Nello speciale che La Voce dei Berici dedica questa settimana al nuovo vescovo, così don Fabio Sottoriva illustra i passaggi principali della liturgia di ordinazione del nuovo vescovo:
“Veni Creator Spiritus!” Vieni, Spirito Creatore! Così inizia domenica 11 dicembre la liturgia di ordinazione del Vescovo Giuliano: la Chiesa, consapevole della propria pochezza, invoca la potenza di Dio per avere in dono un nuovo pastore.
Il Rito di Ordinazione di un Vescovo è un intreccio articolato e coinvolgente di elementi che evidentemente hanno valore e origine diversi tra loro ma che si ritrovano a dialogare per permettere alla Comunità cristiana di “dire” (e di “fare”) la propria fede e la propria identità in uno dei momenti più determinanti della vita ecclesiale.
È importante riconoscere i due grandi “segni” che fanno da ambiente essenziale per questa esperienza: l’assemblea con-vocata e radunata (la “ec-clesìa) e la dinamica eucaristica!
Nella nostra Cattedrale si riunisce un popolo che con le sue molteplici provenienze allarga i confini alla Chiesa italiana e al mondo intero: molti a testimoniare la stima e l’affetto per don Giuliano… tutti a pregare con lui e per lui e per la Chiesa che è in Vicenza.
E, in effetti, non si tratta tanto di una tappa della vita di questo prete, scelto dal Papa per guidare una Diocesi, ma è un vero e proprio evento ecclesiale: una Comunità cristiana che continua il suo cammino con un nuovo “amico dello Sposo”, che le viene donato e per lei viene “consacrato”…! Tutto questo “facendo eucaristia”: rendimento di grazie al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo: la vita trinitaria che ci raggiungerà anche tramite il ministero pastorale del nuovo Vescovo.
Proclamato il Vangelo ecco l’invocazione umile e consapevole del dono dello Spirito. La famosa interpretazione del Patriarca Atenagora è particolarmente illuminante in questa circostanza: “Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, Cristo rimane nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa è una semplice organizzazione, l’autorità è una dominazione, la missione una propaganda, il culto una evocazione, e l’agire dell’essere umano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo è sollevato e geme nella gestazione del Regno, Cristo risorto è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria”. Subito dopo la Chiesa di Vicenza, chiede l’ordinazione del suo nuovo pastore e la risposta sarà la lettera apostolica di Papa Francesco, che manifesterà la sollecitudine della Chiesa universale per le singole Chiese locali (e costituirà anche il documento ufficiale di nomina).
A questo punto il “nostro” cardinale Pietro Parolin, ulteriore, carissima, presenza che allarga le prospettive della celebrazione, a partire dalla Parola di Dio ascoltata, ci aiuterà a capire meglio l’identità e il servizio del Vescovo e della Chiesa che lo accoglie.
Dopo l’omelia l’eletto viene interrogato sulle sue intenzioni: sono ben nove domande che vertono sugli impegni essenziali della nuova missione (fedeltà, ortodossia, comunione… ma anche attenzione ai poveri, spirito missionario, vita di preghiera…).Accolte queste dichiarazioni di disponibilità da parte di don Giuliano, la Chiesa torna a pregare con insistenza: le litanie chiamano “in causa” i Santi di ogni luogo e di ogni tempo, in particolare quelli della storia di fede di Treviso e di Vicenza. Don Giuliano si prostra a terra, in segno di totale abbandono e di umiltà.
Si giunge così al momento culminante dell’Ordinazione: l’imposizione delle mani da parte di tutti i Vescovi presenti: a cominciare da chi presiede e rappresenta il Papa e l’intera Chiesa e dai Vescovi Michele e Beniamino, che sono il volto concreto delle due Diocesi più interessate.
Ed ecco la solenne preghiera di ordinazione pronunciata dal Cardinale Pietro e dagli altri presuli; suggestiva la conclusione: “Con la forza dello Spirito abbia il potere di rimettere i peccati secondo il tuo mandato; disponga i ministeri della Chiesa secondo la tua volontà; sciolga ogni vincolo con l’autorità che hai dato agli Apostoli”. Prima di pregare così, sul capo di don Giuliano è aperto e tenuto sollevato da due diaconi il libro dei Vangeli: segno visibile di quella Parola che viene dall’alto e può trasformare i cuori, le menti, le mani e i piedi del credente, rendendolo conforme alla volontà di Dio.
