TESTIMONI DELLA MISERICORDIA CHE IL SIGNORE HA AVUTO PER NOI (Vicenza, piazzale della Vittoria, lunedì 7 settembre 2015)

Un saluto cordiale a tutti voi, fedeli laici, sacerdoti, diaconi, consacrate e consacrati. Un saluto grato al Signor Sindaco, alle autorità civili e militari, agli organizzatori di questo pellegrinaggio e a coloro che vigilano sulla salute e la sicurezza dei partecipanti. Un saluto affettuoso agli ascoltatori di Radio Oreb.

 Siamo lieti di accogliere, per il terzo anno consecutivo, il “gioiello di Vicenza”, che riproduce l’ex voto fatto dai vicentini nel 1578 alla Madonna, per invocare la liberazione dalla peste. Oltre a una pregevole opera d’arte, vuole essere un segno di fede e di fedeltà del nostro popolo.

 Questa sera tutti insieme, dopo aver compiuto il pellegrinaggio, come segno di un popolo in cammino verso l’incontro con il suo Signore, vogliamo porre sotto la potente intercessione della Madonna di Monte Berico — Madre di Misericordia — il nuovo anno pastorale.
Ho voluto intitolare la Lettera Pastorale, che avrete modo di ricevere e di leggere, con questa espressione che richiama il Vangelo di Marco: «testimoni della misericordia che il Signore ha avuto per noi».
 Accogliendo l’invito di Papa Francesco — che ha indetto un Giubileo straordinario della Misericordia — anche la nostra diocesi dedicherà il nuovo anno pastorale alla riflessione e alla testimonianza della Misericordia del Signore verso il suo popolo, verso ciascuno di noi, verso l’intera famiglia umana.

 È decisivo accogliere e testimoniare la Misericordia di Dio (eterna è la sua Misericordia) nel tempo che stiamo vivendo caratterizzato da fenomeni che stanno determinando un cambiamento radicale del nostro modo di pensare, di vivere e di agire, quali l’immigrazione, lo sviluppo delle biotecnologie, la dilatazione e la pervasività dei mezzi della comunicazione, in special modo attraverso il web e i social network. Sono tutti segni che chiedono un discernimento tra i fattori di criticità e le positive opportunità che ne derivano.
Vorrei, in questo momento, riprendere con forza e insistenza quanto avevo proposto ai sacerdoti e ai diaconi, alla fine del ritiro spirituale di Quaresima, il 19 febbraio scorso: individuare un appartamento libero, di proprietà della parrocchia o di una persona sensibile e generosa della comunità per metterlo a disposizione dei nostri fratelli immigrati, accogliendoli e accompagnandoli attraverso un gruppo di volontari preparati e solidali.
Avevo indicato il livello vicariale, e già diverse persone migranti sono state accolte con generosità e affetto.
Ieri, Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, ha rivolto un accorato appello alla Chiesa d’Europa:” Ogni parrocchia d’Europa, ogni comunità religiosa, monastero e santuario ospiti una famiglia di profughi”. E ha aggiunto:” Questo è già un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia”.
La nostra Diocesi di Vicenza, con i suoi fedeli, i suoi preti, diaconi, consacrate e consacrate, non può restare sorda e muta, a questo appello di Papa Francesco per un ulteriore ‘scatto di solidarietà e di umanità’.
L’EFFATA’, che significa ‘apriti’ va pronunciato sulle nostre comunità cristiane e deve diventare una vera ‘regola pastorale’.

 Stiamo vivendo un tempo segnato spesso da incomprensioni e divisioni, che rischiano di trasformarsi in gesti di chiusura e di violenza, oscurando quel grande patrimonio di fede, di solidarietà, di condivisione che è iscritto nel DNA del popolo vicentino e della sua chiesa.
 Un antico proverbio recita: “quando soffia forte il vento del cambiamento, alcuni alzano muri, altri costruiscono mulini a vento”. In questo contesto faticoso e complesso, ma anche ricco di speranza e di fiducia siamo chiamati ad annunciare e a testimoniare la Misericordia di Dio come “dono che viene dal cielo” per rendere il nostro mondo più umano e fraterno, più giusto e più pacifico, un mondo da trasformare ed edificare insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

