LITURGIA FUNEBRE PER DON MARIANO PIAZZA (Chiesa Cattedrale, sabato 20 novembre 2021)

Don Mariano Piazza era consapevole della gravità del suo stato di salute e per questo, negli ultimi mesi, si è preparato con fede e realismo alla sua morte, come del resto aveva vissuto, con gli stessi sentimenti, l’intera sua esistenza.

Nel giugno scorso è venuto a trovarmi, accompagnato da sua sorella, Mirella, per consegnarmi una memoria puntuale e preciso della sua vita, che si concludeva con queste parole:

“Se acquisterò ancora la mente, dirò qualcosa in più. Grazie”.

L’ho rincontrato a fine luglio (28) presso la comunità dei nostri preti anziani e ammalati nel cortile della Casa San Rocco, in carrozzina, accompagnato dall’amico di sempre, don Dario. Era molto confuso, e questo lo faceva soffrire per l’incapacità di esprimere i suoi ricordi e le sue riflessioni. Il 29 ottobre, dopo aver celebrato la S. Messa nella Casa  San Rocco, gli ho portato l’Unzione degli Infermi, consegnandolo nelle mani di Dio, Padre buono e misericordioso.

Riconoscenti al Signore per il dono di don Mariano, alla nostra chiesa diocesana, vogliamo ricordare il suo ministero pastorale svolto come vicario cooperatore a Madonna della Pace in Vicenza, come redattore alla “Voce dei Berici” e collaboratore pastorale a S. Antonio dei Ferrovieri in Vicenza.

Per 12 anni fu missionario “fidei donum”, in Camerun.

Di ritorno dalla missione, venne nominato parroco di S. Francesco d’Assisi, in Vicenza, e poi nella parrocchia di San Carlo, sempre in Vicenza, divenuta U.P. nel 2016, chiamata U.P. di Porta Ovest. Nel 2020 dopo aver rinunciato all’ufficio di parroco, continuò a prestar il suo servizio pastorale nella medesima U.P.

Con grande commozione mi sento di applicare a don Mariano le parole che l’Apostolo Paolo, scrive in apertura della sua lettera ai cristiani della comunità di Roma:

“Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio…che riguarda il Figlio suo, Gesù Cristo nostro Signore…per mezzo del quale abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti” (cfr Rm 1,1-7).

Don Mariano era un prete schivo, umile e generoso, amava e serviva i poveri ed era convinto che il Vangelo di Gesù e la vita della comunità cristiana, con tutte le sue difficoltà e fatiche, fossero la più bella risorsa da donare all’uomo di oggi. La sua fede era asciutta non devozionistica, ancorata alla Parola di Dio, che commentava con profondità, da fratello credente che si interroga e condivide il discepolato di Gesù.

Il Vangelo ci ha ammonito:

“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.

Don Mariano si è affidato alla volontà di Dio fin dall’età di 18 anni quando iniziò il lavoro alla redazione della Voce dei Berici per la chiamata di mons. Sartori, divenuto poi Vescovo delle diocesi di Adria-Rovigo e Trento. Questo generoso affidamento alla volontà di Dio si manifestò nella decisione di entrare in seminario all’età di 25 anni, nel 1970 e così pure nel suo intenso, intelligente e generoso ministero pastorale.

Un ministero vissuto senza alcun clericalismo né paternalismo, non accentrava l’attenzione su di sé, ma dava fiducia ai laici, uomini e donne, responsabilizzandoli. Un tempo di grazia sono stati, per lui, i 12 anni come ‘fidei donum’ in Camerun, dove tra l’altro ha sperimentato un periodo della vita in cui la salute lo ha sostenuto.

Abbiamo letto nel vangelo secondo Matteo:”Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia” (cfr. Mt 7,21-27).

Anche nelle fatiche dell’apostolato, nelle prove della vita, nelle sofferenze per la precarietà della salute, don Mariano è rimasto sempre ancorato alla fede, attento e solidale verso gli ultimi, i senza voce, i più fragili.

Acuta e consapevole era la sua sensibilità per il sociale. Si è preso cura della situazione dei Rom e dei Sinti, a partire dai campi presenti in parrocchia San Carlo.

È stato sempre aperto ai grandi temi della giustizia e della pace. Intensa è stata la carità e costante la condivisione con le persone e le famiglie in difficoltà.

Il mistero pasquale di Cristo è la luce che illumina la morte, l’esodo di ogni uomo da questo mondo, è l’unica parola che rimane quando ogni nostra parola si rivela povera e incapace di comprendere pienamente il mistero dell’esistenza umana. La Pasqua di Gesù è la nostra speranza, il fondamento della nostra fede, la purificazione dei nostri peccati, la luce che illumina la vita e la morte.

Quante volte, don Mariano, nelle ore della fatica ha pregato con il salmo 22,4:

“Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me”.

E poi, con Gesù sulla croce:

“Nelle tue mani, o Padre, affido il mio spirito” (Sal 30,6).

 

O Padre, infinitamente buono,

accoglilo nelle braccia della tua misericordia.

O Cristo, Figlio del Dio vivente, che per noi sei morto in croce,

Buon Pastore, che hai dato la vita per noi, conducilo presso il Padre.

O Vergine Maria, Madre di Dio, santi e beati della nostra Chiesa vicentina accorretegli incontro festosi.

E tu, don Mariano, prega per noi, per la nostra Diocesi, per il nostro Seminario, che più volte ti affidato i seminaristi per accompagnarli nel loro cammino vocazionale.

Insieme preghiamo il Signore della Vita perché fioriscano per la nostra Diocesi vocazioni al Sacramento del Matrimonio, alla Vita Consacrata e al Ministero Sacerdotale.

E ora, rinnoviamo la nostra fede nel Signore Gesù, che ci ha detto:

“Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me anche se muore vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno” (Gv 11,25).

 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza