SANTA MESSA CON L’ISTITUZIONE DEI LETTORI E DEGLI ACCOLITI(Vicenza, chiesa parrocchiale di Santa Croce ai Carmini, 11 maggio 2018)

 
       Un saluto cordiale a tutti voi, fratelli e sorelle, in modo particolare ai fedeli della comunità di Santa Croce ai Carmini e di San Marco, che ci ospitano questa sera, ai parroci, don Mario e don Giuseppe, assieme ai loro sacerdoti collaboratori.
       Saluto con affetto la comunità del nostro Seminario con il Rettore, il Padre Spirituale e gli educatori e docenti.
       Un saluto speciale va voi candidati al ministero del Lettorato, Nicola e Mauro, e ai candidati al ministero dell’Accolitato, Marco e Matteo. Con loro saluto e ringrazio i genitori, i familiari e le comunità parrocchiali dove è maturata ed è stata curata e custodita la vostra vocazione.
 
       Questi candidati ai ministeri del Lettorato e dell’Accolitato sono giovani del nostro Seminario diocesano, che dopo alcuni anni di formazione, con il parere favorevole degli educatori e dei loro sacerdoti, compiono un altro passo verso l’Ordine del Diaconato e del Presbiterato.
       Cerchiamo di comprendere questo gesto ecclesiale nel contesto della Parola di Dio che abbiamo proclamato e ascoltato.
 
       Nel brano degli Atti degli Apostoli, le parole che il Signore dice a Paolo, in una visione notturna, le abbiamo sentite spesso in altri testi biblici. Sono parole rivolte a persone che Dio ha scelto per essere suoi testimoni nel mondo: «Non aver paura» (At 18,9). Udirono le stesse parole Mosé e Geremia, la Vergine Maria e ora Paolo. La permanenza e la missione di Paolo a Corinto gli deve essere stata difficile, per motivi sia interni che esterni. La voce del Signore, però, lo incoraggia: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso» (At 18,9-10).
       La scena che viene descritta a continuazione del racconto è piuttosto singolare, perché il proconsole Gallione (fratello di Seneca) si libera ironicamente della discussione quando si accorge che essa non riguarda l’ordine pubblico, ma questioni interne alla comunità ebraica.
       Anche oggi il Signore dice a noi «in questa città io ho un popolo numeroso» (At 18,10b). Non dobbiamo perderci di fiducia e di coraggio perché la nostra società sembra pervasa da un neopaganesimo o da quello che chiamiamo secolarismo. Forse che non sono destinati a essere popolo di Dio tanti giovani, uomini e donne, che vediamo disorientati, attratti da tanti stimoli e proposte? Ognuno di noi è chiamato a non aver paura, ad aver fiducia nello Spirito Santo che è presente in ogni persona e quindi ci viene chiesto di lavorare con entusiasmo sempre rinnovato, perché il Signore è con noi e siamo certi che egli ha un popolo numeroso in ogni città, comprese le nostre.
 
       Ma peggiori delle persecuzioni esteriori — come quelle che subì Paolo — sono quelli interiori: le paure e le stanchezze che possiamo sentire quando nel nostro lavoro non vediamo risultati appaganti.
       Nel Vangelo secondo Giovanni osserviamo come la tristezza dei discepoli nella prospettiva della partenza di Gesù è destinata a tramutarsi in gioia. E così Gesù descrive, in modo molto espressivo, in che cosa consista la gioia per i suoi discepoli. Egli ci offre l’immagine della donna che dà alla luce un figlio: «La donna quando partorisce è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo» (Gv 16,21).
       È una gioia profonda che passa attraverso la fatica e il dolore ma che è generatrice di vita. Come la gioia della Pasqua di Cristo che, passando attraverso la morte, dà origine a un mondo nuovo e dona la salvezza all’umanità. Anche per noi si deve poter dire: «Il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Gv 16,22b).
 
       Tra poco procederemo ai riti di Istituzione dei Lettori e degli Accoliti che — seppur semplici nella loro struttura — sono impegnativi per coloro che li ricevono.
       Farò sui candidati una preghiera di Benedizione per invocare la grazia di cui hanno bisogno per esercitare il ministero nella Chiesa. Alla preghiera, poi, seguirà un gesto di consegna: ai neo lettori metterò nelle mani il libro delle Sante Scritture, agli accoliti il vassoio con il pane per la Celebrazione dell’Eucaristia. In questo modo, consegnerò a questi giovani i segni più preziosi della Chiesa: il Libro ispirato, da cui si proclama la Parola di Dio, e il pane che diventerà cibo di vita eterna, corpo del Signore Gesù in mezzo a noi. Attraverso questi segni Gesù stesso continua a rendersi presente nella sua Chiesa e a incontrare coloro che credono in lui sino alla fine dei tempi.
 
       Carissimi Nicola e Mauro, il ministero del Lettorato che state per ricevere richiede prima di tutto di accogliere la Parola di Dio nel vostro cuore e nella vostra mente, in modo da esserne testimoni credibili. L’ufficio liturgico del Lettore è la proclamazione delle letture nell’assemblea riunita. Di conseguenza, il lettore deve curare la preparazione dei fedeli alla comprensione della Parola di Dio, educare nella fede i ragazzi e gli adulti. Un ministero, quindi, che vi fa diventare evangelizzatori, catechisti ed educatori alla vita sacramentale del nostro popolo.
 
       Carissimi Marco e Matteo, il ministero dell’Accolitato che state per ricevere, vi chiede di vivere per primi il mistero che servite presso l’altare. Come potrete distribuire e condividere il pane eucaristico se prima non lavorate e non soffrite per spezzare anche il pane terreno con chi non ne ha affatto o non ne ha a sufficienza?
       L’ufficio liturgico dell’Accolito consiste proprio nel servire in primo luogo l’altare, di aiutare i presbiteri e i diaconi nel loro compito, di distribuire ai fedeli e di portare agli ammalati la Santa Comunione.
 
       Carissimi candidati al Lettorato e all’Accolitato, bisogna che la vostra vita sia fatta di Parola di Dio e di Eucaristia. Questa convinzione l’avete espressa molto bene nella domanda di ammissione che mi avete presentato. Questa sera nel vostro “sì” al Signore viene espressa la misura della vostra disponibilità a seguirlo, anche tutti noi — assieme a voi — vogliamo esprimere il nostro “sì” a Cristo, il nostro impegno di esserne testimoni credibili.
       Invito la comunità dei fedeli a perseverare nella preghiera affinché il Signore susciti nella nostra diocesi numerose e sante Vocazioni al Ministero Ordinato e alla Vita Consacrata. Impegniamoci a sostenere ogni iniziativa pastorale che aiuta a discernere la vocazione di ogni battezzato, uomo e donna.
 
       Maria Santissima, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, Madonna di Monte Berico, tu che hai risposto all’angelo «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua Parola» (Lc 1,38), donaci la tua stessa disponibilità all’ascolto della Parola di Dio e al dono della nostra vita al servizio di Dio, della Chiesa e del mondo. Amen.

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza