Il vescovo Giuliano ai fedeli nella Messa dell’Epifania: “Àlzati e mettiti in cammino accompagnati da maestri di speranza”

Omelia nella solennità dell'Epifania e festa dei popoli

OMELIA nella solennità dell’Epifania del Signore con la

FESTA DEI POPOLI

Cattedrale di Vicenza, 6 gennaio 2025

Dio cammina con il suo popolo

Letture: Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12

Abbiamo iniziato portando qui le bandiere, colorate espressioni di culture e lingue diverse, ma siamo un unico popolo, il popolo di Dio che cammina nella storia. Ed è molto bello vederlo rappresentato qui da molteplici colori, vestiti… ma come possiamo vivere come un unico popolo? Vorrei sottolineare tre aspetti.

Àlzati

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, […]. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, […]; ma su di te risplende il Signore. È l’invito del profeta Isaia che l’evangelista Matteo vede realizzarsi nei Magi, probabilmente degli astrologi, che lasciano il loro paese in oriente per seguire una stella. Non restano seduti nella comodità delle loro abitazioni. Lasciano le proprie abitudini e le proprie sicurezze per incamminarsi verso l’ignoto ma non il caso: hanno una direzione che li spinge ad alzarsi.

Il movimento di alzarsi è tutto racchiuso nel desiderio di incontrare il “re dei Giudei” perché qualcosa di eccezionale è accaduto: una stella è spuntata per la sua nascita. Quel re che è nato è come la luce di una stella che si può seguire. Se le tenebre ricoprono la terra con molte forme di ingiustizia, anche oggi, di violenza, di distruzione e morte, c’è però una luce, simile ad una stella che può guidare un cammino nuovo di vita. Dunque, alzati e mettiti in cammino! E’ la seconda parola che vorrei condividere.

Mettiti in cammino

Cammineranno le genti alla tua luce, ha profetizzato Isaia. La luce è una stella. Le stelle noi le vediamo lontane nel cielo notturno, ma non dobbiamo dimenticare che anche il sole è una stella. Il Sole è una delle circa 300 miliardi di stelle nella nostra galassia, la Via Lattea. E poiché è vicina alla terra la sua luce ci dona lo splendore del giorno, dona calore, permette a pianeti e satelliti di brillare di luce riflessa. Più ci si incammina verso la luce, più veniamo illuminati e riscaldati.

Il cammino dei Magi è un pellegrinaggio verso Betlemme. Più si avvicinano a Betlemme più è grande la luce. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Tuttavia la stella è una indicazione. Gioiscono perché hanno finalmente trovato ciò che li ha mossi per alzarsi, ma i Magi si prostrano in adorazione non della stella, bensì del bambino che è accanto alla Madre.

In questo anno Giubilare siamo chiamati tutti, anche noi, a lasciare le nostre sicurezze e comodità per affrontare un cammino, un pellegrinaggio santo. Con lo stesso desiderio che ha spinto i Magi a mettersi in cammino: il desiderio di trovare finalmente Colui che può comprendere le nostre paure, assumere le nostre fragilità, vincere le catene della morte che ci tengono schiavi. Uno che possa davvero regnare su di noi senza costringerci con la forza e senza abusare della nostra coscienza.

Anche i Magi dovettero fare i conti con due forme totalmente differenti di regalità. Il re Erode che governa con la forza e la distruzione e il re dei Giudei che ha un altro modo di governare: si prende cura del suo popolo con la solidarietà, la forza del perdono, la mitezza, il dono di sé. I Magi sono stati tentati da Erode, ma hanno seguito la luce della stella e della loro coscienza. Non sono tornati da Erode, ma hanno continuato il cammino per un’altra via come pellegrini animati dalla speranza. Accogliamo tutti questa occasione rinnovamento della vita accompagnati da maestri di speranza che siete voi, che da lontano siete giunti fin qui nella nostra terra.

Accompagnati da maestri di speranza

Il Figlio di Dio è apparso sulla terra, ha camminato con il suo popolo, ma dobbiamo fare attenzione perché la sua gloria è nascosta. Infatti la vittoria sul male e sulla morte è racchiusa in una apparente sconfitta. Per noi ha il volto di un povero, di un carcerato di un migrante, di un perseguitato, di un rifiutato. Fin dalle pagine dell’infanzia di Gesù si profila lo scandalo della croce.

Lo scandalo che molti nostri fratelli e sorelle in varie parti del mondo hanno affrontato o stanno affrontando in un pellegrinaggio di speranza. Hanno dovuto lasciare la propria terra, bagnata dal sangue della guerra o rinsecchita dai mutamenti climatici, per una terra ospitale, dove si possa davvero vivere. Loro ci insegnano che è necessario affrontare molti ostacoli con la fiducia nel cuore, come ha sottolineato papa Francesco: «Molti migranti fanno esperienza del Dio compagno di viaggio, guida e àncora di salvezza. A Lui si affidano prima di partire e a Lui ricorrono nelle situazioni di bisogno. In Lui cercano consolazione nei momenti di sconforto. Grazie a Lui, ci sono buoni samaritani lungo la via. A Lui, nella preghiera, confidano le loro speranze. Quante bibbie, vangeli, libri di preghiere e rosari accompagnano i migranti nei loro viaggi attraverso i deserti, i fiumi e i mari e i confini di ogni continente!» (Messaggio per la 110° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, 2024). Le parole di papa Francesco ci aiutano a capire quanta speranza c’è nel cuore di una persona che lascia la propria terra per cercare una vita migliore.

Vi ringraziamo, fratelli e sorelle, per questa testimonianza di attaccamento alla vita e a Dio che custodisce la vita.

Maria, stella della speranza, guidi il nostro cammino nel quotidiano peregrinare della vita e ci sia luce che sostiene anche il nostro stile che dovrebbe essere sempre più di accoglienza e solidarietà.

+ vescovo Giuliano