Dopo questa preghiera il presbitero Giuliano Brugnotto è in tutto e per tutto Vescovo e i riti che seguono vogliono “esplicitare” quello che è avvenuto e la missione affidata al nuovo pastore
Prima di tutto è fatta l’unzione del capo con il Crisma: l’elemento che impregna e rende luminoso ciò che tocca e porta con se il profumo dice bene la “consacrazione” della persona e della missione… A ricordo permanente di questa unzione sarà imposto lo zucchetto. Quindi è messo tra le mani del Vescovo Giuliano il libro dei Vangeli che era stato tenuto aperto sulla sua testa: “Ricevi il Vangelo e annunzia la Parola di Dio con grandezza d’animo e dottrina”. È l’ora del simbolo nuziale più eloquente: l’anello, che i Vescovi portano all’anulare della mano destra per manifestare il particolare legame d’amore che si crea tra la Chiesa e il suo pastore.
Seguono la consegna della mitra (il copricapo a due punte che, ispirandosi al turbante dell’Antico Testamento e alla corona regale del Nuovo, sembra prolungare la percezione sul capo del Vescovo delle due falde del libro dei Vangeli) e del pastorale.
Quest’ultimo elemento sarà costituito dal “baculum” storico che i Vescovi vicentini usano fin dal 1700… è significativo però sapere che il Vescovo Beniamino lascerà effettivamente a mons. Brugnotto anche il pastorale che in questi anni ha utilizzato per le Visite pastorali e le Cresime: un bellissimo segno di passaggio del testimone e di continuità nel ministero!
E giungeremo così al rito che segna formalmente l’inizio del ministero episcopale del Vescovo Giuliano: verrà accompagnato alla cattedra e invitato a prendervi posto, mentre lo si dichiarerà “nuovo Vescovo della Chiesa di Vicenza”: sedersi in mezzo alla comunità dei fedeli ricorda le tante volte che Gesù si è seduto per insegnare ai suoi discepoli.
È a tutti gli effetti l’insediamento del nuovo pastore, salutato dall’affetto dei presenti. Da questo preciso momento il Vescovo Giuliano è il pastore della Diocesi, che inizia a camminare insieme con lui. I riti esplicativi si concludono con l’abbraccio di pace con tutti i Vescovi presenti: ulteriore segno di fraternità e di “sinodalità”. La celebrazione continua con la professione di fede: il Vescovo Giuliano inizia il suo ministero dichiarandosi discepolo “fedele” e guidando la Chiesa a lui affidata a manifestarsi come popolo credente.
Terminati la Liturgia della Parola e i riti di ordinazione, la processione offertoriale diventa in questa occasione il primo incontro tra il nuovo Vescovo e il popolo vicentino: alcuni rappresentanti dei fedeli laici, dei religiosi e dei ministri ordinati mettono nelle mani di mons. Brugnotto il pane e il vino per l’Eucaristia e le offerte per la carità. Il nuovo pastore viene così riconosciuto e confermato, dalla propria gente, come il “mediatore” sia verso l’altare che verso i poveri: possiamo dire che è un vero gesto di “obbedienza”, di comune “ascolto” che il Vescovo Giuliano e chi gli porta i doni si scambiano. La preghiera eucaristica, col nuovo Pastore affiancato dagli altri Vescovi in un presbiterio gremito di preti e diaconi, è la manifestazione più bella e intensa dell’esperienza di Chiesa che si sta vivendo.
La liturgia di ordinazione di un Vescovo prevede un ultimo gesto, molto particolare: dopo i riti di Comunione, mons. Brugnotto attraverserà l’assemblea per la sua prima benedizione episcopale: il nuovo pastore è mandato in mezzo alla gente per essere “bene-dicente”! Sarà un modo di fare (e di essere!) che da quel momento si ripeterà ogni volta che il Vescovo incontrerà i fedeli: la spiritualità orientale ritiene che “le mani del Vescovo sono fatte per benedire”. Questo momento sarà accompagnato dal canto del Te Deum laudamus, l’antico inno che la Chiesa innalza come ringraziamento nelle occasioni più importanti della propria vita: mentre il Vescovo Giuliano “dice-bene” di Dio alla sua gente, la stessa gente “dice-bene” a Dio per averle donato un nuovo pastore.
La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace! Il congedo liturgico che porta a compimento la forte esperienza di questo giorno è anche la sintesi più efficace della celebrazione che è veramente per la nostra Chiesa quel “Gaudete!” che la Terza Domenica di Avvento ripete con l’entusiasmo di chi attende con fiducia il suo Signore…!
In allegato i testi con le preghiere da proporre nelle parrocchie domenica 11 dicembre.
Didascalia foto: l’ordinazione di un vescovo