“Questa casa è un santuario e ogni volta io ci vengo in punta di piedi perché solo Dio conosce la storia di ciascuno e l’altissima dignità delle vostre vite”. E’ stato questo il passaggio più forte dell’omelia a braccio che il vescovo Giuliano ha tenuto nella Chiesa della Casa Circondariale San Pio X di Vicenza. La chiesa era addobbata con rami d’ulivo e drappi rossi un po’ sgualciti. Un catino di plastica ha raccolto l’acqua del fortissimo gesto della lavanda dei piedi. Segni vissuti, che sono presenti nelle case, come anche in questa casa che il Vescovo nel messaggio pasquale ha sottolineato non essere una discarica di cose o persone, ma una casa tra le case.
La Messa con il gesto della lavanda dei piedi è stata anticipata di un giorno, oggi 27 marzo 2024, perché non era possibile celebrarla nel pomeriggio del giovedì santo. Molti i detenuti presenti alla celebrazione ed insieme a loro la direttrice, gli agenti di polizia, medici, infermieri, volontari, il coro della parrocchia San Pio X… oltre cinquanta persone hanno partecipato con grande coinvolgimento e commozione al rito della lavanda dei piedi che, a memoria dei volontari più storici, non era stata ancora vissuta nel carcere vicentino. Hanno concelebrato don Gigi Maistrello, cappellano del carcere, e p. Hiagi Motofaga dei Missionari Verbiti che fa servizio in carcere.
Il vescovo Brugnotto ha chiesto alla direzione di poter vivere anche questo gesto per un motivo preciso che ha spiegato nell’omelia: “non sono qui perché ho delle capacità particolari, ma per rappresentare il Signore Gesù. E’ Lui che ci lava i piedi, che dato la sua vita per noi, che non si ferma davanti ai nostri errori”. Sono stati cinque i detenuti della sezione IV “trattamento ordinario” – media sicurezza – ai quali il vescovo ha lavato i piedi, asciugandoli e baciandoli. Il Vescovo ha sottolineato come questo fortissimo gesto sia stato compiuto da Gesù anche a Giuda, sapendo che l’avrebbe tradito e portato alla morte, ma anche a Pietro, che aveva scelto per metterlo a capo del gruppo e perché desse l’esempio, pur sapendo che l’avrebbe rinnegato. Più volte mons. Brugnotto ha sottolineato che Gesù non si ferma davanti alle situazioni più terribili che abitano il cuore di ciascuno.
“Chi più ha peccato, più ha la possibilità di essere amato”, ha detto in un altro passaggio dell’omelia mons. Brugnotto. “Quando subiamo un torto a noi viene spontaneo reagire con la violenza verbale oppure fisicamente, invece Gesù no: non è rimasto indifferente, ma reagito amando”.
Il Vescovo ha augurato che la Casa Circondariale, spesso considerata da ignorare, possa diventare la casa di una famiglia, dove ci si vuole bene, camminando insieme verso la vita.
Don Gigi ha ringraziato il vescovo Giuliano per aver chiesto di vivere non soltanto la Messa, come da consuetudine, ma anche la lavanda dei piedi ed ha sottolineato come la lavanda dei piedi debba essere il “modello vincente” per la Chiesa.
Al termine della celebrazione mons. Brugnotto ha espresso anche un desiderio: a maggio un’immagine della Madonna di Monte Berico inizierà a girare nei vicariati della diocesi in preparazione al Giubileo del 2026 e gli farebbe piacere che quell’immagine potesse arrivare e rimanere nella Casa Circondariale perché, ogni volta che la si visita, possa sembrare a ciascuno di andare al Santuario di Monte Berico.
Conclusa la Messa e un piccolo rinfresco, il Vescovo ha visitato il laboratorio di panificazione, l’infermeria e alcuni padiglioni speciali.
Naike Monique Borgo