OMELIA NELLE ESEQUIE DON ELISEO GIARETTA Chiesa parrocchiale di Marola, 12 gennaio 2023

Letture: Rm 8,14-23; Sal 62; Gv 19,17-18.25-39

 

 

La parola del Signore che abbiamo ascoltato ci invita a ricapitolare l’intera esistenza di don Eliseo attraverso l’esperienza ultima della morte. È in questa occasione che emergono alla memoria tanti momenti belli o faticosi, gioiosi o tristi, condivisi con questo presbitero. Guardiamo alla sua vita allargando lo sguardo all’orizzonte laddove possiamo contemplare la morte di Gesù in croce. Presso il Gòlgota, ai piedi della croce, incontriamo insieme ad altre donne la madre di Gesù e accanto a lei il discepolo che Gesù amava. Anche don Eliseo è quel discepolo.

Don Eliseo è stato un uomo che ha incontrato l’amore di Dio e ha desiderato fino alla fine rispondere a quell’Amore con la vocazione sacerdotale. Voluto bene, amato, nel testamento spirituale riconosce la felicità di una vita donata: sono stato felice di essere prete, 65 anni per il Signore. Ho servito 5 parrocchie: Carmignano di Brenta, S. Germano dei Berici, Torri di Quartesolo, Anconetta, Marola. La vita donata di questo nostro confratello affonda le sue radici nella pasqua di Gesù. Tutto è compiuto nella morte in croce del Figlio di Dio. Tutto viene ricapitolato in Lui. Don Eliso, con la sua morte, ci invita a volgere lo sguardo a colui che hanno trafitto. La sua vita e quella di Gesù sono intimamente unite. Si può certamente guardare alla vita di don Eliseo senza giungere a fissare lo sguardo su Gesù, ma sarebbe una lettura incompleta, non si comprenderebbe fino in fondo il senso profondo della sua felicità.

Come scrive nel testamento: Ho vissuto con entusiasmo il mio sacerdozio nella predicazione, nella liturgia, l’oratorio, il catechismo, i malati. E aggiunge che ha gustato la fraternità presbiterale. Il donarsi nel ministero per lui era tutto. Era rattristato negli ultimi anni di non poter continuare il servizio come prima a causa dell’anzianità. Ma era confortato dalla possibilità di celebrare la Messa in casa offrendo con il pane e il vino la propria sofferenza. Chiedo perdono a Dio, – aggiunge – ai superiori, alla gente. Dovevo fare di più e meglio. Ringrazio i benefattori e tutti quelli che mi hanno voluto bene. Le ultime parole del testamento sono una preghiera: Confido nel Signore!

 

Ed ora, come Giuseppe di Arimatea con il corpo di Gesù, anche noi, con i suoi familiari, ci prendiamo cura del corpo di don Eliseo per donargli una degna sepoltura presso la tomba di famiglia a Sandrigo, secondo il suo desiderio.

 

La tristezza per la morte di questo uomo e credente è mitigata dal riconoscere che è stata una vita felice, realizzata, riconciliata. Egli ha saputo fare un tratto di strada per accompagnare nella storia di questo nostro – tempo uomini e donne, comunità cristiane – verso il regno di Dio. Animato dalla filiale relazione con Dio Abbà – Padre, ha partecipato a quell’anelito che tutta la creazione fragile vive per essere liberata dalla schiavitù del male e così entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.

In questo riconosciamo, ad esempio, il contributo che don Eliseo ha dato alla crescita e allo sviluppo di Torri di Quartesolo negli anni in cui da piccolo paese di campagna è divenuto centro vivo e operoso della periferia di Vicenza.

Con il suo ministero di pastore della comunità cristiana, ha favorito l’operosità nel territorio alimentando relazioni di benevolenza e di fraternità. Ha promosso l’adeguamento della chiesa parrocchiale secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II perché la comunità potesse vivere una attiva e feconda partecipazione alla liturgia, sempre curata anche con la predicazione e la disponibilità al sacramento del perdono. Ha realizzato il Centro Parrocchiale, luogo di incontro e formazione.

Ma è soprattutto per mezzo della sua umanità fatta di ascolto, di gentilezza, di attenzione generosa, che don Eliseo ha trasmesso la ricchezza del Vangelo. Siamo riconoscenti al Signore per questo nostro fratello.

 

Maria, donna silente ai piedi della croce, accompagna ora con affetto materno don Eliseo alla tomba di famiglia; dimora con lui in attesa – insieme a tutta la creazione – del ritorno nella gloria di Cristo tuo Figlio quando lo potrà caricare come pecora sulle sue spalle di buon Pastore e condurlo in eterno alla gioia di verdi pascoli.

 

† vescovo Giuliano