed un’altra tratta dal Vangelo di Giovanni, che parla di Gesù Risorto che dona lo Spirito Santo ai suoi discepoli per il perdono dei peccati.
Uno dei compiti più importanti di ogni sacerdote è l’annuncio e la testimonianza della Parola di Dio. La prima lettura riporta, infatti, le parole con cui il profeta Isaia si presenta di fronte agli israeliti scoraggiati e delusi, dopo essere tornati dall’esilio di Babilonia nell’anno 538 a.C.
La città di Gerusalemme è priva di difese, senza mura, le case sono cadenti, i terreni ereditati dai padri sono stati tutti occupati e perdura un periodo di forte siccità. Quante volte nella storia della famiglia umana si sono vissuti periodi, più o meno lunghi, di crisi religiosa, sociale, economica, culturale. Per certi versi, anche noi – in questo tempo – siamo duramente provati.
Il ministero del prete, magari vissuto a lungo come quello del nostro fratello sacerdote Luigi, si svolge dentro la storia di una chiesa particolare, di una comunità parrocchiale, ed insieme a tutti i fedeli affronta gli avvenimenti lieti e tristi che la vita riserva.
Eppure, Dio, Padre buono e misericordioso, non abbandona mai gli uomini e manda sempre il suo Spirito, affinché susciti, nel suo popolo, uomini capaci di infondere coraggio e speranza a chi è deluso e sfiduciato.
I sacerdoti hanno ricevuto lo spirito Santo mediante l’imposizione delle mani del proprio vescovo e sono stati inviati, come dice il profeta: “a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, per consolare tutti gli afflitti” (Is 61,13a).
Don Luigi è stato annunciatore di speranza e ministro di consolazione, soprattutto nei momenti più difficili e faticosi della vita, per tanti uomini e donne, piccoli e grandi, affidati alla sua carità pastorale. Egli era preoccupato di rendersi utile, era un prete contento della propria vocazione, fedele agli impegni sacerdotali con spirito di autentico servizio.
Il Vangelo ci riporta alla sera della Pasqua. Nel mentre i discepoli sono riuniti nel cenacolo, Gesù Risorto si rende presente e comunica loro la Sua Pace, provocando in essi una grande gioia e, poi, effonde lo Spirito Santo in virtù del quale è possibile rinascere ad una vita nuova ottenendo il perdono dei peccati. “Soffiò e disse loro: ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (Gv 20,22-23). Quante volte don Luigi ha donato il perdono del Signore, nel sacramento della Riconciliazione, a tante persone, liberandole dalla tristezza del peccato per una vita nuova in Dio, Padre buono e misericordioso!
Di fronte alla morte di questo nostro fratello sacerdote siamo chiamati ad interrogarci sulla realtà della nostra vita, su come stiamo vivendo i nostri giorni. Il pensiero della morte è serio. Per il cristiano, la morte appartiene alla vita, come il momento supremo del nostro vivere, quando ci apriremo alla vita stessa di Dio.
Gesù chiamò la sua morte un “passare da questo mondo al Padre” (Gv 13,1), una Pasqua. La Pasqua è, insieme, Morte e Risurrezione.
Se pensiamo ai 68 anni di sacerdozio di don Luigi, segnati dalla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, siamo portati a pensare la sua morte con grande pace. “Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,58), dice Gesù.
Alla fine della Messa – al momento del congedo – canteremo: “In Paradiso ti accompagnino gli Angeli, al tuo arrivo ti accolgano i Martiri e ti conducano nella santa Gerusalemme. Ti accolga il coro degli Angeli e con Lazzaro povero in terra, tu possa godere il riposo eterno nel cielo”.
A don Luigi chiediamo di intercedere per i tanti fratelli e sorelle che ha servito nel ministero pastorale, per il vescovo ed il suo presbiterio, per il suo Seminario e per la nostra Chiesa, perché il Signore la benedica con la grazia di numerose vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e al sacramento del Matrimonio. Amen.

 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza