Mons. Brugnotto: “In questo tempo di attesa vivo sentimenti di fiducia e gratitudine”

Domenica 11 dicembre l'ordinazione episcopale e l'ingresso nella diocesi berica

E’ un’attesa accompagnata e aiutata anche dal cammino liturgico, quella che sta vivendo mons. Giuliano Brugnotto, che, tra i saluti e gli ultimi scatoloni del trasloco, sta trascorrendo in diocesi di Treviso i giorni prima dell’ordinazione episcopale e dell’ingresso come pastore nella diocesi di Vicenza. La settimana prossima si dedicherà soltanto alla preghiera, negli Esercizi spirituali.
“Questo Avvento, per me, è anche attesa di una nuova condizione di vita, in continuità, ma anche con novità, rispetto alla mia vita di uomo, di credente e di prete – sottolinea -. La vivo nell’attesa di una promessa, aperto allo stupore per ciò che Dio vorrà donarmi. Desidero entrare in questa realtà ecclesiale nuova, che è la Chiesa di Vicenza che mi accoglierà. Ho cominciato un po’ a conoscerla ma ora mi accingo ad accoglierla con le sue ricchezze, e in questa condizione nuova di legame con i Vescovi della Conferenza episcopale triveneta, della Cei e con l’attenzione, richiesta a ogni vescovo, di sollecitudine verso tutte le Chiese”.
Lunedì 28 novembre, a margine del corso speciale dello Studio teologico “Vocazioni e ministeri in una Chiesa sinodale”, mons. Brugnotto ha vissuto un momento importante: nella celebrazione eucaristica con i seminaristi dei Seminari maggiori di Treviso e di Vicenza ha fatto la propria professione di fede e ha prestato giuramento di fedeltà di fronte al vescovo Tomasi. “E’ stato un incontro bello, con la condivisione anche dei nostri cammini personali di incontro con il Signore: è emersa la ricchezza del cammino di fede, di fiducia nel Signore, con tratti diversi e molteplici di umanità che ciascuno porta, ma insieme fanno un bel mosaico. L’ho vissuto come un momento arricchente e propizio di futuro, grazie al bel gruppo di questi giovani che aprono alla speranza – che un’altra importante caratteristica del tempo di Avvento”.
I cambiamenti portano sempre con sé sentimenti diversi, che vanno dalla sofferenza alla gratitudine. “Innanzitutto provo tanta riconoscenza verso il vescovo Beniamino, che ho già incontrato più volte e che mi ha accolto con affabilità e discrezione – sottolinea don Giuliano -. E’ una grazia che celebri sabato 3 dicembre il suo 50° di sacerdozio con la Chiesa vicentina che ha servito per tanti anni: condivido la gioia per questa tappa, e sono contento che resti a vivere in diocesi, a Brendola. Ritengo che il mio ministero debba iniziare in continuità con quanto lui ha offerto alla Chiesa berica”. Ed è anche verso la diocesi di Treviso che mons. Brugnotto esprime gratitudine. “In questi giorni sto salutando molte persone e avverto la chiamata a lasciare un presbiterio, una comunità diocesana, un legame molto famigliare con il vescovo Michele, al quale sono tanto riconoscente. Non è un «abbandono», però. Porterò nel cuore e nella preghiera la realtà che qui ho vissuto. Pur con una certa sofferenza, il sentimento prevalente è la gratitudine: quando si lascia qualcosa, ci si accorge della ricchezza di relazioni ed esperienze che si ha avuto modo di vivere. In questa Chiesa sono le mie radici, che resteranno qui”. C’è una certa sobrietà che sta caratterizzando le scelte di mons. Brugnotto, da quella di non avere un proprio stemma a quella di accettare il dono di vesti e oggetti liturgici “usati”, a cominciare dal pastorale, messo a disposizione dal vescovo Pizziol. “Ho cercato di condurre con maggiore sobrietà alcuni passaggi e scelte che mi riguardano – spiega – e che spero non siano motivo di disagio. In particolare tengo molto al sostegno di un piccolo ospedale in allestimento in Pakistan a cura dell’associazione «Missione Shahbaz Bhatti», di cui fa parte anche la diocesi di Treviso: invece di regali, ho chiesto donazioni a questa bella realtà, che vuole offrire condizioni dignitose alle donne che devono partorire. L’associazione è nata dalla testimonianza di un uomo, un cristiano, che ha dato la vita per gli altri. Mi sembra bello destinare a questo progetto i segni di affetto che le persone desiderano rivolgermi”.

(Alessandra Cecchin – da “La Vita del popolo” del 4 dicembre 2022)