OMELIA nella celebrazione esequiale di don LUIGI CRESTANI, nella memoria dei Santi Gioacchino e Anna genitori di Maria Marostica, 26 luglio 2023

Letture: Sir 44,1.10-15; Sal 131; Mt 13,16-17

In questa Eucaristia ci uniamo al rendimento di grazie che don Luigi, dopo aver pregato e riflettuto davanti a Dio, ha espresso nelle sue ultime volontà il 18 dicembre 2016: «Innanzitutto ringrazio Dio di avermi creato, fatto cristiano e sacerdote, destinato per molti anni al servizio pastorale dei malati e anziani, dai quali è molto più quanto ho ricevuto di quanto io abbia dato loro». E continua: «Nonostante le mie numerose infedeltà e deficienze, confido nella misericordia di Dio… Spero che il buon Dio mi accolga lassù in cielo, dove spero di incontrare quanti ho amato e dai quali sono stato riamato: genitori, parenti, superiori, educatori, sacerdoti, amici, fedeli parrocchiani di Castelvecchio e Lovertino, malati e anziani di Ospedali e Case di Riposo a Bassano e Marostica».

Ci uniamo alla profonda gratitudine di don Luigi che è motivo per lui e per noi di grande speranza: il Signore risorto lo accompagni all’incontro con il Padre che è Amore ricco di misericordia. Lo accompagni alla pienezza della vita con la ricchezza di relazioni personali che don Luigi ha vissuto e che ho ritrova insieme a tanti che ci hanno già lasciato e insieme a Maria e ai santi.

Con la Chiesa oggi celebriamo la memoria dei santi Gioacchino e Anna, i genitori di Maria la madre di Gesù. Il breve testo sapienziale che abbiamo accolto nella prima lettura ha esordito con l’elogio di uomini illustri. Illustri! Chi sono? Uomini famosi, potenti o da premio Nobel per la loro intelligenza? Il termine ebraico non evoca nulla di tutto questo perché uomini illustri sono gli uomini di pietà. Cioè uomini di fede: si sono fidati più di Dio che delle proprie capacità o istinti. Per questo le loro opere giuste non sono dimenticate. E certamente i loro corpi furono sepolti in pace, ma il loro nome vive per sempre.

Dei genitori della Vergine Maria non abbiamo che poche notizie in particolare attraverso il “Protovangelo di Giacomo” che è uno dei vangeli apocrifi. Vengono ricordati come due genitori anziani, che hanno sempre vissuto affidandosi a Dio, i quali ricevono in dono nella vecchiaia una figlia che sarà la Madre del Salvatore. Dunque persone semplici che i padri della Chiesa ricordano. San Giovanni Damasceno nell’ottavo secolo ne tesse le lodi: «O Gioacchino e Anna, coppia castissima […]. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi».

Gioacchino e Anna, due persone di assoluta normalità, che hanno condotto una vita di fede e di pietà, ricordate per la “grazia” – il nome Anna significa favore/grazia – che li ha coinvolti. Vengono ricordati per la figlia Maria, la cui grandezza sta nell’aver accolto il disegno di Dio diventando madre del Salvatore.

Ma se ci pensiamo bene, don Luigi e noi tutti siamo coinvolti in una beatitudine che i genitori di Maria hanno solo desiderato. Noi, attraverso la testimonianza degli apostoli abbiamo visto Cristo Signore; noi continuiamo ad ascoltare le sue parole e abbiamo la possibilità di pregare con la preghiera che Lui ha insegnato; ci è donata la grazia di prendere parte alla sua relazione con il Padre.

Don Luigi ha potuto tenere tra le sue mani il Corpo santo del Signore ogni volta che celebrava l’Eucaristia e invocando lo Spirito Santo ha distribuito con generosità la misericordia di Dio nel sacramento della Penitenza.

Don Luigi ha stretto le mani al Corpo sofferente di Cristo presente negli ammalati, ha portato consolazione, si è fatto vicino, ha vissuto la pietà. Ed è incontrando Cristo nei malati che ha ricevuto tanto nella sua vita, come ricorda nel suo testamento.

Il ritmo di vita da cappellano dell’ospedale lo ha accompagnato anche quando nel 2016 è entrato nella comunità presbiterale di San Rocco. Sempre sereno, sorridente, mai giudicante e signorile con tutti. Ogni mattina faceva il giro di tutti i confratelli a si informava delle loro condizioni, poi con discrezione aggiornava il direttore. Alla sera rifaceva il giretto. Era chiamato “la sentinella del mattino”. La comunità del Novello, preti e personale, avvertiranno la mancanza della presenza e del servizio amorevole di don Luigi. Ma la sua testimonianza ha toccato il cuore anche di qualche giovane che nei giorni scorsi mi ha scritto: «Da ogni parola, da ogni sorriso e perfino dai suoi occhi traspariva il grande amore per il Signore e per i sofferenti e il suo invito ad essere per tutti segno della tenerezza e misericordia di Dio».

La nostra preghiera ora si unisce i Cristo alla sua. Conclude così le sue ultime volontà: «Mi affido alla misericordia del Signore e alle preghiere di quanti mi vorranno ricordare. Sarà mio dovere ricordarmi di loro presso Dio, come del resto sto facendo fin d’ora. Abbraccio tutti con tanto affetto, specialmente fratelli, sorelle, nipoti (tutti tanto cari), confratelli sacerdoti. A tutti un felice arrivederci lassù. Amen!»

† vescovo Giuliano