Sabato 13 gennaio c’è stato il passaggio della parrocchia di Mure di Colceresa dalla Diocesi di Padova alla Diocesi di Vicenza.
Questo passaggio è avvenuto nel contesto di una celebrazione presieduta dal vescovo Claudio di Padova con il nostro Vescovo Giuliano.
Un momento storico, definito da più parti, ma che è stato ricollocato in un ambito più ordinario dal Vescovo Giuliano che si è così espresso:
“Questa esperienza del trasferimento da una diocesi ad un’altra, che probabilmente è anche un momento particolare, speciale, storico, come è già stato sottolineato, in un tempo di grandi cambiamenti, come quelli a cui stiamo assistendo, mi pone la domanda: cosa cambia per i parrocchiani di Mure passare da una diocesi ad un’altra in un tempo di grande mobilità dei fedeli, perché non è più come una volta che non ci si muoveva?
Ed inoltre, che cosa cambia, in un tempo di grandi cambiamenti, anche sul versante dell’esperienza religiosa, in modo particolare nei confronti delle nuove generazioni, dei più giovani, che hanno forse modalità differenti da quelle tradizionali?
Ed ecco la risposta che ha dato a tutta la comunità il Vescovo Giuliano:
“Credo che la risposta sia questa: quanto stiamo vivendo è un’occasione per ricordarci che che siamo tutti un popolo in cammino, insieme, verso Dio, verso il Suo Regno.
Papa Francesco nella Evangelii Gaudium ha una bellissima espressione, che trovo molto bella per me: ‘Trovare il piacere di essere popolo di Dio, in cammino verso Dio’.
Il gusto, il piacere, perché l’incontro con il Signore Gesù ci trasforma da persone che erano individui, a vivere la relazione, quella che papa Francesco chiama da sempre: ‘la mistica della relazione’.
Dunque, il primo augurio, che vorrei condividere, è di camminare insieme.
Cammineremo insieme anche con le Chiese vicine e le Diocesi vicine”.
Poi, facendo riferimento alla liturgia del giorno, con l’esperienza del sacerdote Eli, con il giovane Samuele, il Vescovo Giuliano ha rivolto a tutti, educatori ed animatori, un augurio molto prezioso:
“Mi permetterei di aggiungere questo: in un tempo, in cui forse anche oggi la Parola di Dio ci viene data, l’augurio è che noi possiamo avere quello spirito, quell’audacia di saper riconoscere nei più giovani, nei ragazzi, la chiamata del Signore.
Forse questa chiamata ha segni nuovi rispetto al passato e forse ci chiede una sensibilità spirituale di maggiore attenzione, che in passato.
Dobbiamo saper cogliere i segni della presenza di Dio, per dare una risposta, perché qualche volta – ha proseguito il Vescovo Giuliano – capita anche a noi, come ad Eli verso Samuele, di dire: non badarci troppo a quelle che stai sentendo dentro, non sono cose per piccoli”.
Ed ha completato il suo saluto con l’augurio di un buon cammino insieme
Anche il Vescovo Claudio, nella sua omelia, aveva sottolineato che, il passaggio da una diocesi ad un’altra, è una circostanza, piuttosto “esterna”.
“Ciò che è fondamentale – diceva – è quel Suo sguardo, che provoca in noi una cambio radicale, che sa dare un valore diverso alla nostra vita, al nostro tempo, alle nostre energie”.
“Questo non ci viene dalle istituzioni, o dalle geografie – diceva il Vescovo Claudio – viene, come per i primi discepoli, dall’incontro con il Signore, da quel Suo sguardo che ti cambia completamente la vita”.
Ha poi concluso facendo un augurio: “chiediamo al Signore, celebrando questa Eucaristia, che questo incontro ci sia, perché questo è ciò che dà vita, vitalità, a ciascuno, ma anche alla piccola comunità di Mure.
Quindi, a tutti voi, consegno questa responsabilità personale e comunitaria: tenete vivo questo Vangelo nella vostra terra”.
Dopo la celebrazione il pomeriggio è continuato in un clima di festa che ha coinvolto tutta la comunità, che ha concluso in modo gioioso, un percorso di vari anni, che ha aiutato a crescere ed a ravvivare tutta la comunità.
È stato molto apprezzato anche il saluto rivolto ai due vescovi dal Sindaco di Colceresa, comune nato nel 2019 dalla fusione di Molvena con Mason Vicentino ed il cui nome significa “Colle delle ciliegie”.
Ha sottolineato come sia ancora possibile vedere degli amministratori pubblici che prendono forza, per il loro impegno, dall’essere radicati nella vita della comunità parrocchiale.