OMELIA nella Festa della Presentazione del Signore 27a Giornata della Vita Consacrata Vicenza – Santuario di Monte Berico, 2 febbraio 2023

OMELIA nella Festa della Presentazione del Signore

27a Giornata della Vita Consacrata

 

Vicenza – Santuario di Monte Berico, 2 febbraio 2023

Letture: Eb 2,14-18; Sal 23; Lc 2,22-40

 

I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele. La preghiera dell’anziano Simeone che, sospinto dallo Spirito Santo, parte dalla sua casa per andare al Tempio e così tenere tra le braccia il bambino Gesù; in Lui riconosce il Messia atteso dal popolo. La sua è una preghiera colma di affetto, di compimento del senso della vita, di speranza, di luce sull’intera umanità.

I genitori di Gesù portano il loro figlio primogenito al tempio per presentarlo al Signore. È una famiglia povera. Non può offrire un agnello di un anno, perciò reca una coppia di giovani colombi (Lev 12,6-8). Ma è una famiglia che rispetta le prescrizioni della legge dei padri. Da un lato era previsto che la madre fosse purificata dal sangue – nel sangue c’è la vita e la vita è di Dio – dall’altro il primogenito doveva essere riscattato, cioè offerto a Dio. Naturalmente il riscatto, cioè l’offerta, avveniva per sostituzione: si offriva un animale per simboleggiare l’offerta a Dio del figlio. Tutto questo viene raccontato dall’evangelista Luca; egli intende sottolineare come nel Tempio, con il culto e i suoi riti, venissero raccolte tutte le attese del popolo di Israele. Finalmente quelle attese trovano compimento: non per l’offerta di animali bensì per l’offerta della vita di Gesù nella sua passione e morte. Una offerta che coinvolge anche sua madre Maria: quel Figlio che è una benedizione per tutto il popolo di Israele diventerà una spada nella sua anima.

Insieme a Simeone vi è pure una anziana di nome Anna che ha vissuto una attesa lunga ottantaquattro anni: nella vedovanza, nel servizio, nel digiuno e nella preghiera. Ella ora passa dal lutto alla gioia e, finalmente, può lodare Dio giunto a portare redenzione alla città santa di Gerusalemme. Una profetessa come Giuditta, Debora e Culda nell’antica alleanza. Donne straordinarie, forti e tenaci. Anna è una di queste e ha la grazia di incontrare il Messia. Diventa subito annunciatrice, missionaria con la lode e con la condivisione della sua esperienza spirituale a quanti aspettavano salvezza e redenzione.

La gioia di un incontro. Per la luce della vita di Gesù offerta al Padre. Lo Spirito che profuma di Amore divino e invade l’esistenza. Celebriamo questa festa che si prolunga dal Natale ad oggi. Quella Luce illumina anche la nostra esistenza e dona una speranza straordinaria a tutte le persone che si sono lasciate coinvolgere da Gesù. In particolare dona speranza a uomini e donne che hanno rinunciato al matrimonio per vivere nel celibato e nella verginità, testimoniando nella loro umanità la bellezza del regno di Dio. Una presenza così intensa che colma ogni bisogno di completezza e lo trasfigura in dono.

La nostra Chiesa diocesana è riconoscente al Signore per aver suscitato con abbondanza carismi religiosi qui in mezzo a noi e per la presenza numerosa di tante persone consacrate.

Molte di queste ora sono anziane e qualcuno potrebbe chiedersi: queste donne e uomini anziani servono ancora?

Noi abbiamo intessuto legami con loro. Vorremmo sentire partecipi a questa Eucaristia tutti i consacrati e le consacrate che vivono l’anzianità e la sofferenza nelle diverse comunità residenziali. Alcune ci stanno seguendo a mezzo Telechiara e Radio Oreb. Sono uno scrigno di sapienza, di missionarietà, di donazione, di santità.

Desidero sottolineare questa sera la fecondità della loro consacrazione. Uomini e donne che ogni giorno vivono la preghiera, il silenzio, la condivisione come possono delle loro storie, il desiderio di salvezza per le tante vicende che hanno incrociato nella loro vita. Queste anziane e anziani sono dilatazione della vita contemplativa. La vita contemplativa è una speciale forma di vita consacrata, ma un po’ appartiene a tutte le forme di vita religiosa.

Contemplativi nell’ascolto della Parola del Signore, nel vivere ancora nel proprio istituto o monastero come in una famiglia dove ci si prende cura gli uni degli altri. Contemplativi nell’obbedienza perché altri li stanno conducendo e nutrendo. Nella Regola di San Benedetto, padre del monachesimo, si danno istruzioni interessanti circa le relazioni: «Si prevengano nell’onorarsi a vicenda; le loro debolezze fisiche e morali siano sopportate con la più grande pazienza; si obbediscano con tenacia; nessuno cerchi ciò che sembra utile per sé, ma ciò che è utile per gli altri; pratichino la carità fraterna […]; nulla antepongano a Cristo che ci conduce tutti insieme alla vita eterna» (Regola, n. 72).

Abbiamo bisogno di voi, Simeone e Anna, consacrati e consacrate anziani. Non con le parole di cui spesso non siete più capaci, ma con la vostra vita parlate a noi e al mondo. Alla nostra frenesia voi ci opponete un ritmo di vita più umano; al rumore, un silenzio fatto di ascolto e pieno di rispetto; all’individualismo che ci pervade voi ci indicate la via della fraternità nella vita comunitaria; invece dell’utilitarismo che mina le relazioni voi siete incamminati nel sentiero del donarsi senza aspettarsi nulla in contraccambio; al ripiegamento su un benessere materialista, voi ci squarciate i cieli della vita divina.

A voi, carissimi fratelli e sorelle consacrati, nell’imminenza di cantare il vostro Nunc dimittis, esprimiamo la più sincera riconoscenza per ciò che siete e per la straordinaria missione che state vivendo. Vi accompagniamo in questo tempo. E chiediamo al Signore che quanti sono più giovani sappiano guardare a voi come a testimoni contemplativi di Lui, anche assicurando la vicinanza fatta di squisita carità.

Maria, donna e serva dell’Eccomi, ci aiuti ad accogliere Colui che ci ha conquistati e coinvolti nella Sua avventura pasquale. Lei resti al nostro fianco e ci sostenga ogni giorno nell’obbedienza all’Amore.

† Giuliano vescovo di Vicenza