OMELIA nella Veglia Ecumenica

VEGLIA ECUMENICA

Vicenza – Chiesa dei Santi Felice e Fortunato, 21 gennaio 2023

 

Letture: Ef 2,13-22; Mt 25,31-34

 

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, abbiamo confessato i nostri peccati di divisione e di iniquità sociale. Al fonte battesimale abbiamo rinnovato la memoria del primo incontro avuto con la pasqua del Signore nel battesimo. Abbiamo condiviso gesti e preghiere insieme senza distinzione come comunità ecclesiali delle tradizioni ortodosse, evangeliche e cattoliche presenti a Vicenza. Non possiamo ancora celebrare insieme l’Eucaristia e questo ci rammarica. Ma possiamo fare spazio alla parola ispirata della Sacra Scrittura che plasma le nostre vite e le nostre comunità indicandoci il cammino da compiere.

 

Il testo della lettera agli Efesini dell’apostolo Paolo che abbiamo ascoltato ci tocca in profondità. Quanto l’apostolo ha affermato della relazione tra giudei e pagani ci aiuta a rileggere anche le nostre divisioni distogliendo lo sguardo da noi, dalla nostra storia, per rivolgerlo all’opera che Dio sta compiendo in mezzo a noi. Possiamo individuare tre azioni nel brano ascoltato: abbattere i muri, accogliere la pace, costruire una casa per tutti.

 

Innanzitutto i muri abbattuti. Se le differenze tra giudei e pagani per gli uomini sono motivo di divisioni e di feroci inimicizie, Cristo ha indicato una via nuova, inaudita alle forze e al pensiero umani. Egli ha fatto dei due una cosa sola, ha abbattuto in sé stesso ogni barriera e ha annullato la legge. Nella sua carne, nel suo corpo donato, Cristo ha abbattuto quei muri materiali con i quali nel tempio di Gerusalemme si separavano i cortili dei gentili dai cortili dei giudei. Cristo ha abbattuto quel muro. Anzi potremmo dire che Cristo ha abbattuto tutti i muri che gli uomini costruiscono per difendersi gli uni dagli altri. I muri rappresentano ostilità e alimentano l’odio. La legge che Paolo richiama si proponeva di convincere l’uomo ad avvicinarsi a Dio mediante progressive separazioni e purificazioni per essere degni di vivere l’incontro con Dio. Ora questo sforzo è superato dal dono della salvezza che permette a giudei e pagani di avvicinarsi a Dio. Gesù, lui stesso, crea una sola nuova umanità, perché tutti possono ritrovarsi in un solo corpo, il suo Corpo, sotto il medesimo Spirito che conduce al Padre.

Che cosa possiamo fare noi comunità ecclesiali separate tra di noi? L’invito dell’apostolo è quello di rivolgere lo sguardo da noi a Cristo. I muri che noi ci siamo costruiti con le nostre divisioni Lui li ha già abbattuti nel suo Corpo. Lui, il Signore, è fonte di riconciliazione. Non sono le nostre regole e neppure i nostri sforzi a creare nuove unioni tra di noi. Lui e soltanto Lui crea unità e comunione.

 

Egli è la nostra pace. È l’unica volta che il termine creare appare riferito a Gesù nel Nuovo Testamento. Una umanità unificata è realtà talmente nuova che l’apostolo utilizza proprio questo verbo: creare. Con la sua umanità donata, il Crocifisso-risorto è grazia disponibile a tutti fino alla fine dei tempi per passare dalla divisione all’unità. Il bene più grande per ogni persona e per ogni comunità è: pace. Pace ai vicini e pace ai lontani secondo la voce profetica di Isaia.

Si potrà notare che la comunione offerta da Gesù non vuol dire uniformità indifferenziata. La comunione è una condizione nuova operata da Cristo in cui le differenze non fanno problema, bensì sono opportunità nel mosaico del suo disegno di Amore.

Potessimo gustare l’opera creatrice di Cristo tra di noi cristiani di diverse confessioni. È già qui in mezzo a noi il Signore che fa sorgere la realtà nuova la pace. Lui ci dona la possibilità di non mortificare le nostre differenze. Ci insegna che come primo compito c’è quello di conoscerci senza pregiudizi, facendo spazio gli uni gli altri. Ci offre la via rivoluzionaria della riconciliazione. Soltanto scoprendo e accogliendo questa via nuova della pluriformità nell’unità generata dalla pasqua di Cristo possiamo umilmente essere segno nel mondo di pace tra gli uomini e tra i popoli. Diversamente resteremo uno scandalo agli occhi del mondo.

 

Una casa per tutti. L’apostolo ritiene che la nuova condizione offerta dalla pace creata da Cristo sia in grado di rovesciare le situazioni: lo straniero privo di diritti, di una terra, di una storia, ora ha una casa. Si scopre familiare di Dio; con Dio può sentirsi a casa propria. Ma questa casa è edificata sul fondamento degli apostoli e ha come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. Una casa che è insieme edificio solido e cantiere aperto. Edificio solido per la fede di coloro che hanno creduto in Cristo prima di noi e per quella Pietra angolare che tiene in piedi tutto l’edificio. Ma anche cantiere in continua costruzione perché non siamo ancora pienamente il tempio del Signore.

Se ci incamminiamo sulla strada dell’ecumenismo, accogliendoci reciprocamente in Cristo e gustando il dono della pace che Lui ci dona, noi saremo impegnati a costruire una casa per tutti, così da rendere il mondo una vera casa abitabile per ogni uomo e donna, soprattutto per quanti sono scartati ma nel cui volto risplende il volto di Cristo.

 

Il nostro cammino ecumenico a Vicenza sia ricco di grazia per i muri che sono già stati abbattuti dalla pasqua di Cristo, accogliendo il dono della pace per abitare la casa comune voluta da Dio Padre per i suoi figli amati.

† vescovo Giuliano