 Ma cosa significa annunciare e testimoniare la Misericordia che Dio ha avuto per noi? Nella cultura contemporanea la Misericordia è sentita come un atteggiamento di debolezza, è sospettata di essere parola debole, una indulgenza compassionevole a fronte del bisogno di verità e di giustizia.
 Il grande filosofo e teologo Tommaso d’Aquino ha una affermazione folgorante: “Dio manifesta la sua onnipotenza soprattutto nella misericordia”. È proprio il brano del Libro dell’Esodo appena ascoltato che rende credibile questa affermazione del grande maestro di dottrina.
 Il nome di Dio che era stato rivelato a Mosé nel misterioso tetragramma YHWH, “Io sono colui che sono”, “Io sarò sempre con te”, si arricchisce di una nuova connotazione: “Dio misericordioso e pietoso”. Questi due aggettivi, misericordioso e pietoso, fanno riferimento all’esperienza dell’amore materno: una passione viscerale, incontenibile, per certi aspetti inspiegabile e smisurata.

 Tra Dio e il suo popolo non vige una semplice relazione giuridica, che porterebbe a un castigo irrevocabile del popolo peccatore, un popolo di dura cervice. Dio si è legato al suo popolo con amore di padre, di madre, di sposo, come più tardi annunceranno i profeti. In qualche modo potremmo dire che Dio è un Padre che se perde il figlio, perde anche il suo essere genitore.
 L’amore di Dio verso il suo popolo è un amore fedele per sempre, che va oltre le sue infedeltà e i suoi tradimenti: “eterna è la sua Misericordia”. Ma se questa è l’identità di Dio, essere un Padre misericordioso e pietoso, anche i figli sono chiamati a testimoniare tra di loro, e con tutti gli uomini e le donne, questo modo di essere di Dio: «siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Senza la Misericordia, il nostro mondo rischia le barbarie, la spietatezza, la disumanità. La Misericordia, invece, è fonte di gioia, di giustizia e di pace.
 Tutte le iniziative, le attività e le proposte di questo nuovo anno pastorale, siano esse nell’ambito liturgico-sacramentale, in quello educativo-formativo, in quello caritativo-sociale o in quello della testimonianza nel sociale e nel culturale, dovrebbero partire da questi interrogativi: Quale significato ha la Misericordia di Dio nella mia vita e nelle mie relazioni? Come viviamo la Misericordia nelle nostre parrocchie? Come testimoniamo la Misericordia di Dio nel dialogo con i fratelli delle altre confessioni cristiane o di altre fedi religiose? E, infine, come esercitiamo la Misericordia nelle relazioni con la comunità civile?

 Ma non mi stancherò mai di ribadire che l’alveo dentro il quale dobbiamo far scorrere ogni proposta pastorale — in ogni luogo e in ogni tempo — è l’Anno Liturgico come ci viene donato dalla sapiente pedagogia della Chiesa. L’Anno Liturgico ci conduce gradualmente all’incontro autentico e reale con l’adorabile persona di Nostro Signore Gesù Cristo e, in questo incontro, rinnoviamo continuamente la nostra fede e troviamo la forza dell’amore e della testimonianza.
 Attraverso l’ufficio per il coordinamento della pastorale diocesana verranno comunicate tutte le iniziative di quest’anno pastorale, come l’apertura della Porta Santa nella nostra chiesa cattedrale, la Domenica 13 dicembre, e un’apertura similare anche in tre Santuari Mariani della Diocesi: Monte Berico, Scaldaferro, la Pieve di Chiampo.

  E ora, facciamo nostra la preghiera che Papa Francesco ha preparato per il Giubileo straordinario della Misericordia:

Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo
e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé
la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza
soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te,
suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione
per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore;
fa’ che chiunque si accosti a uno di loro
si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la sua Chiesa, con rinnovato entusiasmo,
possa portare ai poveri il lieto messaggio,
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.

Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia, la nostra Madonna di Monte Berico,
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Amen.
 

† Beniamino Pizziol
Vescovo di Vicenza